Terapia dello specchio: definizione ed efficacia
La terapia dello specchio è una tecnica psicologica per il corpo e per l’anima. Aiuta a intervenire su una percezione negativa dell’immagine del proprio corpo, a ridurre l’ansia, a sciogliere quei nodi che amplificano la depressione. Insomma, una strategia davvero efficace per amare e per riconciliarsi con quella persona -spesso trascurata- che si riflette allo specchio.
Potrebbe sembrarci strano, ma sono molte le donne (ma anche gli uomini) che vedendo la propria immagine riflessa percepiscono un essere sgradito e sgradevole. C’è chi vede accumulo di grasso dove non ce n’è, altri vedono rughe, difetti fisici, bruttezza e si disprezzano. Quasi senza sapere come, lo specchio si trasforma in quello spazio di tortura dove minare la propria identità e la propria autostima.
Queste realtà psicologiche si traducono spesso in disturbi clinici, come i disturbi dell’alimentazione e i disturbi di dismorfismo. Mentre una persona sana si osserva ogni giorno accettando con orgoglio ogni dettaglio del proprio corpo, i soggetti affetti da questi disturbi stanno male per dettagli che non sono reali. Tutto ciò si traduce in una forte sofferenza.
Nei casi in cui l’insoddisfazione per il proprio aspetto è più grave, è stato notato che l’impiego della terapia dello specchio, unita alla gestione delle emozioni e dei pensieri negativi, dà ottimi risultati. Approfondiamo l’argomento a seguire.
Quasi sempre è la paura di essere se stessi a portarci davanti allo specchio.
-Antonio Porchia-
In cosa consiste la terapia dello specchio
La terapia dello specchio è altamente efficace. Tuttavia, gli esperti non sanno ancora spiegare esattamente quali sono i meccanismi per i quali alla fine il paziente riesce ad accettare l’immagine del proprio corpo. Questa tecnica utilizza diversi strumenti terapeutici che possono variare in base alle necessità di ogni paziente.
Nel 2016 l’Università di Maastricht ha condotto uno studio in cui ci si interroga sui meccanismi che favoriscono il miglioramento, nel giro di poco più di un mese, dei pazienti affetti da bulimia o con bassa accettazione fisica. Lavorare sui pregiudizi, sulle etichette e sull’aspetto emotivo risulta particolarmente significativo.
Anche l’Università di Granada ha pubblicato uno interessante studio sul Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry, in cui è stato scientificamente provato che i pazienti manifestavano anche livelli più bassi di cortisolo a seguito della terapia dello specchio.
Entrambi gli studi di ricerca ci aiutano a capire meglio i processi coinvolti in questa tecnica. Eccoli a seguire.
Le tre tecniche della terapia dello specchio
La terapia dello specchio si basa su due tecniche:
- Esposizione guidata. Lo psicologo specializzato guida il paziente in modo da fargli descrivere il proprio corpo mentre si osserva davanti allo specchio. Deve farlo in modo neutrale e obiettivo, come se stesse descrivendo un quadro.
- Esposizione pura. Il paziente esprimerà liberamente e in modo autentico tutti i sentimenti che prova vedendo il proprio corpo. In questo caso proverà imbarazzo rivelando la percezione che ha del proprio corpo: brutto, sgradevole e persino deforme. Tuttavia, questa fase è necessaria per il processo terapeutico.
Allo stesso tempo, Griffen, TC, Naumann, E., e Hildebrandt T (2018) segnalano che queste due tecniche non sono sempre efficaci per tutti i pazienti.
In questi casi se ne applica una terza:
- Esposizione allo specchio con approccio positivo. Questo strumento aiuta il soggetto a ridurre l’angoscia. Il terapeuta guida il paziente affinché indichi le parti del proprio corpo che preferisce. Viene chiesto di descriverle con un linguaggio positivo. Nel caso in cui il paziente non le veda o non apprezzi nulla del proprio corpo, il professionista può intervenire in suo aiuto con frasi del tipo: “penso che tu abbia un bel viso. La tua carnagione ha un colorito salutare e delicato. Anche le tue mani sono belle”.
Affinché la terapia dello specchio sia efficace…
Com’è possibile che alla fine delle 6 sessioni i pazienti mostrano evidenti segnali di miglioramento? Di norma, si riduce lo stress, migliora l’autostima e il paziente arriva a identificare le parti del proprio corpo che ritiene più problematiche. Il successo della terapia dello specchio si deve a quanto segue.
I 4 pilastri dell’efficacia della terapia dello specchio
- Modifica delle autointerpretazioni. Una persona con un disturbo dismorfico o dell’alimentazione tende ad associare qualunque situazione avversa della propria quotidianità all’immagine del proprio corpo. Se commette un errore, se gli viene dato un “no” come risposta, se qualcuno le fa un torto, etc.., lo attribuirà al proprio aspetto fisico. Grazie a questa terapia, queste interpretazioni si riducono.
- Pregiudizio di conferma. Naso aquilino, caviglie grosse, spalle ricurve, seno piccolo, troppe lentiggini… il pregiudizio di conferma induce a vedere solo quello che viene interpretato come “difetto”. Con questo approccio clinico, tale pregiudizio perde forza.
- Riduzione della paura e dell’ansia. Come qualunque terapia basata sull’esposizione al focus dell’ansia, anche in questo caso le emozioni negative si riducono ed è possibile relazionarsi in modo positivo allo stimolo problematico: il proprio aspetto fisico.
- Riciclo cognitivo. Questa strategia fa sì che il paziente smetta di vedere la propria immagine attraverso il filtro della negatività e del rifiuto. Lo aiuta a riciclare e a far guarire il suo approccio, per vedersi con maggiore rispetto e, soprattutto, apprezzarsi.
Questa tecnica può essere la risposta di cui molte persone hanno bisogno. Soprattutto per chi si trova nella fase in cui, senza avere ancora manifestato segni di disturbo dell’alimentazione, inizia a rifiutare la propria immagine riflessa allo specchio. È proprio questo il momento in si dovrebbe chiedere aiuto a un professionista. Pensateci.
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