Teoria delle differenze individuali
La teoria delle differenze individuali è stata formulata da Hans Eysenck nella seconda metà del secolo scorso. Eysenck nacque a Berlino nel 1916. Nel 1934, a seguito dell’ascesa di Hitler al potere, lasciò la Germania per stabilirsi in Inghilterra. Lì si iscrisse alla University College di Exeter, dove si formò come psicologo. Successivamente, iniziò a lavorare presso il Mill Hill Emergency Hospital di Londra, dove prestò assistenza psichiatrica al personale militare.
“La personalità è la più o meno stabile e durevole organizzazione del carattere, del temperamento, dell’intelletto e del fisico di una persona: organizzazione che determina il suo adattamento totale all’ambiente.”
-Hans Eysenck-
In seguito divenne professore all’Università di Londra. Lì cominciò a dare forma alle sue tesi, ispirandosi ad autori comportamentisti classici, come Ivan Pavlov e John Watso, mostrando, inoltre, un grande interesse per la misurazione dei comportamenti. Ed è quindi così che formulò la sua teoria delle differenze individuali, in cui spiccano fattori fisiologici e genetici.
Le origini della teoria delle differenze individuali
Molti ritengono che la teoria delle differenze individuali di Eysenck abbia più a che fare con lo studio del temperamento che con la personalità. Ciò nonostante è passata alla storia come teoria della personalità. Inizialmente si basò sulla classificazione dei temperamenti di Galeno nell’antica Grecia, ovvero: sanguigno, collerico, flemmatico e melanconico.
Hans Eysenck affermò che ogni essere umano possiede delle caratteristiche nel suo modo d’essere, stabili nel tempo. La configurazione del sistema nervoso di ogni persona è quindi determinante. Esso possiede una genetica e fisiologia propria per ogni individuo e, a sua volta, stabilisce le differenze individuali.
Eysenck prese anche in considerazione le influenze socioculturali nella formazione della personalità. Tuttavia, diede sempre maggiore rilevanza ai fattori biologici. Uno degli aspetti che lo differenziò dagli altri psicologi fu l’attenzione a fornire sempre una base empirica alle sue tesi. Intraprese una serie di esperimenti volti a corroborare la sua teoria, fornendo così anche un grande contributo alla psicometria.
Le tre dimensioni primarie
Eysenck asseriva che esistono tre dimensioni primarie della personalità, determinate per via ereditaria e che si manifestano fisiologicamente. Possono essere misurate in base al modo in cui il sistema nervoso autonomo reagisce.
Infine, giunse alla definizione delle tre dimensioni fondamentali della personalità, descrivendone struttura e caratteristiche.
Le tre dimensioni sono:
- Estroversione-introversione. A questa dimensione corrispondono tratti come vitalità, impulsività, socievolezza, dinamismo, dominio, dogmatismo ed esplorazione.
- Nevroticismo. Include tratti come timidezza, irrazionalità, emotività, bassa autostima, ansia, senso di colpa, emozione e instabilità.
- Psicoticismo. comprende caratteristiche come aggressività, freddezza, crudeltà, egocentrismo, freddezza e difficoltà nel generare empatia.
Per Eysenck, lo sviluppo di questi tratti dipende dai processi di eccitazione e inibizione corticale. In altre parole, la definizione di base dei tratti della personalità è determinata da fattori biologici.
La trascendenza di Hans Eysenck
Eysenck fu un autore controverso proprio a causa della sua posizione comportamentista radicale. Tuttavia, nessuno osa mettere in discussione la validità delle sue tesi. Il suo lavoro sperimentale è stato impeccabile, al punto che tutto ciò che ha affermato è supportato empiricamente. I sistemi di misurazione della personalità da lui ideati sono tutt’ora in vigore e ugualmente riconosciuti in tutto il mondo.
Eysenck era duramente critico sulle terapie in voga all’epoca. In generale, riteneva che gli approcci psicodinamici e psicoanalitici fossero sostanzialmente inefficaci. Per questo dedicò la sua vita e il suo impegno a formulare una teoria che si traducesse in interventi terapeutici misurabili e, a suo parere, realmente efficaci. Il suo principale risultato fu quello di aver fornito le basi empiriche alle terapie comportamentali.
Alcune delle più famose opere di questo psicologo e ricercatore sono: The biological basis of personality (1967), Sex and Personality (1976) e Intelligence: the battle for the mind (1981). Ideò anche numerosi questionari e test per valutare i tratti della personalità. Il più famoso di questi è l’Eysenck Personality Inventory. Morì a Londra nel 1997.