Stato d'animo ed emozioni: in cosa differiscono
Sembrano uguali, ma non lo sono. Stato d’animo ed emozioni tracciano due fenomeni molto simili, ma diversi al tempo stesso.
Le particolarità proprie di ogni dimensione ci permettono di comprendere meglio il nostro comportamento, il nostro stato mentale e il modo in cui interagiamo con l’ambiente. In realtà, ciò che sentiamo è tutto.
Potremmo dire che la principale distinzione tra una realtà e l’altra è il tempo. Le emozioni appartengono al corpo e sono le prime a manifestarsi; lo fanno molto velocemente.
Poi ne viene la rappresentazione mentale, ovvero i sentimenti. Infine, si verifica una fase più complessa in cui molti di questi sentimenti possono essere combinati, lasciandoci l’impronta di uno specifico stato d’animo.
Come possiamo intuire, è un processo sofisticato che ci incoraggia verso una direzione o nell’altra. Da un lato, reazioni psicofisiologiche a stimoli specifici; dall’altro, reazioni più generalizzate che dipendono da molteplici fattori non sempre facile da identificare.
Per esempio, possiamo trascorrere alcuni giorni con uno stato d’animo irritabile e non conoscerne davvero il motivo. Comprendere la differenza tra stato d’animo ed emozioni ne faciliterà la gestione.
“Sperimentiamo le emozioni mentre ci accadono, non come le abbiamo scelte”.
-Paolo Ekman–
Differenze tra stato d’animo ed emozioni
Come vi sentite ultimamente? Spenti, senza voglia di nulla e forse rattristati? Rispondendo a questa semplice domanda parleremo già del nostro stato d’animo.
È vero che le emozioni colorano la nostra vita, ma lo stato d’animo offre una tonalità più stabile e persistente. L’emozione è una puntuale pennellata che nasce come risultato di uno stimolo.
È sempre interessante ricordare che quando si parla di questa dimensione è fondamentale nominare una figura riferimento in questo campo.
Lo psicologo Paul Ekman ha spiegato le differenze fondamentali tra queste due dimensioni nel suo libro The Nature Of Emotion. Il primo punto da tenere chiaro a mente è che fraintenderli e gestirli erroneamente può giocarci brutti scherzi.
Come ha detto Daniel Goleman, l’autocontrollo emotivo è il fondamento di ogni realizzazione. Tuttavia, detto autocontrollo richiede una buona conoscenza delle differenze tra stato d’animo ed emozioni.
Capire cosa ci accade e perché ci permetterà di regolare il tutto per ottenere ciò che vogliamo in ogni momento. Ora vediamo le differenze tra stato d’animo ed emozioni.
1. Scopo: chi è chi
A cosa serve ciascuna di queste dimensioni? Sappiamo che entrambe appartengono al territorio degli affetti e che determinano il benessere o il disagio psichico. Ognuna, però, soddisfa uno scopo specifico:
- Le emozioni hanno lo scopo di facilitare il nostro adattamento agli eventi (stimoli) nell’ambiente. Definiscono quindi un’immediata risposta psicofisiologica a uno specifico stimolo, e lo fanno rilasciando una serie di neurotrasmettitori.
- L’umore è una miscela di emozioni e sentimenti accumulati nel corso dei giorni. In altre parole, uno stato in cui si combinano disagio o benessere mentale, emotivo e fisico. Queste esperienze multifattoriali non hanno uno scopo, sono piuttosto una reazione temporanea a un accumulo di sensazioni psico-emotive che dobbiamo comprendere.
2. La durata: le emozioni sono più veloci e più fugaci
Paul Ekman sottolinea che le emozioni sono sensazioni intense, ma brevi, possono durare pochi secondi o pochi minuti.
Al contrario, gli stati d’animo ci accompagnano per ore e persino giorni. Abbiamo avuto tutti momenti in cui ci sentivamo più demoralizzati o motivati, pieni di energia.
Allo stesso modo, se prolunghiamo per settimane o mesi uno stato mentale apatico o senza speranza, parleremo di un disturbo affettivo (stagionale, depressivo come la distimia, ecc.)
3. Trigger: cosa causa stato d’animo ed emozioni?
La Christ Church dell’Università di Canterbury ha condotto uno studio per comprendere la differenza tra stato d’animo ed emozioni.
La differenza principale tra un aspetto e l’altro è rappresentata dai fattori scatenanti.
La teoria di James-Lange propone che l’origine delle emozioni sia correlata alle nostre reazioni fisiologiche agli stimoli.
Ad esempio, quando vado al lavoro, vedo che il computer non si avvia. La mia reazione emotiva è la tensione e dietro di essa, rabbia o frustrazione perché le misure adottate risultano inefficaci.
Ora, l’innesco che modella lo stato d’animo è complesso e appare nel tempo; non è immediato.
In esso si combinano uno specifico stato mentale, una serie di emozioni che proviamo giorno dopo giorno (che si accumulano) e anche lo stato fisico.
A volte, fattori come lo stress sul lavoro, la preoccupazione, la mancanza di esercizio fisico e una dieta scorretta tracciano uno stato d’animo negativo e senza speranza. Conosciamo tutti questa realtà.
4. Come sono regolati?
Le emozioni sono risposte psicofisiologiche. Alterano i nostri pensieri, possono offuscare la nostra attenzione, generare tensioni muscolari, mal di stomaco, etc.
Tutte queste reazioni accadono molto in fretta, ma il problema è che possiamo lasciarci travolgere da esse ed emettere una risposta sbilanciata. Per esempio, dire qualcosa di irrispettoso quando ci arrabbiamo.
Per regolare un’emozione, la prima cosa che dobbiamo fare è non lasciarci trasportare istintivamente da essa senza prima averla analizzata e preso contatto con essa per capirla.
Perché il suo scopo è semplice: aiutarci ad adattarci meglio all’ambiente. Se sono arrabbiato, devo risolvere quella situazione ingiusta, non farmi trasportare da essa.
Tuttavia, gli stati d’animo richiedono un lavoro psicologico più delicato, profondo e sostenuto. Sono come una bottiglia piena di tanti ingredienti che dobbiamo analizzare prima che trabocchi o scoppi.
Se mi sento senza speranza, devo capire cosa si cela dietro quello stato. Forse un eccesso di preoccupazione, emozioni incuranti e abitudini di vita che dovremmo cambiare.
Si tratta di questo, in fondo, guardarsi dentro per capire, per apportare cambiamenti, per conoscerci meglio e darci ciò di cui abbiamo bisogno.
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