Cosa voglio? Una domanda dolorosa
Prima o poi, capita a tutti di passare un momento difficile. La fine di un rapporto, la perdita del lavoro dopo molti anni, una malattia imprevista che ci limita e ci blocca… tutto questo ci obbliga a rispondere a una domanda dolorosa e a riconsiderare alcuni aspetti della vita che davamo per scontati: cosa voglio davvero?
Questa domanda non è di immediata risposta, anzi potrebbe sorprenderci e metterci in crisi. Quante volte, infatti, ci chiediamo cosa desideriamo veramente? Forse poche. Spesso ci facciamo trasportare dalla vita, inseriamo il pilota automatico e non ci soffermiamo ad analizzare se il modo in cui stiamo vivendo sia quello che desideriamo.
Non lo facciamo finché non accade qualcosa che ci obbliga a pensare, a chiederci “Cosa voglio?”. È come se venissimo strappati con violenza dalla nostra zona di comfort, comoda e quieta. Alcuni di noi sfruttano l’occasione e cominciano a godersi la vita come non avevano mai fatto prima. Altri, invece, restano bloccati a lungo nella stessa situazione senza avanzare o retrocedere, e così si consumano.
Cosa voglio? Una domanda dolorosa, ma decisiva
Forse vi starete chiedendo perché la domanda “cosa voglio davvero?” sia così difficile e dolorosa. Perché è decisiva. In qualche modo ci richiede un cambiamento e come ben sappiamo, i cambiamenti non ci entusiasmano.
Cambiare non è necessariamente negativo, forse sono negative le circostanze che talvolta ci obbligano a farlo. La nostra visione, tuttavia, è offuscata da una negatività assoluta che ci impedisce di vedere il lato positivo della situazione.
Vogliamo portarvi l’esempio di una ragazza che a seguito di un incidente stradale ha perso la gamba. Si chiama Paola Antonini. È una modella brasiliana, ha un suo canale YouTube ed è una fonte di ispirazione per molte persone, che abbiano subito un’amputazione o no.
Paola Antonini: una storia di superamento
Se ascoltiamo la storia di questa giovane donna, scopriremo che subito dopo l’incidente, aspettando per quasi un’ora l’ambulanza, pienamente cosciente di quello che era accaduto e soffrendo un dolore insopportabile, l’unica cosa che desiderava era restare in vita.
La riabilitazione fu durissima. La protesi faceva male, ma almeno le permetteva di camminare. Dopo l’intervento, Paola si è posta questa domanda “cosa voglio?”. La risposta l’ha trovata: oggi viaggia molto, ha un sorriso meraviglioso e parole di incoraggiamento che rivolge a tutti, ma soprattutto a se stessa. Perché per lei, l’incidente non è stata una disgrazia, ma un’opportunità per reindirizzare la sua vita e viverla in modo molto più intenso.
Una rottura amorosa, un incidente, un problema, un licenziamento possono riportare la nostra attenzione al giusto valore della vita.
Lasciare il passo al cambiamento è doloroso
Arrivati a questo punto, cominciamo a pensare che quel “cosa voglio?” non sia una domanda così dolorosa, ma che lo è il cambiamento, la necessità di andare avanti quando qualcosa ha sconvolto la nostra vita. Molti cambiamenti, tuttavia, sono positivi e ci obbligano a liberarci dei modelli di comportamento che non sono validi per noi.
Il partner ci lascia? Può essere l’opportunità di mettere fine a una brutta dipendenza emotiva che mai avremmo voluto provare. Se perdiamo il lavoro, potrebbe essere giunto il momento di intraprendere quel progetto che cullavamo da tanto tempo. A ognuno di noi il compito di scoprire quello che ha rimandato da troppi anni, ciò che appassiona davvero, abbandonare per la prima volta la paura e realizzarlo.
All’inizio è certamente difficile, ma la domanda “cosa voglio davvero?” è già dentro di noi. La paura rappresenta quell’ostacolo che ci impedisce di agire. Nei momenti critici dobbiamo fermarci, concederci del tempo per sentire il dolore e prendere la decisione migliore per noi.
Non serve ignorare il dolore o allontanarlo: dategli voce, superatelo e lasciate che si trasformi in speranza, pace e tranquillità d’animo.