Dare amore agli sconosciuti aiuta a superare la depressione
Per quanto possa sembrare strano, a volte aiutare gli altri a risolvere i loro problemi può essere un’ottima soluzione per i nostri. La depressione, l’ansia sociale e tanti altri sintomi o disturbi possono scomparire quando smettiamo di concentrarci solo su noi stessi e rompiamo le barriere che ci separano dagli altri.
Al contrario di quanto ci si aspetterebbe, inoltre, in molte occasioni è più facile aiutare degli sconosciuti piuttosto che le persone che fanno parte della nostra cerchia sociale. Se soffriamo di depressione o ci facciamo consumare dall’ansia, è molto probabile che la paura che ci attanaglia sia comunque legata alla nostra cerchia sociale più ristretta.
“Amare, non è solamente voler bene; è soprattutto comprendere.”
–Françoise Sagan–
Con gli sconosciuti si può godere di una grande libertà. Loro non ci conoscono e viceversa. Non vi sono aspettative, non c’è un’immagine precostruita, né un milione di test a cui sottoporre l’altro prima di accettarlo. Non c’è un passato condiviso che condiziona né un presente che incatena. Per quanto possa sembrare incredibile, da un certo punto di vista con gli sconosciuti ci è più facile mostrarci nella nostra autenticità.
Hannah Brencher e la sua storia con gli sconosciuti
Hannah Brencher, terminati gli studi e ottenuta la laurea, si trasferì a New York. Aveva bisogno di un cambiamento, perché si sentiva totalmente invasa dai sentimenti di ansia e depressione. La sua tristezza sembrava inconsolabile, fin quando non cominciò a fare qualcosa di inusuale: scrivere lettere d’amore a sconosciuti, in forma anonima.
Hannah cominciava tutte le sue lettere con questa frase: “Se hai trovato questa lettera, è per te”. E al suo interno condivideva messaggi come questo: Non ci conosciamo. Non ci siamo mai seduti a ridere davanti ad una tazza di caffè. Non abbiamo mai ballato negli stessi locali né abbiamo sbadigliato assieme a mezzanotte. Niente di tutto questo mi interessa. Perché è così piccolo ed insignificante rispetto alle cose che mi piacerebbe che tu sappia: sei meraviglioso. Sei importante. Le tue mani sono destinate a grandi cose.
La donna lasciava le sue lettere nei ristoranti, nei parchi, sugli autobus e perfino nella sede dell’ONU, a disposizione di qualsiasi sconosciuto. Nello scriverle, si concentrava semplicemente su tutto l’amore che a lei stessa sarebbe piaciuto ricevere. Pensava alle parole che avrebbe voluto sentirsi dire. Era come se si innamorasse di quegli sconosciuti, per poi dichiarare loro il suo amore attraverso quelle lettere.
Dopo aver scritto diverse lettere, Hanna si rese conto che, smettendo di concentrarsi su sé stessa, il suo dolore ed il suo senso di solitudine erano spariti. Ma non è stata l’unica al mondo ad accorgersi che è possibile ritrovare la voglia di vivere aiutando gli sconosciuti, al punto da farli diventare una parte fondamentale della propria vita.
La depressione e l’aiuto agli sconosciuti
Come mai aiutare gli sconosciuti è un modo per aiutare sé stessi quando si soffre di depressione o ansia? La risposta non è semplice, ma ha a che vedere con il fatto che chi soffre emotivamente tende ad isolarsi. E nel farlo, non fa altro che aumentare tutti i suoi sintomi e problemi.
Il tutto è legato all’immagine di incapacità e vulnerabilità che si sviluppa quando si hanno problemi emotivi. Quando succede, siamo tutti convinti di essere dei buoni a nulla, di essere capaci di ben poco e di non valere molto. Si prova anche una sensazione di carenza affettiva che non può essere colmata da niente e da nessuno. Questo si trasforma in un circolo vizioso: la tristezza porta all’isolamento e l’isolamento alla tristezza. Rompendo questo circolo, tutto comincia ad apparire sotto una luce diversa.
Una delle convinzioni di chi soffre di questi problemi neurologici è “quello che succede a me non succede a nessun altro”. Questa è la grande bugia di chi soffre di problemi emotivi. Il soggetto non riesce a comprendere che ogni essere umano ha il suo peso sulle spalle e che tutti prima o poi nella vita dobbiamo confrontarci con momenti di grande sofferenza.
Aiutando gli sconosciuti, questa convinzione comincia a vacillare. Ci si mette in una posizione di comprensione verso gli altri che, alla fine, serve a capire quello che sta succedendo a noi.
Grazie ad uno studio condotto di recente nel Regno Unito è stato possibile verificare che chi fa lavori altruistici o si relaziona con persone sconosciute almeno due volte a settimana riesce a superare in modo sorprendente i suoi problemi di ansia e di depressione. Quest’attività contribuisce anche a sviluppare un’immagine migliore di sé stessi, e ad alimentare un sentimento di orgoglio personale. Perché non provare ad aiutarci aiutando gli altri? È una meravigliosa prova di amore verso la vita.
Immagini per gentile concessione di Free People, Luke Stephansshen, Hannah Brencher