Trattamento per il disturbo da deficit di attenzione
In questo articolo presentiamo il trattamento per il disturbo da deficit di attenzione. L’aspetto più controverso è rappresentato dall’assunzione di farmaci psicotropi. Ma procediamo per gradi.
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo a esordio infantile che prevede un modello persistente di comportamenti disattenti, iperattivi e impulsivi.
Questi comportamenti sono più frequenti e intensi in base all’età e allo sviluppo, dunque interferiscono in modo significativo con le prestazioni e le attività quotidiane. Risulta importante, quindi, sapere in cosa consiste il trattamento per il disturbo la deficit di attenzione/iperattività.
L’ADHD rappresenta un problema di salute pubblica a causa della sua elevata incidenza, tra il 3 e il 7% della popolazione in età scolastica. I bambini con questo disturbo corrono un rischio maggiore di insuccesso scolastico. Presentano problemi comportamentali e difficoltà nelle relazioni socio-familiari.
La presentazione isolata del disturbo è rara. Più dell’85% dei pazienti ha almeno una comorbidità e circa il 60% almeno due. Tra i più comuni il disturbo oppositivo provocatorio, il disturbo d’ansia e il disturbo della condotta.
Aspetti da tenere in considerazione quando si inizia il trattamento
Il trattamento per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività deve essere multimodale e individualizzato, tenendo conto del paziente e della sua famiglia. Lo scopo è ridurre i sintomi, le complicazioni e l’impatto negativo.
L’approccio multimodale e/o combinato dell’ADHD prevede tre approcci: farmacologico, cognitivo-comportamentale e psicoeducativo (genitori e insegnanti).
L’obiettivo generale della terapia cognitivo-comportamentale applicata al bambino è di premiare le condotte positive piuttosto che punire. Si lavora sulle tecniche di autocontrollo, sulle abilità sociali e sulla risoluzione dei problemi.
Obiettivi del trattamento per il disturbo da deficit di attenzione
Nel caso di bambini molto piccoli con ADHD (fino a 6 anni), il trattamento si concentra spesso sulla formazione genitoriale.
Quest’ultima si combina a tecniche cognitivo-comportamentali come la formazione nelle abilità sociali e l’autoistruzione. Obiettivi del trattamento cognitivo-comportamentale individuale sono:
- Autoregolamentazione.
- Controllo dell’irascibilità.
- Migliorare la comunicazione.
Il ruolo dei genitori nel trattamento per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività
Il modulo psico-educativo dei genitori ha lo scopo di fornire informazioni sull’ADHD, motivare e creare una disposizione positiva nei confronti del bambino. Oltre a ciò, suggerisce strategie per risolvere i problemi e migliorare l’ambiente familiare.
La formazione dei genitori può essere svolta individualmente e in gruppo. Secondo vari studi, tuttavia, il trattamento di gruppo è più efficace ed efficiente. Vengono insegnate diverse tecniche che presentiamo a seguire.
Rinforzo e punizione
- Ricerca e rafforzamento dei comportamenti e degli atteggiamenti positivi del bambino.
- Estinzione di comportamenti negativi.
- Dopo aver utilizzato il rinforzo positivo e l’estinzione, è possibile implementare il rinforzo differenziale a tassi bassi.
- Possono essere utilizzati materiali di supporto come “guarda, nota e prendi appunti”, che aiutano i genitori a notare i comportamenti positivi dei loro figli.
Token Economy
La tecnica della token economy funziona meglio quando:
- Le “regole del gioco” sono chiare (es: punti da guadagnare in base a ogni comportamento, valore specifico dello scambio, ecc.).
- Si abbina all’uso di rinforzo, estinzione e costi di risposta.
- Il bambino deve sapere in ogni momento cosa fare e quali sono le regole.
Correzione
- Riparazione-restituzione: si chiede al bambino di rimediare ai danni che ha causato. Si tratta di correggere gli effetti negativi di un comportamento scorretto, lasciando la situazione uguale o addirittura migliore di prima.
- Ripetizione o pratica positiva: il bambino dovrà ripetere un comportamento alternativo e positivo a quello che ha svolto.
Trattamento per il disturbo da deficit di attenzione: formazione degli insegnanti
Gli insegnanti necessitano di formazione specifica per trattare i bambini con ADHD. Lo schema di base dei programmi di orientamento per insegnanti è molto simile a quello per i genitori.
Gli obiettivi in questo caso si concentrano su regole scolastiche, lavoro scolastico e competenza sociale. Vediamo a seguire le fasi previste.
Istruire gli insegnanti nella conoscenza dell’ADHD
- Sapere cos’è l’ADHD aiuta a cambiare i pregiudizi di attribuzione del comportamento del bambino (ad esempio, “il bambino ha un problema” piuttosto che “si comporta in questo modo per infastidirmi”).
- Conoscere i bisogni speciali degli studenti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Insegnare le tecniche di modifica del comportamento
- Tecniche per aumentare i comportamenti appropriati: rinforzo + principio Premack e token economy.
- Tecniche per ridurre comportamenti inappropriati: estinzione, costi di risposta e isolamento (time out).
