Andare avanti, come se niente, come se nessuno…
Andare avanti a volte non è una scelta, ma un obbligo. Una risorsa psicologica indiscussa. Una miscela di un materiale luminoso e resistente che deve coprire il nostro cuore per permetterci di avanzare, come se niente fosse troppo importante da poterci togliere la speranza, come se nessuno fosse così prezioso da toglierci l’opportunità di essere felici ancora una volta.
Sarà capitato a tutti qualche volta, ci saremo trovati bloccati in un momento della nostra vita. Quando ciò accade, il nostro universo tergiversa, ci sentiamo sottosopra e incapaci di agire, ancorati a una dimensione strana, asfissiante. E lo sappiamo, sappiamo molto bene che ciò che rimane fermo o afferrato a qualcosa si rovina e che, come l’acqua che ristagna, tutto comincia ad avere un cattivo odore.
Quando viviamo momenti complicati e avversi, una parte del nostro cervello ci spinge ad andare avanti. È la voce della logica, quella che si allinea con ciò che ci dicono le persone a noi più vicine per spronarci, oppure quando si preoccupano per noi e cercano di darci il supporto migliore e di pronunciare le parole più giuste. Tuttavia, vi è anche una parte del nostro cervello resistente ai cambiamenti e del tutto incollata a questi eventi dolorosi che le hanno sottratto la calma e, prima di ogni altra cosa, la sensazione di sicurezza che provava fino a non molto tempo prima.