Tal Ben Shahar, il professore della felicità

Tal Ben Shahar, il professore della felicità
Adriana Díez

Scritto e verificato la psicologa Adriana Díez.

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre, 2022

Per essere felici, non è necessario possedere tutto quello che ci manca; non dobbiamo nemmeno aspettarci che la vita avveri ogni nostro desiderio. Essere felici significa apprezzare quello che abbiamo nel momento presente; essere felici vuol dire vivere sereni e appagati per quello che possediamo. Lo assicura Tal Ben Shahar, il professore della felicità.

Tal Ben Shahar è docente ad Harvard ed è diventato famoso per le sue lezioni sulla felicità, concetto che definisce come “quella sensazione generale di piacere e di significato della vita; una persona felice gode delle sue emozioni positive e allo stesso tempo vede la sua vita come ricca di significato”. In questo video, Tal Ben Shahar spiega e difende le sue teorie su come affrontare la vita con entusiasmo e gioia.

Tal Ben Shahar: alcune regole per essere felici

Tra le sue teorie sulla psicologia positiva e lo sviluppo di una vita felice ve ne sono alcune, da sempre sostenute dalla scienza, che generano un piacere e un significato particolare. Ecco alcune delle regole proposte da Tal Ben Shahar:

  • Relazioni faccia a faccia: i rapporti interpersonali vis-à-vis (e non attraverso il monitor) generano in noi una sensazione di piacere che porta felicità. Quando dedichiamo tempo a entrare in contatto con le persone che amiamo, investiamo anche tempo per noi stessi e per il nostro benessere.
  • Semplificare la vita: a volte ci sforziamo di correre, di fare più cose alla volta per finire prima, ci concentriamo su quello che non va per cercare di risolverlo, ma alla fine ci facciamo fagocitare. Semplificare la vita significa renderla più facile, essere consapevoli che i problemi esistono, ma che possediamo gli strumenti per risolverli; sapere che non sempre tutto va bene, ma qualcosa sì. Concentrarci su quello che stiamo facendo, su una cosa alla volta e ricavando il massimo da essa.
  • Esercizio fisico: fare attività fisica aiuta a scaricare la tensione, migliora il sistema circolatorio e genera endorfine: tutto questo promuove una piacevole sensazione di benessere. “Con trenta minuti di esercizio fisico regolare tre volte alla settimana non solo saremo più sani, ma anche più felici.”
  • Esprimere gratitudine: essere grati, renderci conto di quello che abbiamo e apprezzarlo, genera in noi una sensazione di felicità. Essere consapevoli e sentire gratitudine ci riporta sulla giusta via del piacere e del benessere.
  • Il permesso di essere umani: tutti ci emozioniamo, proviamo sentimenti e reagiamo a quello che ci accade: dobbiamo sentirci liberi di esprimerci, senza temere quello che potrebbero dire gli altri. L’intelligenza emotiva ci fornisce la chiave per conoscere noi stessi e sviluppare le nostre relazioni.
  • Dedicarci a un hobby: il dovere è sempre presente nella nostra giornata, ma dedicare del tempo a quello che ci piace contribuisce a farci percepire la vita come piena e felice. Dovrebbe, quindi, essere “obbligatorio” per tutti.

Possiamo imparare a essere felici?

Sì, secondo il professor Tal Ben Shahar, possiamo imparare a essere felici, anzi è una materia che dovrebbe essere insegnata a scuola. Essere felici non significa stare sempre bene, ma anche saper sopportare il disagio, non smettere di stare bene o di sentirsi realizzati pur trovandoci in una situazione negativa o in cattive condizioni.

Donna felice

Tal Ben Shahar afferma che possiamo imparare a essere felici se sappiamo come prendere decisioni. Dalla decisione più piccola e che consideriamo insignificante, come ad esempio decidere di lasciare da parte il cellulare quando siamo con gli amici, alle più importanti che riguardano gli studi o la carriera da intraprendere.

Se già da bambini imparassimo a scuola le tecniche di superamento, i principi dell’intelligenza emotiva, la resilienza, le relazioni interpersonali… riusciremmo a programmare precocemente il nostro cervello a essere felici, a superare le avversità e a gioire delle piccole cose.


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