Tensioni familiari durante la quarantena, come gestirle?

Durante la quarantena possono nascere tensioni in famiglia o nella coppia, soprattutto quando lo spazio è limitato o quando sono presenti conflitti non risolti. È importante imparare a elaborare i legami con i nostri cari, affinché la convivenza non diventi un inferno.
Tensioni familiari durante la quarantena, come gestirle?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

Restare chiusi in casa non dovrebbe rappresentare, per la maggior parte di noi, un problema serio di convivenza. Possono, tuttavia, sorgere tensioni familiari durante la quarantena, determinate dalle stesse restrizioni. Risalire alle cause precise ci fornisce più margine di intervento.

In linea di massima, restare “soli” in casa con il partner o con la famiglia dovrebbe tradursi in un semplice aggiustamento delle proprie abitudini e nella possibilità di rinnovare le relazioni. D’altro canto, molte tensioni familiari che diventano palpabili durante l’isolamento esistevano già. La convivenza forzata le può solo amplificare.

La situazione attuale è il risultato di un cambiamento repentino della nostra vita che ha richiesto una veloce capacità di adattamento. Oltretutto, in un contesto di incertezza che produce ansia e angoscia.

Un carico tale di pressione può renderci irritabili, difficili da sopportare. Questo, tuttavia, non deve necessariamente sfociare in gravi conflitti o intensificare le tensioni. 

“Niente nella vita va temuto, deve essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno.”

-Marie Curie-

Coppia discute seduta sul divano

Tensioni familiari durante la quarantena

La quarantena intensifica il contatto con chi condivide i nostri spazi, impone restrizioni. Certamente ogni famiglia o coppia ha già precedentemente risolto molti aspetti relativi all’uso di ambienti o risorse comuni. Questo equilibrio è il primo aspetto che cambia quando si resta chiusi in casa.

Lo spazio che prima si condivideva solo in modo parziale, adesso è uno scenario costante, in cui si coabita tutto il giorno. Lo stesso avviene con le risorse comuni come il computer, il televisore, il bagno o la camera da letto.

Con un po’ di buona volontà da parte di tutti, le tensioni della quarantena possono essere superate con relativa facilità. Si tratta solo, infine, di raggiungere un accordo ragionevole, in cui ognuno cede e acquista qualcosa per il bene comune. È necessario anteporre il reciproco aiuto agli interessi individuali; questo è ciò che fa una coppia o una famiglia.

Se cresce la tensione

Naturalmente, non sempre i negoziati si svolgono sotto i migliori auspici o vanno in porto. In alcuni paesi le statistiche ci dicono che durante la quarantena è aumentato il tasso di violenza tra le mura domestiche. È quanto sta accadendo esempio, in America latina.

A volte la violenza si esprime all’interno della coppia, in altri casi viene rivolta ai bambini. In genere, la quarantena non è la causa in sé, ma solo un elemento che amplifica una situazione già esistente.

Le tensioni durante la quarantena si intensificano e, allo stesso tempo, diminuisce la nostra capacità di gestirle. Questa combinazione rende i conflitti più pericolosi che mai. Una bomba pronta a scoppiare in qualunque momento e in grado di rendere la convivenza insopportabile.

Prima le stesse pressioni potevano essere aggirate allontanandoci fisicamente. La convivenza forzata, invece, distrugge le nostre strategie di evasione e aumenta lo stress. I confitti, inoltre, si affrontano solo quando siamo pronti a farlo, non prima e non quando siamo obbligati. Che fare allora?

Madre e figlia discutono

Guadagniamo terreno

Le tensioni familiari durante la quarantena non si dissolvono per incanto. Buona parte della loro risoluzione dipende dal tipo di contrasto e dall’intensità e, lo sappiamo, le situazioni sono infinite.

Un conto è gestire un problema caratteriale, ben altra cosa è, ad esempio, convivere con una persona affetta da dipendenza. Allo stesso modo, tollerare l’indifferenza o la pigrizia è diverso da subire la violenza o l’aggressività di un familiare.

Quando si percepisce che la situazione sta per mettere a rischio l’integrità personale, è meglio ricorrere a un aiuto esterno. O, nei casi più gravi, spostarsi, almeno temporaneamente. Non bisogna aspettare che la situazione esploda per prendere una decisione.

Se il conflitto non raggiunge un livello estremo, si può cominciare a delimitare e a rispettare gli spazi. Questo può voler dire elaborare una tabella oraria per l’uso degli spazi comuni o degli oggetti. Una convivenza difficile può essere superata stabilendo una routine che permetta di accedere alle risorse senza dover interagire in modo costante.

In questo momento molti psicologi stanno offrendo aiuto virtuale, in alcuni casi gratuitamente. In caso di tensione familiare difficile da gestire, può essere una buona idea approfittare di un consiglio professionale. Potrebbe, perfino, essere l’occasione per risolvere problemi lasciati a lungo in sospeso.


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  • Valdés, T., Valdés, X., Ambrosio, V., Arriagada, I., Jelin, E., García, B., … & Saavedra, R. (2005). Familia y vida privada:¿ Transformaciones, tensiones, resistencias o nuevos sentidos?. FLASCO-Chile.


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