Un padre non allatta, ma nutre

Anche un padre passa notti insonni, ride, soffre e si preoccupa per quel bambino che è parte del suo essere, anche se non è cresciuto dentro di lui.
Un padre non allatta, ma nutre
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Un padre è una delle figure di attaccamento genitoriale e gode di quella vicinanza quotidiana per cui offre affetto, coccole e ninne nanne. Un padre non allatta, ma nutre, passa anche lui notti insonni, ride, soffre e si preoccupa per quel bambino che è parte del suo essere, anche se non è cresciuto dentro di lui.

I ruoli di genere stanno cambiando e ciò è senz’altro apprezzato. Oggi la paternità non è più un’etichetta in cui all’uomo è affidata la responsabilità esclusiva del sostentamento della famiglia.

I padri “non aiutano”, non sono agenti ausiliari, bensì figure presenti, vicine e sempre partecipi alla vita di quei piccoli in cui lasciano un segno, che nutrono, amano e guidano.

“Non è la carne o il sangue che fa di noi padri e figli, ma il cuore.”

-Friedrich Von Schiller-

Molti pedagoghi e specialisti indicano che un bambino si sente parte di una tribù. Si parla sempre di maternità e di quell’intimo attaccamento che si instaura tra una donna e il suo bambino.

È impossibile negare, tuttavia, che i bambini di oggi crescono in un piccolo microcosmo abitato da genitori, nonni, zii, amici dei genitori, insegnanti.

Ogni interazione, ogni abitudine, ogni gesto e parola lascia un’impronta nel cervello del bambino e i genitori possono avere un’influenza estremamente positiva sui propri figli.

Cervello e occhi di sottofondo.

Il padre come figura del benessere psicologico

Qualsiasi genitore può sbagliare o non essere presente nella vita dei propri figli come dovrebbe. Alla luce di ciò, prima di essere figure di riferimento nell’educazione e nella crescita del bambino, padri e madri sono persone.

A seconda della loro maturità e del loro equilibrio psicologico ed emotivo, potranno garantire uno sviluppo migliore o peggiore al bambino.

Come rivela uno studio condotto presso l’Università del Michigan (Stati Uniti), è responsabilità di ogni genitore prendersi cura del proprio benessere psicologico al fine di favorire un adeguato equilibrio emotivo nei propri figli.

Si è verificato che gli effetti della disoccupazione, dello stress o il semplice mostrare comportamenti irregolari, caratterizzati da un carattere disuguale, hanno un impatto negativo sullo sviluppo cognitivo del bambino e anche sulle sue abilità sociali.

D’altra parte, è innegabile anche l’influenza della figura paterna sullo sviluppo della parola e del linguaggio. Per i più piccoli significa ricevere molti più stimoli, una voce diversa da quella della mamma con un tono diverso, con un’altra gestualità, e trarre così beneficio da una più ampia gamma di rinforzi.

Durante i primi 3 anni di vita, quella presenza vicina, affettuosa, divertente e accessibile del padre consoliderà anche i delicati processi legati al linguaggio.

Papà che abbraccia il figlio.

Un padre non allatta, ma offre preziosi nutrienti

Il numero delle famiglie monoparentali continua a crescere. Sempre più padri e madri devono allevare i propri figli da soli, o perché hanno scelto di farlo o perché il destino lo ha voluto.

Comunque sia, le attenzioni, le cure e l’educazione di un bambino richiedono soprattutto quella vicinanza fisica ed emotiva con cui conferire sicurezza e amore autentico. Qualcosa per cui uomini e donne dovrebbero essere formati.

“Un bravo padre vale cento insegnanti”

-Jean-Jacques Rousseau-

D’altra parte, sappiamo tutti che i bambini non vengono al mondo con un manuale di istruzioni, ed è così per un motivo molto semplice: non sono macchine.

I bambini sono fatti di carne, bisogni, un cuore che batte forte e un cervello curioso che desidera connettersi con l’ambiente circostante.

Hanno bisogno di nutrienti e di un tipo di sostentamento che va ben oltre il latte materno, quello che anche un padre sa e può fornire.

Bambini sugli alberi.

I nutrienti più preziosi che un padre dovrebbe fornire

La famiglia e il legame che si instaura con essa determina in gran parte la nostra persona. Al di là dei geni e del sangue, vi è quell’architettura più intima e privata per cui sorge il regno delle emozioni, delle paure, dei limiti e anche dei valori.

Un  bravo padre deve coltivare correttamente queste dimensioni. E può farlo nei seguenti modi:

  • Disponibilità emotiva. La capacità di rispondere ai bisogni del bambino e la qualità degli stessi garantisce uno sviluppo ottimale e una migliore maturità per tutta la vita.
  • Riconoscimento. Ogni bambino ha bisogno di sentirsi riconosciuto e apprezzato dai propri genitori. Ricevere lo sguardo paterno sempre attento, vicino, prezioso e pieno di affetto favorisce il corretto sviluppo dell’autostima nel bambino.
  • Partecipazione. Un bravo padre non si limita a “esserci”, favorisce le scoperte e risveglia nuove emozioni e insegnamenti; è un instancabile ascoltatore, un negoziatore e un abile comunicatore.
  • Ispirazione. La maggior parte dei genitori apre nuovi mondi ai propri figli in cui possano sentirsi competenti e scoprire se stessi. Molti genitori trasmettono ai figli le loro passioni, il loro amore per la musica, i libri, la natura… Valori che definiranno la vita da adulti.

Un padre non allatta, ma…

Un padre non allatta, ma nutre l’animo dei propri figli. Il “vero” padre è un adulto con grandi abilità emotive, sicuro di sé, coraggioso come ogni madre e sempre pronto a offrire sicurezza, incoraggiamento e affetto affinché domani il bambino possa dispiegare le sue ali da adulto libero, maturo e capace di donare e ricevere felicità.

Immagini per gentile concessione di Margarita Sikorskaia


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