Stili attributivi e il loro legame con le emozioni

Ti senti responsabile di tutto il male che ti succede? Credi che in genere la fortuna ti accompagni? Scopri come queste interpretazioni influiscono sugli stati d'animo.
Stili attributivi e il loro legame con le emozioni
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2023

Avete mai pensato che “non vediamo il mondo com’è, ma come siamo”? Questo pensiero ha un fondo di verità, perché i filtri che ogni persona utilizza per interpretare gli eventi possono essere molto differenti. Oltre a ciò, le spiegazioni o le cause che attribuiamo agli avvenimenti condizionano le nostre emozioni. Per questo motivo, gli stili attributivi sono così importanti.

Questi stili di pensiero iniziano a formarsi fin da quando veniamo al mondo. Man mano che viviamo, sperimentiamo e ci relazioniamo con l’ambiente circostante, cominciamo a comprendere come questo funziona, e cominciamo a generare relazioni di causa ed effetto.

Con il tempo, ogni individuo sviluppa il proprio stile esplicativo, più o meno stabile, sul quale basa tutte le sue interpretazioni.

Donna pensa all'inverno.

Quali stili attributivi esistono?

Lo stile attributivo di una persona è la risposta che dà alla domanda “perché si è verificata questa situazione?” Quindi, bisogna analizzare tre dimensioni:

  • Il tempo. La persona crede che si tratti di un avvenimento preciso, che è accaduto in un determinato modo e momento, ma che non ha motivo di ripetersi in futuro? (instabile). O pensa che si tratti di un fatto stabile, che si ripete frequentemente e che continuerà a farlo da qui in avanti?

Per esempio, di fronte a un’insufficienza in un esame si può pensare che non si riuscirà mai a superarlo; o al contrario, che sia un fatto sporadico e che la prossima volta andrà diversamente.

  • La situazione. Quello che è successo è circoscritto? (specifico). O è attribuibile in generale ad altre situazioni e contesti? (globale). Quindi, il precedente esempio dell’insufficienza si potrebbe interpretare come “vado male” o come “su questa materia in particolare devo lavorare di più”.
  • L’origine. Si riferisce al luogo in cui la persona colloca la causa di quanto accaduto: in se stessa o all’esterno. Nel primo caso, la sua interpretazione sarebbe che non è adatta allo studio, che non sa apprendere e memorizzare (locus of control interno). Nel secondo caso, potrebbe pensare che sia stata sfortuna o che l’esame era troppo difficile (locus of control esterno).

Come influiscono sulle emozioni?

Le interpretazioni che si possono fare di uno stesso fatto sono talmente diverse che le emozioni associate possono essere totalmente opposte.

Tuttavia non esiste un unico stile attributivo appropriato, perché i suoi benefici dipendono dalla situazione concreta. Ad esempio, come spiegate i vostri successi, i vostri risultati e gli avvenimenti positivi?

  • Se attribuiamo essi una causa interna, globale e stabile, crederemo di essere fortunati in molti ambiti della vita, che continueremo a esserlo e che svolgiamo un ruolo importante nel conseguimento di tali mete. In seguito a ciò, tenderemo a sperimentare tranquillità, felicità e ottimismo e godremo di una buona autostima.
  • Se invece interpretiamo l’avvenimento positivo come specifico, instabile e dovuto a cause esterne, crederemo che sia dipeso dal caso, che non accadrà più e che non potremo influire su di esso perché gli eventi piacevoli possano continuare ad accadere.

Gli stili attributivi interni, globali e stabili portano la persona a pensare che sia colpevole di quanto accade; dunque nel caso di un fallimento, che sbaglia in tutto quello che si propone e che continuerà a sbagliare.

D’altra parte, un’attribuzione instabile e specifica offre la possibilità di imparare da quanto accaduto e di realizzare dei cambiamenti; perché si pensa che in altre situazioni possa verificarsi uno scenario diverso.

Donna pensa in campagna.

Si possono cambiare gli stili attributivi?

Queste interpretazioni condizionano le emozioni, inoltre sono correlate a diversi disturbi come l’ansia e la depressione. Nel primo caso, la persona sente di essere responsabile degli eventi positivi e negativi in qualsiasi circostanza; infine sviluppa un forte bisogno di controllo.

Al contrario, nella depressione, l’individuo tende a pensare che il fatto che si producano eventi negativi è fuori dal suo controllo e che niente di quello che fa potrà influire. Quindi tende alla passività, alla sottomissione e alla disperazione.

Per prevenire questi tali disturbi, è utile rivedere e modificare la tendenza a rendere le attribuzioni poco funzionali. Non è semplice, ma possibile, trattandosi di un apprendimento che si può reimparare con volontà e perseveranza.

Se senti che il tuo modo di interpretare il mondo ti limita o ti causa un danno emotivo, cerca di mettere in pratica delle attribuzioni più flessibili e realiste.


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