«Think Po» ovvero l'arte di pensare in modo provocatorio

Sentite il bisogno di creare idee più innovative e originali? Allora dovreste conoscere la proposta che Edward De Bono ci ha lasciato in eredità. Il pensiero "po" è una tecnica basata sulla provocazione che scatenerà la creatività al massimo.
«Think Po» ovvero l'arte di pensare in modo provocatorio
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 22 aprile, 2023

Tra tutte le strategie creative a nostra disposizione, ce n’è una che spicca per originalità: Think Po. Questo strumento richiede di andare oltre i normali schemi mentali per utilizzare il provocatorio. Anche del nonsense, cioè di quel ragionamento fuori dalla logica da cui possono nascere le creazioni più innovative.

Fu lo psicologo, medico e inventore Edward De Bono a introdurre questa tecnica negli anni ’70, descrivendola come un pensiero che parte da un’affermazione o una proposizione stimolante e spinge la mente verso nuove consapevolezze e proposte. È un trampolino che conduce dall’ordinario allo straordinario. Vediamo attentamente in cosa consiste.

“La creatività comporta la rottura di schemi consolidati per guardare le cose in un modo diverso.”

-Edoardo De Bono-

uomo con la lampadina applicando il pensiero Think Po
Pensare provocatoriamente richiede di partire da un’ipotesi spesso priva di logica.

Think Po, la “seconda strategia della creatività”

David Lynch ha affermato nel suo libro Catch the Golden Fish (2016), che le idee sono come i pesci, poiché, se vogliamo realizzarne una originale, dobbiamo immergerci nelle profondità del nostro universo mentale. Edward De Bono, invece, ha optato per la sfida, per contrastare il consolidato e chiederci costantemente: “E perché no?” .

Fu nel 1972 che pubblicò il suo libro Po: A Device for Successful Thinking, che coniò questo interessante concetto. Think Po è una tecnica di pensiero laterale che nasce da un’affermazione impossibile o errata e da essa trae idee più originali e innovative. Quel surrealismo o stupidità iniziale stimola la mente.

Qual è lo scopo?

Edward De Bono ha insegnato i suoi metodi di creatività in un’ampia varietà di contesti come scuole, università e organizzazioni private. Questo psicologo ha ritenuto che l’umanità dovrebbe essere in grado di creare soluzioni più innovative ai complessi problemi che si presentano.

Tra le sue tecniche spicca il Think Po, che si integra al pensiero laterale e configura quella che conosciamo come la “seconda strategia della creatività”. Implica che in questo processo applichiamo funzioni cognitive ed esecutive che vanno oltre la logica o la deduzione. Richiedono di trascendere i ragionamenti ovvi e tradizionali, per partire da proposte più provocatorie.

Questa modalità creativa rompe con la classica logica verticale e favorisce la possibilità di giocare con nuove opzioni ed elaborare la realtà in modo più originale e divertente. Perché l’umorismo è anche una forma di sfida e ispirazione mentale.

Dove possiamo applicare la “seconda strategia della creatività”?

Sebbene non esistano studi conclusivi sulla sua efficacia e molti critici avvertano che si tratta di un concetto pseudoscientifico, spesso ci si imbatte in lavori interessanti sull’argomento. Quello realizzato presso la Kebangsaan University in Malesia, ad esempio, sottolinea l’importanza del pensiero laterale per facilitare la risoluzione dei problemi.

La tecnica si nutre di questo tipo di ragionamento e può essere applicata in diversi scenari, come quelli menzionati di seguito:

  • A livello personale, questa risorsa consente di risolvere i problemi attraverso la sfida e l’umorismo.
  • È un ottimo strumento per qualsiasi azienda. Genera idee innovative per rendere l’organizzazione più competitiva.
  • Pensare provocatorio sarebbe una buona risorsa nelle scuole. Favorisce il pensiero critico e innovativo e consentirebbe ai bambini di potenziare il loro sviluppo cerebrale.
  • Pensare in modo originale è un vantaggio per il nostro adattamento a qualsiasi scenario complesso. Secondo Edoardo De Bono questo tipo di pensiero e quello laterale rappresenterebbero un sostegno al progresso del mondo.

