Autoconoscenza: un mare senza limiti

Autoconoscenza: un mare senza limiti

Ultimo aggiornamento: 31 agosto, 2016

L’autoconoscenza rappresenta la saggezza e non è un fine da raggiungere, poiché non potremo mai arrivare a conoscerci del tutto, non perché ci impegniamo di più o di meno in questo compito, piuttosto perché siamo sottoposti ad un cambiamento costante. Tuttavia, possiamo chiederci, cos’è l’autoconosenza? Si potrebbe dire che è un mezzo attraverso il quale possiamo crescere e imparare, fluire con lo scorrere del tempo e delle nostre esperienze.

Ci preoccupiamo sempre dell’immagine che diamo agli altri, ci concentriamo sugli aspetti più superficiali. Ed è così che perdiamo di vista le nostre radici più profonde, perdendo di vista chi siamo davvero.

Come vedremo di seguito, il processo di conoscenza di se stessi richiede coraggio, onestà, amore e responsabilità. Questo succede perché l’autoconoscenza implica liberarsi dai pregiudizi, dalla colpa, dall’odio e dal rancore. In modo da poter andare al fondo delle cose nel corso della nostra esistenza.

“Di tutta la conoscenza possibile, quella più saggia e utile è quella di se stessi”

-W. Shakespeare-

L’autoconoscenza ci dona pace interiore

Questo percorso in continuo divenire, quello dell’autoconoscenza, non si può percorrere in fretta, con impazienza ed ansia di giungere a qualcosa; come già abbiamo detto, infatti, non esiste un punto di arrivo.  Ascoltando e soddisfacendo le nostre necessità, ci conosciamo e maturiamo con ogni esperienza che facciamo.

“Quanto più conoscerete voi stessi, più chiarezza avrete. La conoscenza personale non ha fine: non arriverete alla realizzazione, arriverete ad una conclusione. È un fiume senza fine. E, più lo studierete, più vi affonderete, e troverete la pace. Solo quando la mente è tranquilla – tramite la conoscenza personale, non attraverso un’autodisciplina imposta – solo allora, in quella inquietudine, in quel silenzio, può avverarsi la realtà.”

-J. Krishnamurti-

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Siamo abituati ad una grande attività mentale, a distrarci con facilità prestando più attenzione a quello che fanno gli altri e a come si comportano. Siamo esperti nel giudicare, criticare, dare consigli, incolpare e vedere negli altri le cose che non riusciamo a vedere in noi stessi. Tutto questo serve ad analizzarci, non volendo vedere tutti gli aspetti di ciò che siamo davvero.

Allontanarci dalle distrazioni

Le interazioni con gli altri sono sempre un’arma a doppio taglio e infieriscono sempre su qualcuno in base all’atteggiamento che adottiamo nei confronti di quella interazione. Da una parte, le relazioni con gli altri sono necessarie per l’autoconoscenza, perché è grazie ad esse che possiamo scoprire più cose su noi stessi. D’altra parte, relazionarsi senza una coscienza ci distanzia dagli altri e dalla nostra capacità di conoscenza personale.

Conoscerci attraverso le relazioni con gli altri implica ascoltarci in quella interazione, osservare cosa produce in noi, cosa sentiamo e che emozioni si risvegliano con ognuno dei comportamenti che ci piacciono o meno. E soprattutto capire tutto ciò che ci si presenta è personale ed è relazionato con il nostro modo di essere.

Per poter prestare piena attenzione a qualcosa, bisogna che vi sia integrazione di tutto il vostro essere. In effetti: mentre ad un livello di coscienza forse desiderate scoprire e conoscere, è possibile che ad un altro livello quella stessa conoscenza significhi disillusione, perché è probabile che ci faccia cambiare completamente la nostra vita.”

-J. Krishnamurti-

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Nessuno ha il potere di generare in noi un sentimento o un’emozione senza il nostro consenso. Per questo motivo bisogna capire che siamo sempre complici, non vittime di quello che proviamo. Questo vale sia per le cose piacevoli sia per quelle spiacevoli: quando proviamo amore, si tratta di un sentimento che sorge in noi tramite l’interazione con altre persone. Pensate, per esempio alla rabbia, non è una cosa che nasce in voi a partire da un’interazione? E in tutti casi è qualcosa che ha a che vedere solo con voi.

Siate autentici

L’autoconoscenza ci porta inevitabilmente all’autenticità, al mostrarci in modo più onesto e reale davanti agli altri e soprattutto davanti noi stessi, senza dover ricorrere all’auto-inganno. Allontanando da noi la necessità di compiacere o rifiutare la colpa di quello che ci succede.

“Chi è autentico, si assume la responsabilità di quello che è e si riconosce libero di essere quello che è”

-Jean Paul Sartre-

Conoscendo meglio noi stessi aumentiamo la nostra capacità di mostrarci autentici. Essendo più trasparenti e chiari, più vicini all’amore e aprendoci alla conoscenza. È in questi casi che esploriamo la profondità del senso che ha ognuna delle esperienze che viviamo.

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Abbiamo visto come l’autoconoscenza, effettivamente, è un mare senza limiti, perché trascorriamo tutta la vita, imparando la comprensione e l’amore verso noi stessi. Riuscendo così a condividere, con amore, il nostro vero Io con gli altri tramite l’autenticità.


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