WISC in piscologia: di cosa si tratta?

Che cos'è il WISC? In quali casi si usa e quali spunti offre agli psicologi per la loro valutazione? In quest'articolo proveremo a rispondere a queste e altre interessanti domande.
WISC in piscologia: di cosa si tratta?

Ultimo aggiornamento: 17 giugno, 2020

Come tutti sappiamo, i professionisti della salute fanno impiego di una serie di strumenti diversi per poter valutare ogni paziente nel migliore dei modi. Nel caso degli psicologi, il metodo più utilizzato è quello dei test standardizzati. Uno degli strumenti più famosi e usati nel caso dei bambini è il WISC.

Sebbene sia un metodo conosciuto e molto usato, non tutti sanno come viene impiegato o come può aiutare nei contesti clinici ed educativi. Nell’articolo di oggi proveremo a spiegare in cosa consiste questa prova e perché viene utilizzata così tanto dagli psicologi.

Bambino seduto a terra

Qual è l’obiettivo del WISC?

Il WISC è una prova utilizzata per valutare il funzionamento cognitivo infantile. In termini specifici, serve a valutare l’attività cerebrale in settori specifici come la memoria, l’attenzione, la velocità di elaborazione, il linguaggio e le funzioni esecutive. Questi sono fondamentali per l’adeguato sviluppo di attività, sociali e cognitive, nella tappa infantile.

Uno degli obiettivi del WISC è dunque quello di stabilire il punto di partenza per formulare il progetto educativo migliore per ogni bambino. Questo strumento permette infatti di identificare facilmente i punti di forza e di debolezza dei più piccoli.

Sul piano clinico, permette di identificare le difficoltà o le mancanze cognitive associate a determinati disturbi. È fondamentale nel caso dei disturbi dell’apprendimento, in quanto aiuta a individuare i principali problemi dell’individuo.

Cosa tengono a mente gli psicologi nell’impiego del WISC?

Durante l’applicazione, l’interpretazione e la consegna del test, gli psicologi devono tener conto di diversi aspetti per rinforzare l’affidabilità dei risultati. Dovranno pertanto concentrarsi su due punti di interesse: i dati quantitativi e qualitativi che emergono dalla prova.

Aspetti quantitativi

Per spiegare adeguatamente questo aspetto, bisogna tenere in considerazione diverse caratteristiche. Una di queste è la moltitudine di sub-test, ciascuno dei quali con un punteggio ben specifico, che viene poi analizzato tramite una tabella di bareme ottenuta dall’incrocio tra il punteggio ottenuto e l’età media dell’individuo testato.

Ciò ha lo scopo di capire se il punteggio ottenuto è quello che ci si aspetterebbe dall’età o se è inferiore o superiore.

Nel caso del WISC, il punteggio medio è dagli 8 agli 11 punti. Un punteggio inferiore a 8 indica difficoltà in un’area specifica. Al contrario, se il risultato supera gli 11 punti il rendimento è più alto della media del gruppo.

A ciascuna prova sono poi associati diversi indici che permettono la valutazione di aspetti complementari. Tali indici aiutano a consolidare le informazioni in alcuni ambiti specifici e faranno da supporto al processo di valutazione.

Quando i punteggi vanno dagli 85 ai 115 punti, le capacità rientrano nel raggio previsto dall’età. Tra gli indici troviamo:

  • Comprensione verbale: valuta la capacità di ragionamento e di espressione verbale. Aiuta a osservare la capacità di formulare concetti.
  • Abilità spaziali: consente di analizzare le abilità di comprensione delle relazioni spaziali, la costruzione di disegni geometrici a partire da un modello e la valutazione dei dettagli.
  • Ragionamento percettivo: misura la facoltà di ragionamento per identificare e applicare regole.
  • Memoria di lavoro: la destrezza nel capire e manipolare informazioni verbali e visive a livello mentale.
  • Velocità di elaborazione: valuta le abilità nell’esplorare, discriminare e ordinare informazioni visive semplici in modo rapido ed efficace.

Aspetti qualitativi

Anche gli aspetti qualitativi sono importanti per l’adeguato impiego del WISC. Tramite essi si possono valutare e personalizzare al meglio i risultati di ogni prova. In questo caso, si tengono a mente aspetti osservati durante la seduta e durante l’applicazione dello strumento.

Un primo aspetto di rilievo è l’osservazione e l’annotazione dell’atteggiamento e dell’attitudine del bambino durante l’attività. Si tiene conto di aspetti quali:

  • Livello di collaborazione
  • Tolleranza alla frustrazione
  • Gestione delle difficoltà
  • Strumenti di compensazione
  • Stato d’animo
  • Condotta non verbale
  • Condotta motoria
  • Apparenza personale

Questi e altri fattori vengono tenuti a mente durante la valutazione, sebbene non forniscano elementi per una valutazione extra della prova. Servono piuttosto a trovare strategie utili per iniziare il percorso migliore per il bambino.

In quest’ottica, capire se il bambino acquisisce più facilmente le informazioni attraverso il canale visivo o uditivo è un vantaggio per potenziare il suo apprendimento.

Psicologia e test WISC per i bambini

Utilità del WISC in ambito educativo

Tra i principali obiettivi del WISC in ambito educativo troviamo il consolidamento delle attitudini conoscitive in caso di bambini con necessità educative speciali. Tra questi si possono trovare bambini con disturbi dell’apprendimento, superdotati, con disabilità intellettiva ecc.

D’altra parte, aiuta a valutare sia le abilità sia le difficoltà che emergono nel singolo bambino, aiutando a personalizzare il processo di insegnamento e apprendimento. Ciò attribuisce inoltre una posizione idonea allo psicologo al fine di ottimizzare gli sforzi e motivare l’apprendimento.

Infine, tramite il WISC si può predire il rendimento scolastico di ogni singolo bambino. Grazie a queste prove, infatti, è possibile valutare molteplici funzioni cognitive legate all’apprendimento da diversi punti di vista. Per esempio, per poter sviluppare correttamente il processo di letto-scrittura saranno necessarie buone basi di linguaggio.

L’utilità del WISC in ambito clinico

Questo strumento è ampiamente usato anche in ambito clinico. Innanzitutto serve a raccogliere informazioni utili per realizzare diagnosi principale e diagnosi differenziale dei disturbi psicologici, neurologici o psichiatrici. In particolare è utile per i disturbi cognitivi nella patologia.

D’altra parte, serve a preparare e sviluppare i processi d’intervento per il bambino. Grazie ai risultati, si possono conoscere i punti di forza della persona.

Conclusione

Per concludere, è importante sottolineare che si tratta di una delle prove più utilizzate al giorno d’oggi, per due motivi:

  • Consente di formulare la diagnosi su un piano clinico.
  • Su un piano non clinico, consente di capire il profilo delle abilità più o meno sviluppate nel bambino valutato.

Dalla valutazione delle diverse funzioni cognitive, è possibile ottenere vaste informazioni relative a tutti gli aspetti principali della persona. Non sempre è presente una sospetta patologia quando un bambino viene sottoposto a questo test.


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