Adélaïde Labille-Guiard: pittrice a corte

Adélaïde Labille-Guiard fu un'artista francese del XVIII secolo che riuscì a farsi conoscere nel mondo patriarcale in cui viveva. In questo articolo conosceremo le caratteristiche del suo lavoro artistico e il suo rapporto con la corona francese.
Adélaïde Labille-Guiard: pittrice a corte
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Adélaïde Labille-Guiard des Vertus fu una talentuosa miniaturista e pittrice francese. Nonostante le difficoltà che dovette affrontare a causa del periodo in cui visse, grazie alla sua arte ottenne numerosi molti riconoscimenti; cosa molto insolita per una donna.

Nel XVIII secolo, il numero delle donne ammesse alla prestigiosa Accademia francese di pittura e scultura era limitato. Le poche candidate accettate erano escluse dai corsi di disegno, ritenuto essenziale per l’educazione artistica dei colleghi maschi.

Nonostante questa limitazione, Adélaïde Labille-Guiard riuscì a tracciare e intraprendere il suo cammino nel mondo dell’arte. Fu una ritrattista di successo e una mentore per altre artiste dell’epoca.

Adélaïde Labille-Guiard: dalla vita privata alla professione di pittrice

Adélaïde Labille-Guiard nacque a Parigi nel 1749 da Claude Edme Labille e Marie Anne Labille. Era la più giovane degli otto figli della coppia.

Nel 1769, quando aveva solo venti anni, si sposò con Luis Nicolas Guiard, un impiegato del settore finanziario. Tuttavia, la coppia divorziò nel 1779 senza aver avuto figli.

È proprio il certificato di matrimonio che ci dà delle informazioni sulla vita della pittrice. Nel contratto di matrimonio, firmato il 25 agosto 1769, c’era scritto che Adélaïde Labille-Guiard era una pittrice professionista presso l’Accademia Saint-Luc.

Nel periodo in cui visse Adélaïde, le pittrici professioniste provenivano in genere da famiglie di artisti o artigiani. Ma Adélaïde Labille-Guiard era figlia di un commerciante.

Ritratto di una donna con uno spartito musicale in mano.

Il lavoro del padre influenzò indubbiamente il suo interesse per i tessuti e le trame. Nonostante ciò, il mestiere di commerciante del padre non la avvicinò in nessun modo alle istituzioni artistiche.

Per intraprendere la carriera artistica, Adélaïde dovette ampliare la propria cerchia di amicizie. Per questo motivo, imparò a dipingere utilizzando il mezzo che allora era consentito alle donne: le miniature e la tecnica artistica del pastello.

Con il tempo, passò dai pastelli alla pittura a olio e dalle miniature alla pittura di grandi dimensioni. Questo cambiamento fu il risultato della sua formazione in vari studi di diversi artisti.

Accademia di Saint-Luc, i primi studi formali

Dopo molti anni di studi su Adélaïde Labille-Guiard, si scoprì che la pittrice fu ammessa all’Accademia di Saint-Luc nel 1769. Inoltre, secondo i documenti dell’Accademia si sa che per l’ammissione Adélaïde presentò dei lavori realizzati con la tecnica del pastello.

Purtroppo, l’opera che gli permise di essere ammessa, una miniatura, è scomparsa e oggi non vi è nessuna descrizione o traccia della sua esistenza.

Sebbene Adélaïde Labille-Guiard sia diventata un’abile pittrice di miniature con i pastelli e con i colori ad olio, ci sono poche informazioni sulla sua educazione artistica. Dopo aver sposato Luis Nicolas Guiard, divenne apprendista presso il maestro della pittura a pastello Maurice Quentin de la Tour.

L’Accademina Saint-Luc era nota per il numero di donne che accettava ai suoi corsi: nel 1777 erano 130. Grazie a questa opportunità, Adélaïde Labille-Guiard riuscì a praticare l’arte della pittura in modo professionale.

Studiò la pittura delle miniature con il maestro François-Elie Vincent, un amico di famiglia. Ebbe questa opportunità grazie al fatto che le sue opere furono esposte all’Accademia Saint-Luc.

Durante il suo apprendistato incontrò quello che sarebbe diventato il suo secondo marito, François-André Vincent, il figlio di Vincent.

A differenza di altri artisti maschi dell’epoca, non si limitò solamente alla pittura. Divenne anche l’insegnante di molti aspiranti giovani artisti.