“La creatività è una grande motivazione perché fa interessare le persone a ciò che stanno facendo. La creatività dà speranza che possa esserci un’idea utile. La creatività offre a tutti la possibilità di un qualche tipo di realizzazione. La creatività rende la vita più divertente e più interessante.”

-Edoardo De Bono-

dadi gialli che applicano il pensiero Think Po
Dare per scontati certi concetti della nostra realtà pone il veto alla mente creativa. Dobbiamo essere più provocatori quando pensiamo.

Come possiamo applicare questa strategia di creatività “provocatoria”?

Edward De Bono si è ispirato al termine « Po », proveniente dai Maori, per creare questa strategia creativa. Questa parola significa partire da uno stato caotico e senza forma che, a poco a poco, porta all’evoluzione e al progresso. Questa è la chiave e, a questo scopo, possiamo applicare una serie di risorse che ci permetteranno di realizzare idee molto innovative e originali.

Immaginiamo, ad esempio, di essere un’impresa edile e di voler realizzare qualcosa di diverso per le abitazioni. Vediamo di seguito quali passaggi dovremmo seguire per applicare correttamente lo strumento.

1. Ipotesi provocatoria

L’Università del Texas ha svolto un lavoro nel 2015 in cui ha evidenziato la necessità di offrire una serie di strumenti euristici e di innovazione, con l’obiettivo di sviluppare un pensiero più innovativo. In queste situazioni Think Po è fondamentale e dovremmo partire da un’ipotesi provocatoria.

Per produrre un’idea diversa, è pertinente prendere in considerazione un’affermazione priva di significato e, apparentemente, irrazionale. In questo caso potrebbe essere il seguente: “le case non hanno tetto”.

2. Investimento: aggiungi più idee

Idee provocatorie ci danno punti di partenza originali per incoraggiare il pensiero creativo. Pertanto, dobbiamo creare un ragionamento relativo al primo. E in questo compito l’umorismo è un buon alleato; Diamo un’occhiata ai seguenti esempi:

  • Le case non hanno tetto.
  • Le case sono trasparenti.
  • Le case possono volare.
  • le case possono andare sulla luna
  • Da casa mia posso toccare le stelle.

3. Conseguenze della dichiarazione provocatoria

A che tipo di conclusione mi porta questo delirante gioco di idee? È tempo di riflettere, ma senza perdere ancora quella prospettiva provocatoria. Perché Think Po è una strategia di creatività che cerca di produrre idee diverse da quelle consolidate. Ciò significa che non dobbiamo perdere quella proattività quando si tratta di plasmare ragionamenti che sfidano la logica.

Quali conclusioni posso trarre dalle affermazioni proposte? Che le case non sono strutture chiuse, ma hanno un contatto con l’esterno. Possono avvicinarci al cielo e persino alle stelle.

4. Formulazione sensata: come far funzionare la mia idea?

Dopo il brainstorming di idee provocatorie e quasi irrazionali, occorre applicare la logica e l’obiettività. Quale detrazione ottengo da tutto ciò che ho proposto e quale applicabilità pratica potrebbe avere? Il Think Po ci spinge attraverso una serie di idee senza senso che maturano all’ultimo momento in qualcosa di originale, razionale, concreto e pratico.

In questo caso, l’idea finale sarebbe la seguente: possiamo creare stanze in case con un tetto di vetro in modo che i suoi abitanti possano vedere le stelle di notte.

Le grandi idee nascono anche dal caos e dalla provocazione

Attualmente, Edward De Bono prevale come il miglior riferimento nella comprensione e applicazione della creatività. Questa seconda strategia, basata sulla generazione di idee che si discostano dalla logica e persino dalla razionalità, è tanto originale quanto complicata. Siamo molto abituati al pensiero verticale che parte da concetti già esistenti, quindi è difficile per noi fare il passo.

Tuttavia, non fa mai male provare. Andare oltre l’ordinario per raggiungere lo straordinario richiede coraggio e una certa dose di provocazione. Proviamolo per scoprire cosa succede dopo.


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