William Irvine e l'arte della bella vita
William Irvine è docente di filosofia alla Wright State University (Ohio, USA). È diventato famoso in molti paesi soprattutto grazie alla pubblicazione di due libri: A guide to the Good Life e On Desire: Why We Want What We Want. La sua opera, nel suo insieme, si concentra sui valori che sembrano governare il mondo di oggi in Occidente.
Il filosofo si è dichiarato seguace della scuola stoica, una corrente i cui principali rappresentanti nell’antichità furono Zenone, Seneca ed Epitteto. Gli stoici promuovevano il principio di esercitare il controllo sulle situazioni e le passioni che disturbano la vita.
In termini di etica, gli stoici sostenevano la responsabilità individuale, la prudenza e la moderazione. Sottolineavano come la ragion d’essere dell’uomo fosse la felicità e che questa si potesse raggiungere attraverso la virtù.
Tutto ciò, a sua volta, ha a che fare con una condotta ragionevole. William B. Irvine ritiene che lo stoicismo sia ancora valido e che il mondo dovrebbe decisamente volgere lo sguardo verso di esso.
“L’arte di vivere è più simile alla lotta che alla danza.”
-Marco Aurelio-
William Irvine e lo stoicismo
William Irvine ha spesso sottolineato che lo stoicismo è una filosofia di vita. Molti pensano agli stoici come a una sorta di “moralisti” che evitano, o piuttosto reprimono, le emozioni negative per mantenere il “giusto equilibrio” nella vita. Irvine la ritiene una visione alquanto distorta.
Lo stoicismo consiste invece nell’affrontare le emozioni negative. Lo scopo non è quello di negarle o inibirle, ma di trattarle nello stile che Seneca propose ne Le Consolazioni. In quest’opera, il filosofo romano ricorda che l’unico bene è quello morale, così come l’unico male è quello morale; tutto il resto è indifferente.
Pertanto, i lamenti e le sofferenze derivano dal fatto che le disgrazie non sono attese e non sono quindi accettate. Alcuni vivono nella fantasia che la sfortuna non li colpirà mai; perciò, quando arriva, genera inevitabilmente sorpresa e resistenza.
Gli stoici, e William B. Irvine in particolare, pensano che “il negativo” sia in realtà un’interpretazione del reale. In altre parole, ogni persona gli dà questa connotazione.
La filosofia e la vita
William B Irvine sostiene che la filosofia ha un ruolo molto diverso nel mondo di oggi rispetto all’antichità. In passato era uno spazio per ripensare la realtà, mentre ora è diventato un sapere accademico.
Tuttavia, tutti hanno bisogno e, di fatto, adottano una filosofia di vita. Il problema è che al giorno d’oggi non c’è nessun posto dove cercarla, perché non è qualcosa che comporti alcuna facoltà. Pertanto, le persone sono costrette a cercare altrove quei precetti o linee guida per vivere.
La gioia stoica
L’arte della bella vita consiste nel gioire di tutto, senza attaccarsi a nessun bene materiale. Se nasce l’attaccamento, nasce l’eccesso e questo è fonte di sofferenza.
Vivere con virtù vuol dire vivere in modo ragionevole, non essere attaccati ai precetti di una dottrina. A sua volta, essere ragionevoli significa cercare la felicità e mostrare una certa flessibilità di fronte alle circostanze della vita.
William B. Irvine e gli stoici sostengono che la radice della sofferenza non è nelle realtà stesse, ma nell’opinione che si costruisce intorno ad esse. Così, per esempio, se succede qualcosa di “brutto”, non è brutto in sé.
Se si adotta un’altra opinione, magari sfumando “il male”, si arriva a scoprire che forse non era così terribile, o che ha portato ugualmente un contributo, o che forse non ha molta importanza.
Rimangono sotto controllo i giudizi, le opinioni e i valori. Una persona decide come ragiona e quale prospettiva assume sulla realtà. Tutto il resto è fuori controllo, quindi, nella visione stoica, non ha importanza. William B. Irvine è uno di quegli autori che vale la pena consultare per arricchire la propria vita.
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- Irvine, W. B. (2019). ¿Por qué duelen los insultos?