Stati del sé secondo l'analisi transazionale

I tre stati del sé di cui parla l'analisi transazionale sono il bambino, il genitore e l'adulto. Il punto è convincere l'adulto a prendere il controllo e regolare le altre dimensioni della personalità.
Stati del sé secondo l'analisi transazionale
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

L’analisi transazionale è un metodo derivato dalla psicologia umanistica proposto da Eric Berne negli anni ’50. Da allora ha subito alcune variazioni, ma la maggior parte delle sue teorie restano invariate. In particolare, l’analisi transazionale ha studiato gli stati del sé.

Questo tipo di analisi si è rivelato un metodo molto funzionale per descrivere la personalità e per apportare cambiamenti quando necessario. Uno dei suoi assi sono i tre stati del sé, vale a dire: genitore, adulto e bambino. Secondo questa teoria, ogni persona interagisce con gli altri da uno di questi stati.

Gli stati del sé sono modi specifici di sentire, pensare e agire. Secondo l’analisi transazionale gli esseri umani si relazionano con gli altri usando la posizione di genitori, figli o adulti. Da ciascuno di questi stati derivano specifiche conseguenze per quanto riguarda le nostre interazioni con il mondo.

“È incredibile pensare, in un primo momento, che il destino dell’uomo, tutta la sua nobiltà e tutta la sua degradazione, sia deciso da un bambino di non più di sei anni, e generalmente da tre.”

-Eric Berne-

Il bambino, uno degli stati del sé

Il bambino è il più basilare tra gli stati dell’Io. Corrisponde agli impulsi più elementari, che vengono stati appresi e esercitati fin dall’infanzia e che, per vari motivi, formano parte  della nostra personalità.

In linea di principio, il bambino a che fare con l’espressione di ciò che sentiamo e pensiamo in modo totalmente spontaneo.

Allo stato del sé bambino corrispondono i nostri impulsi, le fantasie e l’intero mondo dell’irrazionale. È una realtà in cui le emozioni predominano sul pensiero. Imprevedibilità, incoscienza e spontaneità sono le sue caratteristiche fondanti.

Uomo che pensa.

L’analisi transazionale fa una distinzione tra il “bambino naturale” e il “bambino programmato”. Il primo è quello che abbiamo descritto.

Il secondo è un bambino a cui non è stato permesso di esprimersi pienamente e quindi diventa capriccioso e represso; quindi, secondo questo approccio, questi stati possono rimanere quasi intatti nella vita adulta.

Il padre

Il padre è un altro degli stati del sé analizzati dall’analisi transazionale. Corrisponde a tutto ciò che impariamo dai nostri genitori durante l’infanzia. È come una replica dei loro comportamenti e modi di vedere il mondo.

In generale, lo stadio del padre è caratterizzato da atteggiamenti legati all’esercizio dell’autorità e del potere, nonché a credenze, pregiudizi, ideologie e tutto ciò che costituisce il mondo di norme e valori. Comprende anche la nostra posizione di fronte alla libertà.

Come accade con il bambino, c’è un “padre naturale” e un “padre programmato”. Il padre naturale è associato alla protezione, alla cura e alle funzioni di guida. Il padre programmato è legato all’autoritarismo, alla verticalità e all’esercizio del potere sugli altri.

L’adulto

Per l’analisi transazionale, l’adulto corrisponde ad un modo organizzato di percepire la realtà, secondo le conoscenze e le esperienze che abbiamo acquisito a seguito di una riflessione autonoma. Si potrebbe dire che è la dimensione più autentica del nostro essere.

L’adulto è l’unico degli stati dell’Io che “ci mostra come siamo”, senza i condizionamenti che riceviamo dal nostro ambiente. Comprende i nostri aspetti più razionali e autocritici. In questo stadio predomina la ragione.

La caratteristica principale dello stato dell’Io adulto è l’autocontrollo e l’autodeterminazione. Non esclude il bambino o il padre, ma riesce a tenere sotto controllo le loro manifestazioni e i difetti.

Gli stati del sé e il benessere

Per l’analisi transazionale, una persona può essere definita sana quando riesce a combinare tutti gli stati del sé nella loro forma naturale e a tenerli sotto controllo attraverso l’adulto.

Dal punto di vista affettivo, la cosa più giusta da fare è permettere al bambino naturale o al genitore naturale di emergere in misura ragionevole.

Il problema nasce quando ciò che predomina è un figlio programmato o un genitore programmato. Nel primo caso, si formerà un adulto capriccioso che cerca che gli altri si prendano cura di lui e si arrabbia quando non ottiene ciò che vuole. Nel secondo caso predominerà una persona autoritaria ed esigente che cerca di imporsi sugli altri.

Secondo l’approccio transazionale, conviene identificare quale di questi stati del sé predomina nella nostra personalità. Lo scopo è regolarli attraverso l’adulto, in modo che le interazioni con il mondo siano più sane.


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  • Steiner, C. M. (1992). Los guiones que vivimos: análisis transaccional de los guiones de vida. Editorial Kairós.

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