Cosa intendiamo per sesso normale?

Cosa intendiamo per sesso normale?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

Tendiamo a rifiutare ciò che non conosciamo, ad etichettarlo e condannarlo. Per questo motivo ( ad altri), per molte persone le pratiche BDSM, il feticismo o gli scambi di coppia non rientrano nella definizione di “sesso normale”.

Il DSM, il manuale diagnostico più largamente accettato, può aver influito molto al riguardo. Per esempio, fino al 1973 il manuale considerava l’omosessualità una pratica “deviata”. Inoltre, a mano a mano che sono cambiati i valori relativi al sesso, si è smesso di considerare deviati anche altri comportamenti sessuali quali quelli menzionati nel paragrafo precedente.

Il DSM-5 considera il sadismo sessuale, il masochismo sessuale, il feticismo e il travestitismo, assieme ad altre pratiche, parafilie responsabili del deterioramento della vita umana.

Tuttavia, il dibattito su quello che rientra o meno nel sesso normale, continua ad essere in auge nella società, e nonostante si siano fatti molti passi in avanti, gli aggettivi “deviato” o “perverso” continuano ad essere molto presenti. Ma esiste uno standard relativo alle pratiche sessuali?

Distinguere tutto ciò che viene etichettato come “sesso normale”

Ogni esperienza sessuale è diversa. Dipende dalle persone che la provano, dai loro gusti e dalle loro fantasie. Non c’è niente di male o di sporco, tanto meno di perverso, se le persone coinvolte sono d’accordo, se non si mette in pericolo l’integrità fisica di nessuna delle persone che partecipano all’esperienza e se lo fanno tutti volontariamente.

Tuttavia, la pressione che la società esercita è forte a tal punto da reprimere tutto quello che non è socialmente accettato per paura di ritorsioni, di non essere adeguati e di subire la disapprovazione altrui. Così avvenne in passato con l’omosessualità e pratiche come il sadomasochismo o vari tipi di feticismo vengono ancora considerate aberranti e prodotte solo da menti malate.

La nostra sessualità è unica. In essa possiamo dare sfogo a tutte le nostre fantasie e ai nostri desideri. Non ci sono troppi limiti. Eppure, le definizioni che le vengono date dalla società sporcano la sua vera natura, nell’intento di renderla più accettabile, ovvero un atto più puro.

Tutto questo può portare le persone a rifiutare i propri desideri, fino al punto di stare male. Per esempio, una persona a cui piace praticare il BDSM può sentirsi in colpa, perché nella sua testa questa pratica non rientra nel “sesso normale”. Questo può impedirle di godere pienamente della sua sessualità senza reprimersi o vergognarsi.

La normalità non è altro che una giustificazione di ciò che si rifiuta e che non si vuole accettare.

Possiamo paragonare il “sesso normale” ai canoni di bellezza. Entrambi cambiano nel tempo, entrambi causano molti problemi alle persone che non li rispettano. Non ci rendiamo conto che se tutto cambia, allora vale tutto. Quello che oggi non è accettato, forse lo sarà domani.

Mentiamo per sembrare normali?

Terri Fisher, professoressa di psicologia dell’Università Statale dell’Ohio, ha condotto una ricerca (pubblicata sulla rivista Sex Roles) sia su uomini che su donne, per verificare se li preoccupasse rispettare le regole relative al sesso dettate dalla società e dalla cultura,

La professoressa Fisher scoprì che i partecipanti mentivano sulle loro condotte sessuali. Lo si poté verificare sottoponendoli ad una macchina della verità e mettendoli, quindi, sotto pressione per fornire risposte veritiere. Si scoprì che gli uomini sostenevano di avere avuto più partner sessuali, le donne di meno. Le risposte, però, erano totalmente diverse quando non erano collegati alla macchina.

Questa differenza nelle risposte si ottenne anche quando ai partecipanti vennero fatte alcune domande sulle loro condotte sessuali (fedeltà, monogamia, ecc.). Tutto quello che si sapeva, come nel caso precedente, veniva totalmente capovolto.

I partecipanti allo studio della professoressa Fisher mentivano per un motivo: adeguarsi al loro ruolo di genere.

Ci vergogniamo nel riconoscere quello che siamo, quello che facciamo, come viviamo la nostra sessualità. Mentiamo per sembrare “normali”, per poter essere in linea con il ruolo di genere che ci è stato inculcato fin da quando eravamo piccoli. Quindi, gli uomini mentivano sui partner sessuali quando non erano collegati alla macchina della verità per adattarsi al modello che la società cerca di imporre.

Mentre le donne mentivano per dare un’immagine che non portasse ad associarle con la frase che oggi è molto frequente: “un uomo che sta con molte donne è un figo, ma se una donna va con molti uomini è una poco di buono”.

Siamo ancora molto lontani dallo smettere di indicare ed etichettare le persone in base ad una serie di credenze, abbiamo ancora un atteggiamento molto lontano dall’essere rispettoso. In tal senso, non accettare che si goda della sessualità in tutte le sue varianti, qualificare alcune pratiche come aberranti o da “pervertiti”, porta molte persone ad indossare una maschera o a nascondersi per sentire di potersi integrare.


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