Cos'hanno di particolare i sogni delle persone depresse?

Cos'hanno di particolare i sogni delle persone depresse?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Le persone depresse di solito soffrono di vari disturbi del sonno. Tuttavia la scienza ha dimostrato un fatto curioso, ovvero che queste persone sognano fino a tre volte di più rispetto a chi non soffre di depressione. Per quanto una situazione di questo tipo crei spesso turbamenti e stanchezza, i sogni delle persone depresse svolgono in realtà una funzione precisa: regolare il loro mondo emotivo.

Si tratta di un argomento sicuramente nuovo e sconosciuto per molti di noi. Quando si parla di depressione, generalmente l’attenzione va alla sintomatologia, ai fattori scatenanti o ai diversi approcci terapeutici esistenti. Raramente si affronta la dimensione onirica cercando di capire meglio cosa succede nel cervello della persona depressa quando finalmente riesce ad addormentarsi.

Freud affermava che i sogni sono il cammino verso l’inconscio. A questa affermazione, in realtà, dovremmo aggiungere che questo cammino, questo particolare percorso, può essere una strada molto tortuosa e piena di curve, che durante molte notti non ci condurrà da nessuna parte. Ci offrirà, però, delle prospettive spettacolari su quello che succede davvero nella nostra mente.

I sogni delle persone depresse, di per sé, non risolvono la depressione. Sono semplicemente una rievocazione del problema, sono come una tela di Kandinsky che cerca di dirci qualcosa, di dare una forma a quello che ci fa soffrire, che ci fa arrabbiare, che ci spaventa, che ci opprime. I sogni delle persone depresse sono un meccanismo di difesa del cervello stesso, il quale cerca di regolare l’emozione che lo turba.

Quadro di Kandinski

La fase REM nelle persone che soffrono di depressione

La dottoressa Rosalind D. Cartwright è una famosa psicologa dell’Università Cornell che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio e alla comprensione del mondo onirico. Nel suo famoso libro The Twenty-Four Hour Mind, per esempio, affronta l’interessante relazione tra le nostre emozioni e il sonno. Si tratta di uno splendido lavoro, risultato di anni e anni di ricerche nelle quali spicca un’idea: il cervello cerca di aiutarci a gestire tutte le nostre emozioni negative attraverso i sogni.

Il modo in cui lo fa è tanto affascinante quanto strano, perché in realtà il paziente non si accorge che “sognare” lo sta in qualche modo aiutando tramite una serie di meccanismi, vediamoli di seguito.

Fase REM e sogni delle persone depresse

  • I pazienti che soffrono di depressione possono sperimentare, ad esempio, sonnolenza diurna e una forte difficoltà a prendere sonno la notte.
  • Quando si svegliano, si sentono generalmente molto stanchi. Ciò avviene perché il riposo notturno non li fa effettivamente riposare, tutt’altro. Si sentono la testa “più piena”, sanno di aver sognato molto, ma non riescono a ricordare con esattezza che cosa.
  • Ciò che avviene è che i soggetti depressi entrano molto prima nella fase REM. Questa fase in cui fanno la loro comparsa i sogni, dura di solito 3 volte di più. In pratica le persone depresse sognano il triplo di quelle non depresse. Va ricordato inoltre che il sonno REM viene chiamato “sonno paradosso”, perché in realtà non fa riposare. È anzi il momento in cui generiamo più adrenalina.
  • Grazie alle nuove prove tramite immagini e diagnosi, si è potuto vedere che il sistema limbico, relazionato con le emozioni, è più attivo che mai durante la fase REM. Cosa che avviene solo nei pazienti con depressione.
Cervello con il sistema limbico illuminato

La dottoressa Cartwright ci spiega che quando dormiamo, il cervello prende il controllo, comprendendo che la cosa più importante che può fare per noi in quel momento, più ancora di farci avere un riposo fisico rigenerante, è “spingerci” a risolvere i nostri nodi emotivi.

A volte lo fa nel peggior modo possibile, tramite incubi e sogni spiacevoli, cosa che succede anche nei sogni delle persone depresse. Tutto quello che ci provoca confusione, ansia o disperazione, emergerà in questo territorio surreale e sconosciuto, come tentativo del cervello di regolare le mozioni negative per “disintossicare” una tensione così confusa.

“L’interpretazione dei sogni è la strada maestra verso la conoscenza delle attività inconsce della mente”

-Gustav Jung-

Modelli di riposo nelle persone depresse

Siamo coscienti del fatto che “sognare” il triplo, avere gli incubi e aprire gli occhi al mattino sentendosi stanchi non è molto utile quando si deve affrontare una depressione. Se queste informazioni ci possono essere d’aiuto in qualcosa, questo è conoscere un po’ meglio il nostro nemico e soprattutto capire che il cervello ci avverte della presenza di un problema che dobbiamo risolvere.

Sapendolo, quindi, è sempre utile applicare alcune strategie relative al riposo, consigliabili per migliorare il sonno delle persone depresse. Possono esserci di aiuto nel caso in cui stiamo attraversando uno stato di questo tipo, sia che si tratti di una depressione lieve, una distimia o una depressione più grave:

  • Evitiamo di intensificare la nostra carica emotiva prima di andare a letto. Rimuginare sui pensieri sicuramente peggiorerà il nostro stato e renderà la fase REM più lunga, privandoci della possibilità di godere di un rigenerante riposo fisico.
  • Esercizi come la meditazione o qualsiasi altra tecnica di rilassamento che sappiamo attuare, ci saranno utili per andare a letto con la mente meno attiva.
  • Se assumiamo antidepressivi, sarà bene valutare quali effetti secondari possono avere sul sonno e cambiarli se  sono eccessivi.
  • È necessario regolare i propri ritmi circadiani. Cerchiamo di rispettare un orario che sia buono, di far iniziare e terminare il sonno più o meno negli stessi orari.
Donna che rappresenta il non dormire a causa della depressione

A mano a mano che progrediamo nel trattamento e nella strategia terapeutica, il nostro sonno REM migliorerà, durerà meno e ci permetterà di ottenere un riposo più soddisfacente, nel quale il mondo onirico smetterà di essere così convulso, enigmatico, persino terrorizzante. Il cervello smetterà di dare tanta importanza alle nostre emozioni per svolgere le sue abituali funzioni notturne: classificare le informazioni significative, organizzare le esperienze, inviare nel dimenticatoio dati poco utili…

Il nostro universo interiore tornerà ad avere il suo normale equilibrio, lontano dagli incubi, lontano dall’ombra della depressione. Lei che abbraccia ogni ambito del nostro essere, sonno incluso.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.