Ubuntu, parola sudafricana per riflettere sulla vita

Secondo la cultura africana, una persona con "ubuntu" è qualcuno disponibile per gli altri, libero da egoismo e avidità, abile nella tolleranza e nell'empatia.
Ubuntu, parola sudafricana per riflettere sulla vita
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 12 gennaio, 2023

L’ubuntu è un principio etico, un valore esistenziale che spinge all’interconnessione, alla convivenza e al rispetto. È un termine di origine africana, nello specifico delle lingue Zulu e Xhosa.

Tra i nativi dell’Africa meridionale esiste un bellissimo detto popolare che recita “umuntu, ngumuntu, ngabantu” e che può essere tradotto come “una persona è una persona a causa degli altri”.

È sempre interessante entrare in contatto con l’eredità linguistica di altre culture. Dopotutto, ogni lingua racchiude un diverso modo di intendere e rappresentare il mondo. Nel caso della parola “ubuntu”, evoca il concetto di umanità e ha rappresentato un simbolo della rivoluzione che Nelson Mandela avviò nel 1990.

Anche il pastore e politico Desmond Tutu ha fatto sua questa parola per integrarla in quella bussola morale che ha cercato di portare nel Paese africano per tutta la vita. Umiltà, empatia, rispetto, coesione… Un termine evocativo e filosofico che vale la pena di approfondire.

“Una persona con Ubuntu è aperta e disponibile verso gli altri. Sostiene perché è sicura di sé. Sa di appartenere a una grande totalità che diminuisce quando le altre persone vengono umiliate o sminuite, quando gli altri vengono torturati o oppressi”.

-Tutù Desmond-

Mani con colombe che rappresentano ubuntu,

Ubuntu, il bene comune è il proprio bene

Molti di noi tendono a riflettere sul senso della vita quando arriva un’età. Tuttavia, sarebbe più arricchente e pratico iniziare a farlo fin da piccoli.

Da qui il ruolo della filosofia, di concetti che racchiudono al loro interno un intero compendio di valori, approcci e significati nobili su cui pensare e far propri il prima possibile.

Ubuntu significa “Io sono perché noi siamo” e poche idee riassumono così bene ciò che l’umanità è (o dovrebbe essere). Come ha detto Desmond Tutu, questo termine ricordar che l’essenza dell’essere umano è legata alla comunità e alla connessione rispettosa con gli altri.

Tutti noi contiamo, ogni vita è importante e meritiamo dignità, rispetto e considerazione. Insieme formiamo un’unità significativa e rispettosa, dunque se il singolo nuoce a qualcuno, ogni membro di questa unità si disumanizza.

Se ricordiamo l’era dell’apartheid e il sistema di segregazione razziale sperimentato alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90 in Sudafrica, è facile intuire un simile concetto.

La gentilezza ci unisce e dà un significato autentico alla vita

La gentilezza è il collante emotivo che ci collega gli uni agli altri, ed è questo che dà vero significato alla vita. La persona con Ubuntu non solo pratica la gentilezza, ma la sente anche e capisce che senza di essa nulla è possibile. Il danno intenzionale danneggia tutti e l’orrore di tutte le forme di aggressione vive dentro di noi per generazioni.

Ricordiamo la riflessione di Erich Fromm sulla società disumanizzata e il suo timore che il progresso tecnologico renda il mondo più freddo, più egoista e meno empatico. La salvezza o la strategia affinché ciò non avvenga è praticare l’ubuntu, ricordare che solo quando si cerca il bene comune prevale anche il proprio.

Il lavoro di ricerca svolto presso la Case Western Reserve University evidenzia che l’altruismo si traduce in felicità. Come sottolinea la filosofia di Ubuntu, Io sono perché siamo e poiché insieme siamo, allora lo sono”.

Ubuntu è una filosofia che enfatizza l’unità della specie umana. Un valore presente da generazioni in molti popoli africani.

Le persone si uniscono le mani per simboleggiare Ubuntu.

La filosofia Ubuntu per superare il divario tra gli esseri umani

Siamo un’umanità governata dalla tecnologia, dalle differenze sociali, dall’incertezza e da un profondo senso di solitudine. Oggi siamo più connessi che mai, ma al tempo stesso ci sentiamo vuoti e persino privi di significato. A volte guardiamo al futuro con speranza e quasi sempre con paura.

In questo mondo diverso, governato da infiniti interessi e con grandi carenze, abbiamo più che mai bisogno di questo concetto, di questa filosofia.

Ubuntu è l’esercizio della tolleranza e della cura dell’altro. Non possiamo trattare gli altri come esseri usa e getta, perché poi creiamo divisioni e costruiamo muri che ci separano.

Il senso della vita è raggiungere l’unità con chi ci circonda, rispettare, saper ascoltare, entrare in empatia e creare ponti. Questa è la vera felicità, la soluzione che tempera e dissolve le nostre paure e la solitudine.

“Io sono perché siamo” è un messaggio bello e ricco di speranza che vale la pena di trasformare nel nostro mantra.


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