Amore dipendente: di cosa si tratta?

L'amore dipendente è la trappola dell'eccessivo attaccamento emotivo. La ricerca di un amore salvifico che finisce per negare l'amore per se stessi.
Amore dipendente: di cosa si tratta?
Alicia Escaño Hidalgo

Scritto e verificato lo psicologa Alicia Escaño Hidalgo.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

L’amore è un sentimento coinvolgente, costruttivo, ma anche distruttivo. A seconda di come viene vissuto, può motivarci a crescere o impedircelo del tutto, come nel caso dell’amore dipendente. Per di più, in una società in cui l’ideale del romanticismo è ancora ben saldo, è spesso difficile costruire una relazione sana e fluida.

Molto più di quanto vorremmo, i pazienti di uno psicologo lamentano spesso problematiche legate all’amore. Perfettamente funzionali sul lavoro, nelle relazioni familiari o sociali e in altri ambiti vitali, sembrano totalmente diverse quando si imbattono in una relazione sentimentale. Perché?

Le esperienze vissute durante l’infanzia e in alcuni casi durante l’adolescenza o nei primi anni dell’età adulta, lasciano un segno profondo. Gli stili genitoriali con i quali siamo cresciuti e un’autostima poco sviluppata possono costituire le basi alla predisposizione per le relazioni tossiche.

Quando il bambino non acquisisce sicurezza e fiducia di sé, diventa più difficile per lui manifestarle in età adulta. Rimane un vuoto che tenterà di riempire in qualche modo.

Non si tratta di “dare la colpa” a qualcuno, semplicemente nessuno è perfetto. I genitori commettono spesso degli errori. Nella maggior parte dei casi, perché viviamo in un sistema che “costringe” a trascorrere troppo tempo fuori casa, a trascurare questioni importanti come la famiglia, a essere frenetici e stressati.

I bambini finiscono per sentirsi soli e non ce ne accorgiamo nemmeno. Percepisco che i genitori, il loro punto di riferimento vitale, non sono mai disponibili ed è così che nasce l’idea dell’abbandono. Una sensazione che può tradursi in età adulta in amore dipendente.

Donna in crisi.

Il vuoto e l’amore dipendente

Quando ci rompiamo una gamba, dobbiamo usare le stampelle. Queste “protesi” ci sono utili per compensare le nostre mancanze; grazie a esse possiamo camminare e a svolgere le nostre attività quotidiane. Vale a dire, quando abbiamo fisicamente bisogno di una protesi, diventa funzionale finché non siamo in grado di procedere senza.

A livello psicologico e con riferimento all’amore, accade spesso la stessa cosa. L’assenza dei genitori, gli abusi, i traumi infantili, ecc., ci fanno sviluppare una mancanza o un vuoto affettivo. Quel vuoto che si crea nella nostra anima ci accompagna fino all’età adulta, ed è talmente doloroso e invalidante da indurci a cercare una stampella per poter andare avanti. Ma, sorpresa! Non è così efficace come quando ci rompiamo una gamba.

Quando riempiamo il nostro vuoto con il partner, tendiamo a ripetere ciò che abbiamo vissuto durante l’infanzia. Scegliamo partner che in un certo senso somigliano a ciò che già conosciamo. Il cervello è più a suo agio con quello che gli è familiare, seppur doloroso.

Il risultato è che la relazione non funziona, diventa tossica. Da un lato, la mancanza che proviamo genera sentimenti di gelosia, possesso o dipendenza, giacché tentiamo di impedire che “l’abbandono” si ripeta.

D’altra parte, è anche possibile che il partner alla fine ci abbandoni o in qualche modo ci tratti male, come già è successo in passato. Non è sfortuna, non è il caso. Quando si sviluppa uno schema, è normale ripeterlo. Ed ecco che ci ritroviamo a dire: “mi succede sempre lo stesso”, “non ho fortuna in amore”.

Senza rendercene conto, rievochiamo situazioni che abbiamo vissuto molto tempo prima. Può essere un’immensa paura di rimanere soli o di essere lasciati. Per ogni relazione che fallisce, il vuoto diventa più grande. L’idea dell’abbandono e del fallimento si alimenta sempre di più. Dove sbagliamo?

Amore dipendente: e se smettessimo di sostenerci con una stampella?

L’amore dipendente non è mai la scelta migliore. Può essere funzionale nel breve termine, ma diventa un pesante fardello se protratto nel tempo.

Può darci la falsa sensazione che sia positivo per la nostra autostima, che finalmente stiamo bene, e che adesso “funziona”. Ma non è proprio così. Perché la relazione abbia successo e l’amore diventi un percorso senza troppi ostacoli, è necessario che l’amore di cui pensiamo di aver bisogno nasca da noi e per noi.

La chiave terapeutica per liberarci dall’amore dipendente risiede nel capire che, sebbene avessimo realmente bisogno delle cure e dell’affetto dei nostri genitori, adesso, da adulti, possiamo essere autonomi.

Donna felice.

Conclusioni

Cresciamo quando impariamo a stare bene con noi stessi, con il nostro dialogo interiore. Ecco perché in questi casi far pace con la solitudine rappresenta un ottimo inizio. Sforzatevi di stare da soli per qualche tempo, fate dei progetti in autonomia, tollerate la noia o le emozioni fastidiose.

Senza dipendenze, senza mancanze, senza bisogni. Iniziate una relazione che porti un valore aggiunto, che sia appagante, perché semplicemente bella, facile, sana, divertente. Non perché necessaria.

Solo così non dipenderete più da nessuna stampella per andare avanti. Camminerete da soli e quel vuoto sarà riempito dalla vostra stessa stima. Abbiate il coraggio di amarvi incondizionatamente e di lasciar andare il peso di un amore dipendente.


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  • Riso, W. ¿Amar o depender? Cómo superar el apego afectivo y hacer del amor una experiencia plena y saludable. Editorial Planeta/Zenith

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