Come cambia il cervello quando leggiamo

Come cambia il cervello quando leggiamo

Ultimo aggiornamento: 28 luglio, 2017

Ci sono diverse esperienze che possono generare dei cambiamenti positivi sul cervello. Una di queste è sicuramente la lettura, responsabile di cambiamenti molto affascinanti. C’è da dire che non tutti i libri sono in grado di generare un forte impatto mentale. Secondo diverse ricerche, leggere storie di personaggi reali o fittizi è forse una delle attività più produttive.

Attualmente, molti si chiedono a cosa serva la letteratura, addirittura c’è chi dubita del suo valore, preferendo il film al libro perché lo ritiene meno “difficile”. Un libro e le parole che contiene devono competere con gli effetti speciali che si possono riprodurre al cinema o in televisione. Non tutti riescono a leggere al punto da entrare nella storia e preferiscono, magari, vedere la storia sullo schermo della tv.

L’arte della lettura è soprattutto l’arte di ritrovare la vita nei libri e di comprenderla meglio proprio grazie ad essi.

André Maurois

Tuttavia, la lettura è chiaramente un’esperienza molto diversa rispetto alla visione di un film. Prima di tutto, richiede maggiore concentrazione, oltre ad una capacità di astrazione ed immaginazione. Inoltre, genera dei cambiamenti cerebrali molto più intensi e duraturi. Vediamo cosa dicono alcuni esperti in merito.

I cambiamenti cerebrali nella percezione

La nostra percezione del mondo cambia quando leggiamo. Secondo quanto afferma Keith Oatley, professore di Psicologia Cognitiva presso l’Università di Toronto (Canada), leggere una scena ben descritta equivale a viverla.

La mente recupera dalla memoria oggetti simili a quelli descritti nella scena del libro. È come se creasse una sorta di fotografia mentale. Quindi, si attivano molti processi simultanei che coinvolgono la memoria, la percezione e la creatività.

Alla fine, una lettura ricca di scene dettagliate ci dà la possibilità di creare un nostro album personale di scene e fotografie. È la nostra mente a riunire tutti gli elementi, stabilendo delle associazioni tra ciò che leggiamo e ciò che già sappiamo. Questo genera dei cambiamenti reali nel cervello in termini di percezione ed intelligenza.

Leggere è anche vivere

Il ricercatore Raymond Mar, dottore in Psicologia presso l’Università di York, ha approfondito l’argomento. Secondo i suoi studi, tutto sembra suggerire che il cervello non sia in grado di distinguere bene ciò che legge da ciò che vive. Una cosa simile accade quando guardiamo un film, ma nel caso della lettura l’esperienza è più intima, più profonda, dunque i cambiamenti a livello cerebrale sono più significativi.

Il cervello si comporta in maniera molto simile quando immaginiamo una storia e quando la viviamo davvero. Secondo il Dottor Mar, quando leggiamo di un personaggio che sta svolgendo una determinata azione, nel nostro cervello si attivano le stesse zone che servono a quel personaggio per compiere quell’azione. In altre parole, viviamo la lettura come se fossimo noi stessi i protagonisti.

I cambiamenti cerebrali sono talmente rilevanti che è stato possibile localizzarli ed identificarli mediante prove di neuroimaging. Ad esempio, quando il personaggio cammina, nel cervello si attivano le stesse aree motorie legate all’atto di camminare. Viviamo letteralmente ciò che leggiamo e tutto grazie ad un tipo particolare di neuroni, i neuroni specchio. Proprio così, sono gli stessi che ci fanno sbadigliare quando vediamo qualcuno farlo o che fanno sorridere un bambino quando gli sorridiamo.

La lettura e l’empatia

I ricercatori hanno sottolineato soprattutto i cambiamenti legati all’empatia. In primo luogo, hanno scoperto che le zone del cervello coinvolte nella lettura e nella comprensione delle azioni svolte dai personaggi sono le stesse che usiamo per comprendere gli altri. Alla fine, alla base di entrambe le esperienze c’è un processo di comunicazione.

Da una parte, dunque, viviamo ciò che il personaggio fa come se lo stessimo facendo noi stessi; dall’altra, con questo esercizio, sviluppiamo la nostra capacità di comprendere gli altri, di associare situazioni ed emozioni. In conclusione: leggere è un ottimo modo per allenare e arricchire la nostra empatia. In un modo o nell’altro, alteriamo il nostro punto di vista quando la lettura implica la narrazione di una storia.

Il Dottor Mar ci dà un esempio concreto. Si rifa al caso di un personaggio disabile. Se le sue esperienze sono narrate nel dettaglio, pur non avendo alcuna disabilità, arriviamo a comprendere come si sente davvero quella persona. In altre parole, impariamo a metterci nei panni degli altri.

Questi sono solo alcuni dei benefici della lettura. Sono moltissimi i cambiamenti cerebrali che si producono se prendiamo un libro tra le mani e ci lasciamo trasportare da esso. Una buona lettura ci trasforma, ci cambia in senso positivo. Ci permette di crescere, di entrare in profonda connessione con il resto dell’umanità e di diventare più intelligenti.


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