Ansia immotivata: è normale provarla?

Avete mai provato ansia in assenza di un evento o di un fenomeno che la giustificasse? Nell'articolo di oggi spiegheremo il motivo per cui si può cadere in preda a questa esperienza così enigmatica.
Ansia immotivata: è normale provarla?

Ultimo aggiornamento: 24 ottobre, 2020

L’ansia immotivata è una delle cause più ricorrenti di consulto psicologico. È del tutto normale che in determinati casi l’ambiente induca l’organismo ad attivarsi per affrontare una determinata situazione. Ciononostante, esistono circostanze nelle quali non è possibile riconoscere i fattori causali di tale attivazione.

Le persone che soffrono di ansia immotivata investono il loro tempo e le loro abilità analitiche nel cercare una spiegazione ragionevole a tale reazione, soprattutto quando ciò non accade a una prima analisi. Un’incertezza che finisce per essere la cassa di risonanza dell’ansia stessa.

“Nella nostra società, le persone spendono milioni di dollari all’anno per sbarazzarsi dell’ansia. In generale, il costo delle visite mediche e dei servizi sanitari sostenuto dalle persone affette da disturbi d’ansia è il doppio di quello sostenuto da chi non presenta tali disturbi, incluso chi soffrono di malattie organiche.”

-Barlow (2002) –

Donna con attacco di cefalea.

Caratteristiche dell’ansia

L’ansia si può considerare come uno stato mentale orientato al futuro, accompagnato da emozioni quali paura, preoccupazione, ecc. Tali caratteristiche dell’ansia portano l’individuo ad accusare una serie di sintomi quali:

  • Aumento della tensione muscolare.
  • Minzione frequente.
  • Secchezza delle fauci.
  • Sensazione di vertigini o capogiri.
  • Ritmo cardiaco accelerato.
  • Senso di oppressione al torace.
  • Difficoltà respiratorie.
  • Nodo alla gola.
  • Sudorazione eccessiva.
  • Sensazione di mancanza di controllo.

Detti sintomi costituiscono l’espressione sul piano fisico dell’ansia. Uno dei fenomeni che l’organismo umano condivide con gli altri animali è l’attivazione di risposte rapidi di fronte alla percezione di un pericolo; ovvero l’attivazione del sistema nervoso simpatico. Per esempio:

“Immaginate di aprire la porta di casa e di trovarvi di fronte una tigre affamata. Logicamente, la vostra prima risposta sarà quella di chiudere la porta il prima possibile per mettervi al sicuro. Ovvero, il sistema di attivazione genera uno stato di allerta nell’organismo, producendo una risposta di fuga (mettersi in salvo)”.

Meccanismi di gestione dell’ansia

La differenza tra gli animali e gli esseri umani è che questi ultimi hanno sviluppato la logica del problem solving per gestire le sensazioni interne classificate come pericolose. In altre parole, possiamo percepire il pericolo e le minacce, attraverso le reazioni del corpo.

In seguito a ciò, percepiamo le emozioni, le idee e le sensazioni pericolose come spiacevoli. A ciò si deve l’ansia immotivata. Un reazione logica si traduce in azioni volte alla risoluzione del problema, ma vi sono situazioni nelle quali questa logica non funziona. Per esempio:

“Se non ci piace il colore di una parete, la soluzione può essere più o meno nelle nostre mani: acquistiamo un nuovo colore, facciamo una prova per vedere come starebbe sulla parete e, se ci piace, continuiamo a dipingere il resto. Se proviamo ansia, quale strategia metteremmo in atto? Per quanto tempo potrebbe funzionare? Cosa succederebbe dopo?

Ma allora, l’ansia immotivata è normale o no?

L’ansia in alcuni casi può essere adattativa: tiene sotto controllo i problemi. Tuttavia, la paura o l’ansia eccessiva può ostacolare l’efficacia di un’azione. Quando l’ansia diventa patologica, l’individuo tende ad associare sensazioni spiacevoli con stati alterati, per non parlare delle situazioni e i momenti della giornata in cui si manifesta l’ansia.

Tale associazione con situazioni spiacevoli dà l’idea che l’ansia si presenti senza motivo. Questa sensazione, inoltre, non solo si verificherà in circostanze identiche, ma anche in quelle che condividono stimoli simili.

Il paradosso dell’ansia immotivata

Quando i tentativi di risoluzione non sono sufficienti a controllare gli stati d’ansia, possono diventare essi stessi un problema. Di fatto si può entrare in una spirale nella quale i tentativi di controllare l’ansia rimangono ancorati all’ansia stessa, costituendo parte del problema. Il seguente esercizio può rivelarsi utile alla comprensione:

Visualizzate dei deliziosi bignè alla crema. Immaginatene la consistenza, il colore, il profumo che emanano appena sfornati, il sapore… concentratevi per qualche istante sui bignè alla crema. Ci siete?

Ora, provate a cancellare i bignè dalla vostra mente. Se vi viene ancora in mente l’immagine dei bignè, pensate piuttosto a una Ferrari… continuate così per 30 secondi circa.

Adesso, provate a rispondere a questo gioco dei contrari:

BIANCO ->

NOTTE ->

DOLCE ->

FERRARI ->

Uomo con crisi d'ansia.

Provare ansia senza motivo è del tutto normale, sono i tentativi di controllo che la rendono problematica

Così come avete appena associato la Ferrari ai bignè alla crema, succede lo stesso con le situazioni associate all’ansia. È uno dei motivi per cui è possibile provare una sensazione di ansia immotivata.

Un giorno vi trovate in spiaggia a guardare il tramonto, vi state godendo il ​​momento, ma dopo qualche secondo la vostra mente vi ricorda che non state provando ansia (un pensiero che paradossalmente può attivare il sistema nervoso simpatico).

Potrebbe sembrare che accada senza motivo, invece il corpo ha memoria delle esperienze vissute (un flusso di ricordi che non necessariamente passa attraverso la coscienza). Inoltre, quelle stesse esperienze non possono essere cancellate.

La cosa più importante è riconoscere la manifestazione dello stato d’ansia, i sintomi quanto influiscono sulla nostra vita, così da concentrarci su quello che stiamo facendo per tenerli sotto controllo. Ad ogni modo, è sempre possibile consultare uno specialista, soprattutto quando l’ansia è costante e ostacola lo svolgimento delle attività quotidiane.


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  • Ayuso, J. L. (1988). Trastornos de angustia. Barcelona: Ediciones Martínez Roca

  • Miguel-Tobal, J. J. (1996). La ansiedad. Madrid: Santillana

  • Sociedad Española para el Estudio de la Ansiedad y el Estrés – SEAS (ed.). «Ansiedad normal y ansiedad patológica – ¿Las diferencias individuales en la reacción de ansiedad ante una misma situación indican patología?»


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