Fu un’insegnante devota e un punto di riferimento per molti suoi studenti, che sosteneva sempre volentieri. La più famosa delle sue allieve fu Gabrielle Capet, che diventò una delle più eminenti pittrici di miniature del suo tempo.

Adélaïde Labille-Guiard e il superamento degli ostacoli

Nel 1783, l’Académie royale de peiture et de sculpture la ammise ai suoi corsi insieme a Elizabeth Vigée Le Brun, un’altra artista.

Adélaïde Labille-Guiard ricevette il sostegno di alcuni membri della famiglia reale e di alcun nobili. Nel 1787, divenne pittrice ufficiale delle zie di re Luigi XVI, Adelaide e Victoire.

Il Salon dell’Accademia Saint-Luc ebbe un tale successo che l’Académie royale si offese e decise di reagire di conseguenza. Nel marzo del 1776, con il sostegno della monarchia, l’Académie royale emanò un decreto che aboliva le corporazioni, le confraternite e le comunità artigiane.

A causa di questo decreto, nel 1777, l’Accademia Saint-Luc fu costretta a chiudere. Tuttavia, Adélaïde Labille-Guiard continuò ad esporre le sue opere nell’accademia fino alla sua chiusura. In seguito, continuò ad esporle nel Salon de la Correspondance.

Il talento di questa pittrice era evidente. Il suo insegnante, François-Elie Vincent, le fece conoscere importanti pittori dell’Académie royale come Joseph-Marie Vien, Bachelier, Amie Suvée e Voiriot. Con il loro aiuto, ottenne un riconoscimento nazionale e l’Académie royale la accettò tra i suoi membri.

Ritratto di Victorie-Louise.

L’accettazione da parte dell’Académie royale de peiture et de sculpture

Il 31 maggio 1783, Adélaïde Labille-Guiard divenne membro dell’Académie royale de peiture et de sculpture di Francia insieme ad altre tre donne; tra esse citiamo il nome di Elisabeth-Louise Vigée Le Brun.

Spesso i critici d’arte hanno confrontato i suoi dipinti e quelli di Elisabeth-Louise Vigée Le Brun facendo delle recensioni più favorevoli nei confronti dei quadri di quest’ultima.

Il primo capolavoro di Adélaïde Labille-Guiard, Autoritratto con due allieve, risente dell’influenza dello stile di Elisabeth-Louise Vigée Le Brun. Tuttavia, oggi, si considerano le opere di Adélaïde di uguale valore o superiori.

Grazie al patrocinio della zia del re di Francia, la principessa Marie Adélaïde, la pittrice ottenne una pensione di 1.000 franchi e un contratto per dipingere lei, sua sorella Victorie-Louise ed Elisabetta, la sorella del re.

Il ritratto di Marie Adélaïde, esposto nel 1787, fu la sua opera più grande e ambiziosa in quel periodo. Nel 1788, il fratello del re, il Conte di Provenza (poi Luigi XVIII re di Francia) le commissionò un ritratto.

Questa opera è oggi conosciuta con il nome di Ricevimento di un cavaliere di Saint-Lazare dal Gran Maestro dell’ordine.

La debacle politica francese

Dopo la rivoluzione francese del 1789, i rapporti che la Labille-Guiard aveva con la famiglia reale non la misero in buona luce. Inoltre, tra il 1793 ed il 1794, molti dei nobili che la sostenevano furono condannati alla ghigliottina.

L’11 agosto 1793, un ordine del Direttorio costrinse la pittrice a consegnare tutti i ritratti dei nobili in suo possesso per essere bruciati pubblicamente; incluso il ritratto non finito del Conte di Provenza.

Per sfuggire al Regime del Terrore, la pittrice si nascose in una casa di campagna insieme ad altre persone, tra cui Vincente e Gabrielle Capet. Quando nel 1795 torno a Parigi, trovò una città completamente cambiata.

Nel 1795 ottenne il riconoscimento di artista dal Louvre ed una nuova pensione di 2.000 franchi. Inoltre, fu la prima artista donna a creare un laboratorio per sé e per i suoi studenti al Louvre. Continuò ad esporre i suoi ritratti fino al 1800.

L’8 giugno 1799, sposò il figlio del suo maestro, François-André Vincent. Da quel momento in poi, firmò alcuni dei suoi dipinti come Madame Vincent.

I ritratti a pastello di Marie Adélaïde, Victorie-Louise ed Elisabetta rimasero in suo possesso fino alla sua morte. Morì il 24 aprile 1803 dopo una lunga malattia.


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