Formare gli insegnanti nelle strategie per l’organizzazione e l’auto-direzione del comportamento
L’insegnante insegna allo studente a sviluppare l’autocontrollo in modo sequenziale per risolvere i problemi personali e interpersonali.
Facilitare gli adattamenti educativi
Ricorrere a procedure didattiche, adattamenti organizzativi e cambiamenti dell’ambiente di classe per facilitare l’apprendimento e aumentare i risultati accademici.
Usare un’autovalutazione rafforzata
Vuole che lo studente con ADHD sia consapevole del proprio comportamento. Si divide in tre fasi:
- Discussione con tutti gli studenti sulle regole della classe.
- Formazione sulle capacità di autovalutazione.
- Token economy.
Viene applicato prima all’intero gruppo di classe e poi allo studente con disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Fornire consulenza e monitoraggio del programma
Durante le ultime due settimane gli insegnanti monitorano l’attuazione del programma. Si registrano effetti clinicamente significativi su impulsività, iperattività e deficit di attenzione.
Trattamento per il disturbo da deficit di attenzione: tecniche per il bambino
La psicoterapia cognitiva prevede una serie di tecniche psicologiche per modificare determinati pensieri, convinzioni e atteggiamenti.
Ha lo scopo di ristrutturare i pensieri del bambino e spronare nuovi comportamenti. Questo tipo di psicoterapia richiede l’apprendimento e l’uso da parte di terapisti formati ed esperti.
In molte occasioni, insieme a sintomi disattenti, impulsivi e/o iperattivi, possono comparire difficoltà di socializzazione e comportamento.
In questi casi, sono utili la formazione nelle abilità sociali, le tecniche di risoluzione dei problemi e le strategie di auto-aiuto.
Diamo un’occhiata ad alcuni interventi in questo senso, come l’autoregolazione, il miglioramento della comunicazione, la tecnica del neurofeedback e la corrispondenza del dire-fai.
Autoregolamentazione
Le tecniche di neuroimaging mostrano che i bambini con disturbo da deficit di attenzione, con o senza iperattività (ADHD) hanno un ritardo nella maturazione di alcune regioni del cervello. Queste aree sono legate all’attenzione e all’autocontrollo.
Per migliorare l’autocontrollo, le tecniche più utilizzate sono le tecniche cognitive. Particolare enfasi è posta su coloro che prendono il linguaggio interno come regolatore del comportamento:
- L’obiettivo dell’osservazione di sé è che il bambino diventi consapevole del suo comportamento.
- L’auto-rinforzo mira al bambino per ottenere gratificazione da comportamenti adattati.
- La formazione sull’auto-istruzione (Meichembaum e Goodman, 1971) fa in modo che il bambino impari a parlare con se stesso in modo tale che sia più facile per lui pensare e prendere coscienza di ciò che sta facendo o vuole pensare.
Per mezzo di queste tecniche cognitive il bambino sarà in grado di mettere in relazione i comportamenti e le conseguenze successive.
In questo modo sarà possibile valutare il suo comportamento in relazione alle regole della casa, della classe o di un altro contesto.
Miglioramento della comunicazione nel trattamento per il disturbo da deficit di attenzione
I programmi di comunicazione per bambini con ADHD cercano di aumentare la consapevolezza di sé e l’analisi della relazione con gli altri per trovare soluzioni efficaci ai problemi interpersonali. Tra le tecniche impiegate:
- Tecniche di problem solving, indicate per calmare il bambino e aiutarlo a controllare comportamenti iperattivi e impulsivi. Nei bambini più piccoli viene utilizzata una variante chiamata “tecnica della tartaruga”.
- Contratti di contingenza, utilizzati principalmente con gli adolescenti con l’obiettivo di ottenere impegni che soddisfino le diverse parti del rapporto (es: studenti professi, figli-genitori, ecc.).
- Formazione sulle abilità sociali. Lavorare con gli adolescenti in gruppo è un metodo efficace per stimolare una buona autostima e rafforzare gli obiettivi individuali che ciascuno porta avanti con la propria famiglia, i propri insegnanti e il proprio terapeuta.
Neurofeedback nel trattamento per il disturbo da deficit di attenzione
Consiste in un programma di formazione attraverso il controllo individuale delle onde cerebrali utilizzando la tecnologia dell’elettroencefalogramma.
Lo scopo del neurofeedback è addestrare il paziente a diminuire le onde lente (theta) e/o aumentare le onde veloci (beta).
In altre parole, cambiare uno stato “anomalo” per uno simile a quello dei bambini con sviluppo normale. È inteso che i bambini acquisiscano il controllo operativo del loro EEG per porre rimedio ai sintomi legati al disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Corrispondenza dire-fare
La formazione per corrispondenza dire-fare è stata concepita come alternativa alla formazione in autoistruzione. Consiste nel rafforzare quelle occasioni in cui il bambino dice di aver fatto qualcosa e di averlo effettivamente fatto (relazioni “fare-dire”).
Rafforzare quanto promesso (relazioni “dire-fare”) e soprattutto dell’azione compiuta concretamente (relazioni “dire-fare-dire”).