William Irvine e l'arte della bella vita

Secondo William B. Irvine, il mondo di oggi potrebbe essere migliore se solo volgesse lo sguardo alla filosofia classica. Al giorno d'oggi quasi nessuno possiede una filosofia di vita, il che porta a soffrire più del necessario o a non trovare un senso alla propria esistenza.
William Irvine e l'arte della bella vita
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 12 marzo, 2023

William Irvine è docente di filosofia alla Wright State University (Ohio, USA). È diventato famoso in molti paesi soprattutto grazie alla pubblicazione di due libri: A guide to the Good Life e On Desire: Why We Want What We Want. La sua opera, nel suo insieme, si concentra sui valori che sembrano governare il mondo di oggi in Occidente.

Il filosofo si è dichiarato seguace della scuola stoica, una corrente i cui principali rappresentanti nell’antichità furono Zenone, Seneca ed Epitteto. Gli stoici promuovevano il principio di esercitare il controllo sulle situazioni e le passioni che disturbano la vita.

In termini di etica, gli stoici sostenevano la responsabilità individuale, la prudenza e la moderazione. Sottolineavano come la ragion d’essere dell’uomo fosse la felicità e che questa si potesse raggiungere attraverso la virtù.

Tutto ciò, a sua volta, ha a che fare con una condotta ragionevole. William B. Irvine ritiene che lo stoicismo sia ancora valido e che il mondo dovrebbe decisamente volgere lo sguardo verso di esso.

“L’arte di vivere è più simile alla lotta che alla danza.”

-Marco Aurelio-

Ragazza che pensa a occhi chiusi.

William Irvine e lo stoicismo

William Irvine ha spesso sottolineato che lo stoicismo è una filosofia di vita. Molti pensano agli stoici come a una sorta di “moralisti” che evitano, o piuttosto reprimono, le emozioni negative per mantenere il “giusto equilibrio” nella vita. Irvine la ritiene una visione alquanto distorta.

Lo stoicismo consiste invece nell’affrontare le emozioni negative. Lo scopo non è quello di negarle o inibirle, ma di trattarle nello stile che Seneca propose ne Le Consolazioni. In quest’opera, il filosofo romano ricorda che l’unico bene è quello morale, così come l’unico male è quello morale; tutto il resto è indifferente.

Pertanto, i lamenti e le sofferenze derivano dal fatto che le disgrazie non sono attese e non sono quindi accettate. Alcuni vivono nella fantasia che la sfortuna non li colpirà mai; perciò, quando arriva, genera inevitabilmente sorpresa e resistenza.

Gli stoici, e William B. Irvine in particolare, pensano che “il negativo” sia in realtà un’interpretazione del reale. In altre parole, ogni persona gli dà questa connotazione.

La filosofia e la vita

William B Irvine sostiene che la filosofia ha un ruolo molto diverso nel mondo di oggi rispetto all’antichità. In passato era uno spazio per ripensare la realtà, mentre ora è diventato un sapere accademico.

Tuttavia, tutti hanno bisogno e, di fatto, adottano una filosofia di vita. Il problema è che al giorno d’oggi non c’è nessun posto dove cercarla, perché non è qualcosa che comporti alcuna facoltà. Pertanto, le persone sono costrette a cercare altrove quei precetti o linee guida per vivere.

Donna al tramonto.

La gioia stoica

L’arte della bella vita consiste nel gioire di tutto, senza attaccarsi a nessun bene materiale. Se nasce l’attaccamento, nasce l’eccesso e questo è fonte di sofferenza.

Vivere con virtù vuol dire vivere in modo ragionevole, non essere attaccati ai precetti di una dottrina. A sua volta, essere ragionevoli significa cercare la felicità e mostrare una certa flessibilità di fronte alle circostanze della vita.

William B. Irvine e gli stoici sostengono che la radice della sofferenza non è nelle realtà stesse, ma nell’opinione che si costruisce intorno ad esse. Così, per esempio, se succede qualcosa di “brutto”, non è brutto in sé.

Se si adotta un’altra opinione, magari sfumando “il male”, si arriva a scoprire che forse non era così terribile, o che ha portato ugualmente un contributo, o che forse non ha molta importanza.

Rimangono sotto controllo i giudizi, le opinioni e i valori. Una persona decide come ragiona e quale prospettiva assume sulla realtà. Tutto il resto è fuori controllo, quindi, nella visione stoica, non ha importanza. William B. Irvine è uno di quegli autori che vale la pena consultare per arricchire la propria vita.


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  • Cárdenas, Juan David (2011). El conocimiento como forma de vida: el caso de los estoicos. Hallazgos, 8 (16), 85-103. [Fecha de Consulta 17 de Junio ​​de 2021]. ISSN: 1794-3841. Disponible en: https://www.redalyc.org/articulo.oa?id=413835206006
  • Irvine, W. B. (2019). ¿Por qué duelen los insultos?

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