Anatomia umana: come saremo tra 1000 anni?

Verso che direzione ci stiamo dirigendo? Viviamo in un mondo che si muove a una velocità mai vista prima. In che modo ciò potrebbe influenzare la nostra anatomia futura? Cercheremo di rispondere a questa domanda prendendo spunto da alcune teorie sul futuro dell'umanità.
Anatomia umana: come saremo tra 1000 anni?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 10 marzo, 2023

Il XXI secolo è caratterizzato da velocità e cambiamento. Già alla fine del XX secolo, con l’avvento delle nuove tecnologie, si è introdotto un nuovo paradigma nella società. Si sono verificati una serie di progressi che hanno modificato le nostre abitudini – premendo un pulsante possiamo inviare un messaggio all’altra parte del mondo – e che, per estensione ed evoluzione, lasceranno un segno nelle nostra anatomia. Ebbene, in che modo questi cambiamenti possono influenzare l’anatomia umana?

Da quando è apparsa sulla terra, la specie umana si è evoluta in maniera a dir poco sorprendente. Nonostante i suoi difetti, è l’unica che è riuscita a sviluppare un pensiero astratto complesso, basato su infinite possibilità di comunicazione.

E, benché non ce ne rendiamo conto, continuiamo a evolvere. Il motivo risiede in gran parte nel cambiamento delle condizioni ambientali e culturali.

L’anatomia umana è cambiata notevolmente da quando abbiamo smesso di essere raccoglitori e cacciatori e siamo diventati una specie sedentaria. Da lì in poi, i progressi culturali e i cambiamenti del pianeta hanno operato ulteriori e graduali modifiche.

A ogni modo, è alquanto probabile che nei prossimi mille anni subiremo grandi cambiamenti nella nostra fisionomia.

“Tra un secolo o due, o finiremo per distruggerci o – molto più probabilmente – useremo la tecnologia per trasformarci in qualcos’altro.”

– Yuval Harari-

L’anatomia umana tra mille anni

Per quanto concerne i possibili cambiamenti futuri nell’anatomia umana, non vi è pieno accordo. In gran parte, ciò è dovuto al fatto che non vi è comune accordo neanche su come la società potrebbe evolvere.

Tuttavia, e nonostante qualche buon auspicio, la maggior parte degli esperti in materia non è così ottimista.

Il Dottor Oliver Curry, teorico dell’evoluzione della London School of Economics nel Regno Unito, afferma che l’umanità raggiungerà l’apice del suo splendore tra 1000 anni, nell’anno 3000 della nostra era. Dopo di che, si avrà il declino della specie.

Curry, il quale condivide la sua tesi con molti altri ricercatori, suggerisce che tra mille anni molto probabilmente saremo suddivisi in due grandi sottospecie: una superiore e l’altra inferiore.

Dal punto di vista anatomico, la razza superiore sarà alta probabilmente più di due metri e vivrà almeno 120 anni. Inoltre, potrà contare su una più duratura giovinezza di quella attuale.

La razza superiore sarà più sana, attraente e intelligente. Sull’altro versante, la razza inferiore conserverà una statura più bassa e sarà meno attraente. Morirà giovane e vivrà una vita meno sana. Le grandi differenze nel mondo saranno guidate dalla genetica diretta piuttosto che dalle differenze naturali.

La visione di Harari

La prospettiva di Yuval Harari, non solo sull’anatomia umana ma sul futuro in generale, è ancora più desolante. Secondo lo storico, alla razza umana rimangono solo uno o due secoli di vita.

Siamo una specie vulnerabile, sull’orlo dell’estinzione. L’aspetto più paradossale è che saremo noi stessi a scrivere questa sentenza.

Viviamo in un periodo storico in cui abbiamo a disposizione tecnologie sempre più intelligenti. Harari sostiene che ciò porterà a una rottura con la vita organica e alla creazione di una forma di vita inorganica.

Con la manipolazione genetica e l’intelligenza artificiale non passerà troppo tempo prima di vedere la creazione di un essere superiore, che non abbia i limiti e le fragilità dell’uomo.

Secondo questa prospettiva, siamo inconsapevoli testimoni delle ultime generazioni di Homo sapiens. Ma potrebbe  anche passare molto tempo prima che la specie umana venga sostituita da esseri inorganici, molto più efficienti e capaci di sopravvivere in condizioni estremamente avverse.

Mano robot.

Anatomia umana: un futuro incerto

Benché Harari sia forse il più radicale tra gli esperti “apocalittici”; in realtà, molti di quelli che si sono  occupati di proiezioni sul futuro dell’umanità non hanno una visione troppo lontana dalla sua.

Sono in molti a pensare che fra qualche decennio le macchine raggiungeranno quella capacità innovativa che al momento sembra essere riservata solo al cervello umano.

Altri pensano che la manipolazione genetica renderà l’anatomia umana più uniforme e migliore. Saremo sempre più belli, intelligenti ed efficienti. Tuttavia, questa uniformità potrebbe permettere a un unico fattore di spazzare via l’intera specie.

Alcuni, invece, parlano della possibile immortalità degli esseri umani in tempi non molto lontani. Si tratta di un argomento che ha scatenato diversi dibattiti e che è considerato un’ipotesi plausibile, ma al momento fragile.

Cosa accadrà? Viviamo in un mondo talmente instabile da non lasciarci altra possibilità che dire: “tutto è possibile!”.


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  • Arsuaga, J. L., & Martín-Loeches, M. (2013). El sello indeleble: Pasado, presente y futuro del ser humano. Debate.


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