William Blake: biografia di un visionario
William Blake è stato senza dubbio un genio che ha espresso la sua arte mediante la pittura, la saggistica e la poesia. Eppure, in vita fu sconosciuto e morì in povertà. Il suo stile visionario e spirituale, fantastico e idealistico, non venne mai apprezzato mentre era in vita. Senza saperlo, le sue pennellate e i suoi versi anticiparono i moti dell’animo del Romanticismo, che sarebbe esploso di lì a poco.
Blake è forse uno degli artisti più singolari e interessanti della nostra storia. Nelle sue opere emerge il sacro e quel peculiare misticismo biblico da cui era solito trarre ispirazione. Per i più fu un uomo ossessionato, un pazzo, a causa delle visioni che affermava di avere sin da bambino.
Per tutta la vita affermò di ricevere visite da entità alate e demoniache; queste presenze guidarono il suo stile, la sua arte e gran parte delle sue incisioni, così come molti dei suoi libri. Molte sue opere presentano uno stile profetico, ignoto fino ad allora. Tutto questo gli costò il soprannome di Bad Blake (Blake il pazzo).
Che si tratti di follia, malattia o semplice forza creativa, William Blake oggi è considerato un artista di riferimento nel mondo dell’arte. Proprio quella mente incompresa vedeva nella creazione un modo per raggiungere la propria divinità, per trascendere oltre quel mondo materiale in cui era intrappolata.
Nella pittura e nella letteratura, Blake ha lasciato il segno della propria solitudine, delle proprie emozioni e degli ideali visionari travolgenti che lo animavano.
Non voglio ragionare e confrontare, la mia attività è quella di creare.
-W. Blake-
I primi anni del giovane artista visionario
William Blake nacque a Londra nel 1757 da una famiglia borghese. Fu istruito insieme ai suoi 7 fratelli in una casa dove tutto ruotava attorno a due dimensioni: la Bibbia e l’arte. Gli storici ritengono che i suoi genitori appartenessero alla setta religiosa radicale conosciuta come dissenzienti inglesi, fatto che potrebbe giustificare le visioni mistiche e spirituali che lo avrebbe ispirato così tanto durante la sua maturità artistica.
Sebbene non avesse frequentato la scuola, William Blake provò sempre una forte attrazione per il disegno. Riprodusse opere di Raffaello, Michelangelo, Marten Heemskerk e Albrecht Durer. Allo stesso modo, e con l’aiuto della madre, esplorò il genere poetico delle opere di Ben Jonson ed Edmund Spenser.
Nutriva una profonda determinazione artistica, una spinta così forte che gli consentì di diventare apprendista incisore nel 1772. Quella formazione sarebbe durata 7 anni, per poi diventare un artista della Society of Antiquaries e della Royal Society. All’età di 21 anni, iniziò a lavorare per vari editori copiando le incisioni delle tombe dei re e delle regine nell’Abbazia di Westminster.
Successivamente, completò la sua formazione come pittore presso la Scuola di Design della Royal Academy of Art. Già durante questa prima fase della sua vita, molte delle sue opere scaturivano dalle visioni che affermava di avere sin dall’infanzia. Dichiarava di assistere all’apparizione di monaci, angeli ma anche demoni.
William Blake, un dissidente intellettuale
Nel 1782 William Blake sposò la giovane Catherine Boucher, una ragazza di umili origini a cui dava lezioni di lettura e scrittura. In seguito la introdusse nel mondo dell’arte, rendendola una compagna nella vita e nel lavoro.
William e suo fratello Robert fondarono una casa editrice, evento che permise loro di offrire sostegno a tutti gli intellettuali dissidenti dell’epoca. Furono pubblicate dai fratelli Blake le opere di filosofi rivoluzionari, scrittori e scienziati come Joseph Priestley, Richard Price, Henry Fuselli e Mary Wollstonecraft (una delle prime femministe, nonché madre di Mary Shelley autrice del romanzo Frankenstein).
Durante questo periodo William Blake diede alle stampe anche le proprie opere, tra cui Visioni delle Figlie di Albione. In quest’ultima, difendeva il diritto delle donne alla realizzazione personale. In concomitanza a ciò, iniziò a sperimentare con la tecnica di incisione. Seguendo una delle sue visioni, provò la tecnica dell’acquaforte per illustrare raccolte di poesie, dando forma a quella che definì come “stampa illuminata”.
Tra il 1775 e il 1789 il mondo fu teatro di due grandi rivoluzioni, quella americana e quella francese. Queste furono fonte di grande ispirazione per William Blake, artista che sostenne sempre la libertà esaltata dall’individualismo, sulla scia del pensiero di Nietzsche.
Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito.
-William Blake-
L’arte incompresa e criticata di William Blake
Nel 1804 William Blake inizia la sua opera più ambiziosa: Jerusalem, libro che illustra e scrive al contempo. Inizia anche a esporre molte delle sue opere, come I pellegrini di Canterbury e Satana scatena gli angeli ribelli. Purtroppo, però, tutte le sue opere, sia letterarie sia artistiche, furono oggetto di scherno, indifferenza o critiche che additavano Blake come pazzo.
A partire dal 1809, il disincanto e la consapevolezza che il suo lavoro non sarebbe mai stato riconosciuto, lo indusse a separarsi dalle sue incisioni, dai suoi pennelli e dai suoi versi.
A poco a poco, William Blake sprofondò nell’oblio e nella povertà assoluta. Morì all’età di 65 anni e venne sepolto nel cimitero di Bunhill Fields, a Londra, dove tutt’oggi è possibile visitare la sua lapide.
Il lascito di un artista che ha scelto di guardare dentro di sé
William Blake non era un pittore come molti artisti britannici del suo tempo. Evitava l’osservazione diretta perché la sua ispirazione veniva da dentro di sé, da quell’universo convulso abitato da visioni profetiche.
Il suo sguardo non si concentrava sulle albe, né sugli alberi, né sui paesaggi, né sugli oceani, né sulle abbazie, come le produzioni del suo contemporaneo Caspar David Friedrich.
Nelle poesie e nei quadri di Blake c’è l’oscurità dell’inaccessibile. C’è quella forza mistica che spaventa, preoccupa e sembra rivelare un messaggio indecifrabile.
Per molti critici il suo lavoro era blasfemo, altri hanno intuito nei suoi versi e nei suoi disegni quell’aria premonitrice che lo avrebbe reso una figura chiave del Romanticismo.
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- Bindman, D (2003) “Blake como pintor” en The Cambridge Companion a William Blake , ed. Morris Eaves. Cambridge: Cambridge University Press
- Hamblen, Emily (1995) William Blake: poeta y místico . EP Dutton & Company.
- Peter Ackroyd, “Genius spurned: Blake’s doomed exhibition is back”, The Times Saturday Review, 4 April 2009