You, innamorarsi di uno stalker

You è una delle serie tv che più stanno facendo parlare di sé. La storia tra una ragazza comune e il suo stalker ha generato un acceso dibattito. Siamo veramente protetti? I contenuti che condividiamo sui social giocano contro di noi? Qual è la linea che separa una persona curiosa da uno stalker o un autentico psicopatico?
You, innamorarsi di uno stalker
Leah Padalino

Scritto e verificato la critica cinematografica Leah Padalino.

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre, 2022

Lo scorso dicembre è approdata su Netflix una serie che sta facendo parlare molto di sé, You. Ha debuttato sul canale Lifetime, subito cancellata per i pessimi risultati di audience. I creatori, tuttavia, non si sono arresi e hanno deciso di affidarla a Netflix. Qui la serie è stata vista da oltre 40 milioni di spettatori ed è prevista una seconda stagione (sebbene ai più sembri superflua).

You funziona un po’ come quei piaceri che non ammetteremo mai, ma che in fondo ci intrattengono. Non è certo una delle migliori serie della stagione, ma non si può evitare di restare incollati allo schermo. Contiene un certo numero di errori e pecca un po’ di frivolezza quando parla del mondo letterario, ma ha buoni ingredienti e incuriosisce lo spettatore.

Perché You ha attirato una tale l’attenzione? Forse perché, senza volerlo, è più terrificante di qualunque serie o film horror. Il protagonista, Joe, è un uomo affascinante, con le carte in regola per essere un vero principe azzurro, ma con una terribile verità da nascondere. La serie ci mostra quanto siamo vulnerabili e quali problemi possono derivare da un eccesso di esposizione sui social.

You ha il formato della commedia romantica, ma lo distrugge strada facendo. L’inizio sembrerebbe seguire il solito cliché: una ragazza incontra un ragazzo, scatta la chimica tra di loro e gli incontri casuali si ripetono fino a quando sboccia l’amore. Soltanto che gli incontri sono tutt’altro che causali. Non appena Beck lascia la libreria di Joe, con un sorriso perché ha incontrato un giovane attraente, lui ha già cominciato a indagare sulla sua vita e a programmare la sua conquista.

Attenzione: l’articolo contiene spoiler.

You: Una storia d’amore?

I personaggi di You cercano, in un modo o nell’altro, l’amore. Ma l’idea dell’amore che ognuno ha e manifesta è molto diversa. Troviamo, quindi, chi cerca il modo per amare se stesso, chi ha voglia di innamorarsi e condividere la vita con qualcuno, chi non accetta la propria omosessualità…

Insomma, tutto sembra girare attorno all’idea dell’amore. Un’idea astratta, forse, complessa e molto soggettiva. Joe crede ai colpi di fulmine, alle storie romantiche e finisce per oltrepassare limiti insospettabili. Dal momento in cui Beck lascia la sua libreria, lo vediamo pianificare tutto nei minimi dettagli, aggirarsi come un’ombra: un predatore che punta la sua preda.

Joe non è sui social, ma comincia a controllare la giovane donna attraverso la rete. Appare come un uomo misterioso, diverso, solitario. Un prototipo che si adatta alla figura di una mente complicata, ma affascinante; un uomo dal passato oscuro che “solo noi possiamo aiutare”.

In qualche modo, Joe esercita un fascino ammaliante, si comporta come il principe dal bell’aspetto che Disney ci ha venduto per molto tempo, colui che salva, ascolta e con cui vivere felici e contenti. I principi azzurri, però, esistono solo nei film e Joe è solo apparenza. Dietro la sua galanteria, si nasconde uno stalker.

Ma c’è chi ha confuso la tossicità di questo personaggio con l’amore vero. Lo stesso attore, Penn Badgley, si è incaricato di demistificare questa idea e di ricordarci che il suo personaggio è uno stalker, e soltanto questo.

You, scena del film

Empatizzare con Joe

In un certo senso, seguire la storia attraverso i pensieri del protagonista finisce per generare empatia nei suoi riguardi. O addirittura uno strano desiderio che i suoi piani possano andare a punto.

