Stanchezza cronica: sintomi e trattamenti

La stanchezza cronica influisce sulle facoltà mentali e, a sua volta, sulla vita personale e lavorativa.
Stanchezza cronica: sintomi e trattamenti
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2024

I casi di stanchezza cronica aumentano giorno dopo giorno. L’encefalomielite mialgica, o sindrome da fatica cronica, è una malattia con più incognite che risposte, una condizione sistemica e debilitante che ci risucchia via ogni risorsa, minacciando la salute. La sua influenza è talmente potente che può arrivare a consumare tutta la nostra motivazione, isolandoci dal mondo, persino dalle persone che amiamo di più.

Chi soffre della sindrome da fatica cronica asserisce che il nome designato per descrivere questa realtà – così complessa – non potrebbe essere più semplicistico e meno azzeccato. È più che semplice stanchezza, è una fatica che placca e immobilizza; è una condizione che va oltre il semplice spossamento, lo stesso sistema immunitario ne risulta debilitato, ci possono essere perdite di memoria, ipotensione, irritabilità

Ci siamo sentiti tutti  stanchi e spossati. Tuttavia, le persone che soffrono della sindrome da fatica cronica sperimentano una realtà ben più complessa e devastante, una malattia cronica la cui origine è ignota.

Un altro aspetto che segnalano i pazienti che soffrono di stanchezza cronica è che si sentono messi da parte dalla comunità medica, e in generale da quella scientifica. La vulnerabilità, “non sentirsi bene”, l’impossibilità di trovare trattamenti adeguati né la forza per svolgere con energia e ottimismo le attività quotidiane sono fattori che consumano ancora di più la persona, in tutti i sensi, ma soprattutto a livello psicologico.

Ad oggi non è ancora chiara nemmeno l’origine della malattia. Di conseguenza, viene considerata da molti come una “piaga”, una patologia che ci rende meno produttivi al lavoro, che ci obbliga a prendere giorni di malattia e ci impedisce di goderci normalmente le relazioni interpersonali o il tempo libero…

Uomo con mal di schiena

Stanchezza cronica: cos’è esattamente?

C’è stanchezza e stanchezza. Tutti conosciamo, per esempio, cosa significa crollare sul divano dopo una dura giornata di lavoro o un particolare sforzo fisico. Ci basta un bel bagno e qualche ora di giusto riposo per recuperare le forze e tornare in piena forma. Ebbene, ci sono persone che si svegliano già sfinite, indifferenti al passare dei giorni e delle notti perché la loro stanchezza non passa, inoltre presentano anche altri sintomi:

  • Mancanza di energia.
  • Sensazione di estrema pesantezza dell corpo e delle estremità.
  • Maggiore vulnerabilità a raffreddori o infezioni: il sistema immunitario è debilitato.
  • Mancanza di motivazione.
  • Problemi di concentrazione e lievi problemi di memoria.
  • Apatia e malumore.
  • Mancanza di desiderio sessuale.
  • Difficoltà a ottenere un sonno profondo e rigenerante.
  • Dolore muscolare, frequente mal di gola, dolori articolari, cefalea…
  • Lo sforzo percepito per svolgere qualsiasi mansione appare estremo.

Tutti questi sintomi tendono ad apparire con più frequenza nelle donne tra i 40 e i 50 anni.

Perché soffro di stanchezza cronica?

Questa è la prima domande del paziente al quale viene diagnosticata la sindrome da fatica cronica. Perché io? Ho fatto qualcosa in particolare? Ebbene, in primo luogo bisogna avere chiaro in mente che al giorno d’oggi non si conosce ancora con esattezza la causa determinante di questa patologia.

  • I ricercatori affermano che possa avere origini virali e che colpisca in sistema immunitario, debilitandolo. Tuttavia, infezioni virali come quella causata dal virus di Epstein-Barr, l’herpesvirus umano 6 e molti altri non hanno mostrato alcuna relazione con questa condizione.
  • Un elemento che ad oggi è chiaro e che è stato dimostrato è che alcune persone sono geneticamente predisposte a sviluppare forme di stanchezza cronica.
  • Un altro aspetto spesso sottolineato è che può essere correlata allo stress e persino ad alcune forme di depressione. Ciò nonostante, l’aspetto più curioso al riguardo è che quando il paziente riesce a gestire lo stato di stress o persino a superare la depressione, la stanchezza cronica non sembra svanire.

In alcune fasi il disturbo si riduce o svanisce del tutto, senza che le ragioni siano chiare. Dopo qualche settimana o mese, però, si ripresenta.

Donna con mal di testa

Esiste un trattamento per la stanchezza cronica?

Un fattore avvertito sia dai pazienti che dagli specialisti è la facilità con cui vengono commessi errori di diagnosi. A volte la stanchezza cronica è sintomo di un’altra malattia psicologica, come il disturbo bipolare. Altre volte, questo stato fisico e mentale debilitante è l’effetto secondario dell’assunzione di determinati farmaci.

Per diagnosticare la sindrome da stanchezza cronica, devono verificarsi molti fattori, come soffrire per più di sei mesi consecutivi di uno stato di stanchezza estrema accompagnata da insonnia, dolori muscolari e apatia.

Dopo aver ricevuto la diagnosi che scarta ulteriori patologie, al paziente non viene prescritto un trattamento farmacologico ma una rivisitazione della propria dieta: ridurre il consumo di alimenti che provocano infiammazioni e aumentare le dosi di magnesio e acidi grassi omega 3 e 6 può rivelarsi una strategia positiva.

Una volta stabilito che si tratta di una condizione medica cronica, l’obiettivo è migliorare al massimo la qualità della vita del paziente. Supporti terapeutici come la Mindfulness o terapie come quella cognitivo-comportamentale aiutano il paziente ad affrontare al meglio la giornata.

In ultimo, poter contare su un buon gruppo di sostegno con cui parlare e che sia di supporto nei momenti più complicati, così come optare per attività come lo yoga, il ballo, il nuoto o persino l’agopuntura, possono aiutarci a recuperare la motivazione e parte di quell’energia che questa condizione ci porta via in maniera spietata.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.