Biblioterapia: il potere curativo dei libri

Biblioterapia: il potere curativo dei libri
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Leggere è il modo migliore per coltivare la mente. Da secoli i libri formano, istruiscono e divertono. Spesso ci danno speranza, sostegno, rifugio e addirittura salvato la vita. L’esperienza curativa o taumaturgica dei libri è conosciuta come biblioterapia o libroterapia.

I  libri  emanano una magia immensa. Secondo Freud, le parole e la magia erano in principio la stessa cosa. Sarà forse per questo che a volte cerchiamo rifugio nei libri.

È indubitabile che leggere migliora la salute emotiva. Sono molti i benefici apportati dalla lettura, anche a livello inconsapevole. L’effetto positivo di un libro è dimostrato sulle persone che soffrono di disturbi mentali lievi o moderati e anche con problemi fisici. Vediamo cos’è la biblioterapia.

Tipi di biblioterapia

Innanzitutto distinguiamo due tipi principali di biblioterapia a seconda dell’obiettivo che si vuole raggiungere.

  • Clinica: la finalità della lettura è la modifica di un atteggiamento o un comportamento del paziente. Di solito viene praticata in un contesto ospedaliero. È consigliata a chi soffre di disturbi emotivi, ADHD o DCA. I libri utilizzati contengono informazioni su argomenti specifici e aiutano il paziente a focalizzare un determinato aspetto della realtà.
  • Evolutiva o per lo sviluppo personale: l’obiettivo è la crescita. La lettura si realizza in forma individuale o in gruppo ed è preventiva o correttiva. Il contesto in cui si esercita è più ampio rispetto alla biblioterapia clinica; si può praticare, ad esempio, in biblioteca o nei centri educativi. Si basa sul concetto di auto-aiuto e spesso prevede esercizi o compiti da eseguire per lo sviluppo di determinate competenze: imparare a essere più assertivi, a meditare, a parlare in pubblico, etc.
Libreria a forma di testa

Gli effetti della biblioterapia sul cervello

“Parla come un libro stampato”. Spesso usiamo questo modo di dire per riferirci alle persone con un elevato quoziente intellettivo o che parlano con proprietà, frutto di educazione che è passata attraverso molte letture. Leggere, tuttavia, è più che ampliare le nostre conoscenze, è una terapia.

La biblioterapia offre risposte in modo divertente, didattico e ci arricchisce come persone. Incoraggia a cambiare e aiuta a chiarire i nostri dubbi.

Divertimento terapeutico

Vi è mai capitato di immergervi completamente nelle pagine di un romanzo e di finire trasportati in un’altra realtà? Quando viaggiamo all’interno di una storia o di un’ambientazione, mettiamo da parte i nostri pensieri e problemi; ci facciamo trasportare dalle parole.

Evadere, anche solo per qualche minuto, dalla nostra realtà significa staccare la spina delle nostre paure e ansie e contribuisce a migliorare lo stato d’animo. Tutto questo spesso agisce a livello inconsapevole.

Sdrammatizzare

Quante volte ci sentiamo assillati da un problema e non smettiamo di rimuginare? A volte da un granello di sabbia facciamo una montagna che non ci permette di guardare oltre. In casi come questo, i libri sono piccoli uragani che spazzano via la montagna e ci fanno respirare. Essere assorbiti e concentrati su noi stessi è sano, ma solo nella giusta misura.

La biblioterapia aiuta a sdrammatizzare la situazione che stiamo vivendo. La finzione ci permette di non sentirci soli e di condividere pensieri e problemi con i suoi personaggi. La vita, allora, appare diversa, aumenta la prospettiva, la serenità e la riflessione.

La lettura ci invita a crescere emotivamente. Possiamo ricavarne ispirazione e mettere in circolo l’energia sufficiente per andare avanti. Secondo Raymond Mar, “leggere favorisce un’attività cerebrale simile a quella che può attivare l’esperienza reale”.

Uomo cammina tra le pagine di un libro

Felicità

Un articolo pubblicato su The New Yorker illustra bene il potere curativo della libroterapia: “leggere narrativa è uno dei pochi sentieri che restano verso la trascendenza, quella dimensione impalpabile in cui la distanza tra se stessi e l’universo si accorcia. Leggere mi fa dimenticare me stessa, ma al tempo stesso mi fa sentire più unica”, dice l’autrice.

I risultati di uno studio condotto da un’equipe di neuroscienziati della Emory University (Atlanta) sono incoraggianti. La lettura contribuisce a ridurre i livelli di stress e ad aumentare lo sviluppo psicosociale.

Empatia

La capacità di mettersi nei panni altrui, di capirne le emozioni, positive o negative, è una risorsa eminentemente sociale. Per svilupparla, tuttavia, non è necessario essere sempre circondati da persone. Si ottiene un risultato simile con i libri, in cui le parole rappresentano una simulazione della realtà. Non è vero, dunque, che la lettura è solo per i solitari.

Entrare nella trama di un libro, empatizzare con i suoi personaggi migliora la nostra vita sociale. Inoltre, leggere è uno dei fattori che contribuiscono allo sviluppo delle capacità espresse dalla famosa teoria della mente

Depressione e ansia

La lettura volta al trattamento di ansia e depressione ha dato ottimi risultati. Il NICE, istituto che fa capo al Ministero della Salute britannico, consiglia la biblioterapia come modo per aiutare chi soffre di depressione lieve. In Inghilterra la campagnaThe Reading Well for Young People, rivolta soprattutto ai giovani, invita i medici a prescrivere la lettura come terapia di questo disturbo mentale.

Il potere terapeutico dei libri è notorio. Forse i risultati non sono immediati, ma a lungo termine il corpo e la mente ne traggono beneficio. Perché non provare?


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.