Joe spia Beck e scopre che la donna ha una relazione tossica con Benji, il quale sembra sfruttarla. Scopre che anche le sue amiche non la fanno stare bene e che Beck deve sforzarsi costantemente per adattarsi. Il compito di Joe sarà quindi quello di eliminare tutte le persone che, in un modo o nell’altro, ostacolano la vita della ragazza e la sua ascesa a uomo della sua vita.

Non ci sono dubbi sul fatto che le prime vittime, Benji e Peach, sono insopportabili e anche noi li vorremmo fuori dalla vita di Beck. La sua vita migliora, infatti, non appena Benji sparisce. Joe giustifica le sue azioni con l’amore: lo fa per il bene della ragazza e per proteggere la loro relazione. Ha ucciso persone di dubbia moralità, quindi, non può essere così cattivo.

Nella testa di uno stalker

Joe, in qualche modo, riesce a coinvolgerci nei suoi pensieri, a farci credere che ha dei validi motivi per uccidere e che l’amore possa giustificare tutto. Allo stesso tempo, mostra il suo lato più umano nella sua amicizia con Paco. Paco, vicino di Joe, è un bambino con una famiglia distrutta: la madre tossicodipendente e il patrigno è un maltrattatore. Joe lo aiuta, gli regala dei libri e cerca di rendere la sua vita sia un po’ meno triste.

Questa sua umanità contrasta in modo enorme con le atrocità di cui si mostra capace. Porta lo spettatore a chiedersi come può una persona dall’aspetto tanto “carino” e pieno di sentimenti essere uno stalker. Joe è torturato dalle preoccupazioni, ne è ossessionato al punto di credere che sia suo dovere intervenire per rendere felice le persone che ama. È un’idea di felicità discutibile, il suo personale punto di vista.

Joe davanti al computer

You e l’era dell’informazione

Oltre ad avvicinarci a Joe, cercando di entrare nella complessità dei suoi pensieri, You suggerisce un’idea inquietante. Chiunque è esposto al rischio di essere stalkerato e, allo stesso tempo, chiunque può diventare uno stalker. In un mondo in cui la nostra vita è presente sui social, non è difficile capire quali luoghi frequentiamo, i nostri interessi, il nostro ambiente. Quanto rendiamo facile la vita ai predatori come Joe?

Se a questo aggiungiamo una personalità insicura, come quella di Beck che cerca approvazione, che ha problemi economici e familiari, ci accorgiamo che è l’obiettivo perfetto. Non esiste più la privacy e sebbene l’immagine che forniamo in rete discosti dalla realtà (non pubblicheremo mai una foto in cui siamo tristi, brutti, annoiati), la verità è che lasciamo troppe tracce che possono essere rubate o usate contro di noi.

Siamo potenziali stalker?

La linea tra amore e ossessione è sempre più sottile. Chi non ha spiato almeno una volta? Chi non ha scoperto o cercato di scoprire aspetti della vita di qualcuno attraverso internet? Le informazioni sono a portata di mano, più che mai, ed è troppo allettante per resistere alla tentazione.

Anche Beck scava nel passato di Joe non appena inizia a nutrire dei dubbi su di lui. Sono poi così diversi Joe e Beck? La differenza è che il primo passa dall’essere semplice osservatore a fruitore di queste informazioni per raggiungere il suo obiettivo. Il gioco è conoscere gli interessi, sapere in che ambiente si muove, fingere un incontro casuale e cominciare la conquista.

Grazie al potere dell’informazione, Joe sa sempre cosa dire a Beck e la fa cadere nella sua rete. L’ossessione, però, è pericolosa e l’uomo oltrepassa il confine trasformandosi in uno stalker.

You rispecchia molto la nostra realtà e diventa un thriller che ci costringe a ripensare ai contenuti che condividiamo. Allo stesso tempo, smonta l’ideale romantico da cinema, suggerendo che l’uomo perfetto può anche essere colui che ti distrugge la vita.


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