Comunicazione indiretta: un modo diretto per rovinare le relazioni

La comunicazione indiretta può essere una risorsa valida in alcuni contesti. Tuttavia, chi ne fa uso nel linguaggio quotidiano genera tensione e sofferenza.
Comunicazione indiretta: un modo diretto per rovinare le relazioni
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Quando l’uso della comunicazione indiretta è continuo, il messaggio lanciato è di tipo perverso. Un vero e proprio maltrattamento psicologico.

La comunicazione indiretta può essere una risorsa valida in alcuni contesti. Tuttavia, chi ne fa uso nel linguaggio quotidiano con il partner, la famiglia o gli amici, genera tensione e sofferenza. Chi dice una cosa, ma ne lascia intendere un’altra tra le righe, ostacola il processo comunicativo e mette in pratica un maltrattamento molto perverso. Soprattutto se si tratta di rimproveri.

Molto spesso non badiamo al potere del linguaggio, e adottiamo abitudini piuttosto pericolose. Possiamo persino arrivare ad ammirare chi ha l’abilità di usare il sarcasmo o chi riesce a farci arrivare in maniera indiretta le informazioni attraverso un ingegno innegabile e curioso.

Naturalmente dipende tutto dal contesto, dalla situazione e dal momento. Esistono, però, persone che fanno continuamente uso di questa comunicazione celata, potenzialmente dannosa e non affettiva. Occorre dunque chiedersi, perché la usiamo se è così negativa? Sono due i motivi principali: il primo è l’originalità, il secondo è che si tratta di una forma comunicativa in cui chi parla si protegge. Basta usare la formula “non intendevo dire quello”.

“La tendenza all’aggressione è una disposizione innata nell’uomo.”

-Sigmund Freud-

La comunicazione indiretta, lo sappiamo bene, raramente è gradevole. Perché attraverso il gioco linguistico e la manipolazione ci viene detta una cosa che può significarne un’altra. Forse in determinati contesti, come quello della seduzione, il gioco può essere piacevole, ma nella maggior parte dei casi non lo è.

L’uso continuato della comunicazione indiretta e la comunicazione perversa

L’uso della comunicazione indiretta è caratteristico delle persone passivo-aggressive. Si tratta di profili abituati a fare uso di insulti, ad attribuire colpe, a proiettare il silenzio quando le cose non vanno come si aspettano. Sebbene a tutti può capitare di usare frasi indirette in contesti di scherzo o distensione, è bene saper riconoscere quando il momento non è appropriato.

Il professore di psicologia dell’Università della Florida James K. McNulty, etichetta questa dinamica con il nome di ostilità indiretta. Si tratta di una mancanza comunicativa deliberata che pecca di coerenza tra quello che si dice e quello che si vuole comunicare. Inoltre, è comune che l’uso di costruzioni indirette sia accompagnato da un linguaggio non verbale che non lascia dubbio a equivoci. Un insieme di sguardi, gesti o atteggiamenti che rivelano emozioni quali rabbia, conflitto o disprezzo.

Nella maggior parte dei casi, la nostra comunicazione non verbale è più sincera di quella verbale. Per questo, la persona vittima di comunicazione indiretta elabora prima il messaggio lanciato dallo sguardo o dal tono di voce del suo interlocutore, piuttosto che il messaggio stesso. E l’effetto è immediato. Quando queste dinamiche sono costanti all’interno della coppia o tra genitori e figli, quando le frasi indirette hanno il peso del disprezzo o della burla, ecco che si mette in atto il maltrattamento psicologico.

Si tratta di una comunicazione perversa con serie conseguenze per la vittima.

Ragazza con mal di testa

Come reagire alle frasi indirette?

Il sopracitato professor McNulty è un notevole esperto nel campo delle relazioni affettive. Uno studio portato a termine nel 2016 ha chiarito quali strategie comunicative sono le più adeguate all’interno della coppia, e possono aiutare a risolvere differenze e conflitti.

Una strategia è quella di evitare a ogni costo le frasi a doppio legame. Il termine, coniato dall’antropologo Gregory Bateson, definisce l’uso di messaggi indiretti o ambigui che boicottano o annullano l’affetto e, soprattutto, il rispetto. Adesso ci è chiaro che non bisogna fare uso di questo tipo di comunicazione, ma cosa succede se siamo noi a riceverlo quotidianamente? Come reagire di fronte a chi è abituato a parlarci in questo modo?

Vediamo alcune strategie.

Teste a forma di albero e uccelli

Strategie per frenare le frecciatine

Bisogna pretendere una comunicazione efficace. Ogni volta che ci vengono rivolte delle frecciatine, dobbiamo esigere di ricevere informazioni chiare. Se il nostro interlocutore ci risponde di non essere abbastanza “abile” per farlo, chiediamo di parlare con qualcun altro.

  • Identificare l’individuo passivo-aggressivo. Dietro una persona abituata a usare le frecciatine, si nasconde spesso un profilo passivo-aggressivo. In questi casi è fondamentale mettere dei limiti e stabilire cosa siamo disposti ad accettare e cosa vogliamo ricevere.
  • Provare a essere il miglior esempio che ci si aspetta dagli altri. Se cerchiamo una comunicazione sincera, comunichiamo in quel modo.
  • Non farsi dominare. Dietro la pratica della comunicazione indiretta, spesso si nasconde un chiaro desiderio di dominio. Le frasi indirette, il sarcasmo e la burla sono forme per minare l’autostima altrui, mettendo in atto una forma di dominazione.
  • Oltre al linguaggio dannoso, potrebbero essere messe in atto altre dinamiche pericolose che vanno identificate e fermate. Alziamo delle barriere il prima possibile.

Sebbene la comunicazione indiretta possa essere tollerata (e persino apprezzata) in determinati momenti, ricordate che ci sono situazioni in cui non è affatto positiva. Le emozioni, soprattutto quelle a valenza negativa, richiedono un linguaggio sincero. Pensateci.

“Una parola che centra il bersaglio, ecco una cosa che può uccidere o umiliare senza che ci si sporchi le mani.”

-Pierre Desproges-


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  • McNulty, J. K. (2016) What Type of Communication during Conflict is Beneficial for Intimate Relationships? Journal of Experimental Psychology https://doi.org/10.1016/j.copsyc.2016.03.002
  • McNulty, J. K. (2010). When positive processes hurt relationships. Current Directions in Psychological Science19(3), 167–171. https://doi.org/10.1177/0963721410370298
  • Baker, L. R., McNulty, J. K., & VanderDrift, L. E. (2017). Expectations for future relationship satisfaction: Unique sources and critical implications for commitment. Journal of Experimental Psychology: General146(5), 700–721. https://doi.org/10.1037/xge0000299
  • Long, N., Long, J., and Whitson, S. (2017). The Angry Smile: The New Psychological Study of Passive-Aggressive Behavior at Home, at School, in Marriage and Close Relationships, in the Workplace and Online. Hagerstown, MD: The LSCI Institute.

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