Tecnica di radicamento per le situazioni stressanti

Le situazioni dal forte impatto emotivo possono causare confusione e blocco. La tecnica di radicamento aiuta a ritrovare l'equilibrio e tornare al presente.
Tecnica di radicamento per le situazioni stressanti
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Avete mai sperimentato uno stress così intenso da avere la sensazione di esservi scollegati dalla realtà? Oppure vi siete sentiti talmente sopraffatti dalle preoccupazioni al punto da non riuscire a rimanere ancorati al presente? In questi casi, la tecnica di radicamento può rivelarsi un valido aiuto.

Quando subiamo un forte shock emotivo, la mente tenta di proteggerci dalla sofferenza attivando svariati meccanismi di difesa. Tuttavia, ciò può compromettere il nostro benessere mentale.

Molte persone sperimentano nel corso della loro vita fenomeni noti come depersonalizzazione e derealizzazione. Si tratta di alterazioni della percezione che portano a scollegarsi da se stessi o dall’ambiente, quando le circostanze diventano insopportabili.

In linea di massima, queste esperienze durano solo qualche minuto; tuttavia, se si verificano di frequente o durano troppo a lungo, finiscono per causare forti disagi. Tornare nel “qui e ora” risulta estremamente utile per uscirne.

Uomo preoccupato.

In cosa consiste la tecnica di radicamento?

La tecnica di radicamento (o grounding) è una semplice procedura da applicare quando si affrontano situazioni emotivamente difficili. Di fatto, in questi casi, l’attenzione tende a focalizzarsi sul trauma facendoci sentire bloccati.

Pertanto, l’obiettivo primario di questa tecnica è quello reindirizzare l’attenzione verso la realtà, il presente e verso stimoli dalla valenza neutra o che non provocano ansia.

Si tratta, di base, di una procedura utilizzata nel primo soccorso psicologico, ovvero nell’intervento su persone che hanno vissuto situazioni traumatiche. Tuttavia, può rivelarsi utile anche in situazioni quotidiane e meno drammatiche, ma caratterizzate da un’alta intensità emotiva. Ad esempio, quando si ricevono notizie destabilizzanti o in presenza di alti livelli di ansia.

Quando applicare la tecnica di radicamento?

Alcuni segnali possono aiutarci a riconoscere se la persona ha bisogno di un aiuto esterno per stabilizzarsi. Alcuni di essi sono:

  • Sguardo assente o perso; la persona non risponde alle domande o alle sollecitazioni.
  • Comportamento anomalo o disorganizzato.
  • Reazioni emotive intense e incontrollate. La persona piange in modo incessante, è aggressiva o ha difficoltà a respirare.
  • A livello soggettivo, sperimenta un distacco dalla realtà o dai propri processi interni. La sensazione è quella di guardare un film o di vedere il mondo attraverso un vetro appannato.

In che modo si applica?

Prima di applicare la tecnica di radicamento, bisogna fare in modo che la persona regoli la sua attivazione. In tal senso, si può chiedere di respirare lentamente e profondamente, così da stabilizzare l’umore e le sensazioni fisiologiche.

Quindi, rivolgere alcune semplici domande per verificare il livello di consapevolezza e iniziare a riportare il soggetto al presente. Chiedere se ricorda il suo nome, dove si trova o cosa è successo è già un buon punto di partenza.

Infine, per applicare il radicamento, bisogna utilizzare i sensi per riportare la persona alla realtà ed evitare così, di aumentare l’ansia. Ad esempio, si può chiedere di eseguire alcune delle seguenti attività:

  • Descrivere oggettivamente l’ambiente in cui si trova.
  • Enumerare cinque oggetti che vede e che non le provocano ansia.
  • Elencare i suoni neutri che è in grado di percepire.
  • Concentrarsi sulle diverse sensazioni tattili che sperimenta e che non le causano angoscia.
Donna triste.

Utilizzare la tecnica di radicamento per affrontare le situazioni stressanti

Potete usare questa tecnica quando lo stress è intenso, ma non paralizzante. Vi basterà usare i sensi per recuperare la connessione con la realtà.

Oppure, potete utilizzare altri metodi come stringere un cubetto di ghiaccio, camminare a piedi nudi sull’erba o tamburellare sul primo oggetto che avete a portata di mano.

Queste attività permettono di sintonizzarsi con il corpo e con il momento presente, riducono l’attivazione e permettono di riprendere gradualmente il controllo della situazione.

Se non si ottengono miglioramenti, è bene chiedere aiuto a un professionista affinché valuti la situazione in maniera approfondita.


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