Sistemi di pensiero di Kahneman

Conoscete i due sistemi di pensiero di Kahnemam? Psicologo e premio Nobel per l'economia nel 2002, Kahneman ha sviluppato una teoria su due modalità di pensiero che usiamo nella vita quotidiana. 
Sistemi di pensiero di Kahneman

Ultimo aggiornamento: 27 novembre, 2020

Quali modalità di pensiero attiviamo nelle nostre attività quotidiane? E quali quando dobbiamo prendere una decisione? Le teorie in campo psicologico sono diverse, ma una si è imposta in modo deciso: la teoria dei due sistemi di pensiero di Kahneman. 

Psicologo insignito del premio Nobel per l’economia nel 2002, Daniel Kahneman ha esposto nel suo saggio Pensieri lenti e veloci (2012) una teoria che contempla due sistemi di pensiero molto diversi.

Il sistema 1 è più intuitivo, veloce e automatico; il sistema 2 è più deliberativo, logico e lento. Quando entrano in gioco e come interagiscono?

“Una raccolta di pensieri è una farmacia in cui si trova il rimedio a ogni male.”

– Voltaire –

Donna di profilo e pensiero rappresentato da una nuvoletta.

I due sistemi di pensiero di Kahneman

Daniel Kahneman è uno psicologo israeliano nato a Tel Aviv nel 1934. Attualmente è considerato uno dei pensatori più influenti al mondo. Ha ricevuto il Premio Nobel per l’economia nel 2002 per “aver integrato le ricerche psicologiche nelle scienze economiche, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni di incertezza”.

Le idee di Kahneman hanno avuto ripercussioni in campi come la medicina, la politica e, naturalmente, l’economia. Come abbiamo accennato, nel suo saggio Pensieri lenti e veloci lo psicologo descrive i due tipi, o sistemi, di pensiero a cui ricorriamo ogni giorno.

Il sistema 1 è veloce, intuitivo ed emotivo; il sistema 2 è più lento, deliberativo e logico. Vediamoli nel dettaglio.

Sistema 1 (veloce)

Il primo dei due sistemi di pensiero di Kahneman è rapido, automatico ed emotivo. È, inoltre, stereotipato e inconsapevole. Il sistema 1 ha il compito di produrre intuizioni che possano essere usate nei compiti che svolgiamo (anche se non sempre sono utili). Questo sistema è anche chiamato sistema implicito.

Viene attivato con l’intuizione e l’euristica. Consente di realizzare le nostre attività quotidiane, dal camminare al pettinare i capelli. Inoltre,  associa le nuove informazioni con gli schemi già presenti nella mente.

In questo modo, attraverso il sistema 1, la mente non crea ogni volta nuovi modelli, bensì associa i nuovi dati a quelli vecchi (creando relazioni significative).

Quando lo usiamo?

Lo usiamo in gran parte delle nostre decisioni quotidiane, quelle veloci e non troppo complesse. Oltre a ciò, ricorriamo al sistema 1 per giungere a conclusioni in modo automatico.

Sistema 2 (lento)

Il secondo sistema descritto da Kahneman è più lento e richiede maggiore sforzo. È meno frequente e più logico del primo, è calcolatore e consapevole, in quanto sappiamo di farne uso per risolvere un problema, per esempio.

La sua funzione è quella di aiutarci a prendere una decisione finale dopo aver valutato e controllato le intuizioni prodotte dal sistema 1. A differenza del primo, il sistema 2 ci permette di eseguire compiti un po’ più complessi, come imparare una lingua o ponderare una questione.

Quando lo usiamo?

Il sistema 2 entra in gioco nelle decisioni più complesse o difficili. In questo senso, si tratta di una forma di pensiero più deliberata. Richiede maggiore concentrazione perché prevale quando ci troviamo di fronte a compiti complessi. Inoltre, ricorriamo a esso per emettere risposte consapevoli.

Uomo giovane con espressione pensierosa o preoccupata.

Come interagiscono i due sistemi di pensiero di Kahneman

I due sistemi di pensiero di Kahneman sono continuamente attivi e in comunicazione. Tuttavia, uno domina sempre sull’altro a seconda dell’attività che stiamo realizzando.

Ogni sistema ha la propria funzione; così, mentre il sistema 1 tiene conto delle percezioni dell’ambiente e della memoria visiva e associativa, il sistema 2 ha il compito di produrre conclusioni basate sulle intuizioni del primo sistema.

Questo sistema deliberativo è molto utile nelle decisioni complesse, poiché è più riflessivo e richiede maggiore concentrazione (la concentrazione è un fattore chiave nel processo decisionale). Ecco perché Kahneman chiama il secondo sistema “pensiero lento”.

In termini di interazione, il sistema di pensiero 1 ha un’influenza maggiore sul comportamento se il sistema 2 è occupato. Per capire meglio questo meccanismo e l’utilizzo dei due sistemi di pensiero, vi lasciamo un frammento del suo saggio:

Le persone che sono “cognitivamente indaffarate” hanno più probabilità di compiere scelte egoiste, usare un linguaggio sessista e formulare giudizi superficiali in società. Quando si memorizzano e si ripetono cifre, il sistema 2 allenta la sua presa sul comportamento, ma naturalmente il carico cognitivo non è l’unica causa di un autocontrollo indebolito.

– Daniel Kahneman –

In ultima analisi, i due sistemi di pensiero di Kahneman operano nella mente per aiutarci a prendere decisioni e risolvere problemi. Tuttavia, in un’intervista al quotidiano spagnolo ABC, lo psicologo israeliano assicura che il più delle volte non riflettiamo su quale dei due sistemi sta prevalendo sull’altro e guidando il nostro comportamento.

“l lavoro della mente somiglia alla perforazione di un pozzo: l’acqua è torbida all’inizio, ma dopo diventa chiara.”

– Proverbio cinese –


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  • Garnham, A. y Oakhill, J. (1996) Manual de Psicología del Pensamiento. Ed. Paidós.
  • Kahneman, D. (2012). Pensar rápido, pensar despacio. Ed. Debate.

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