Creatività e disturbo bipolare
Pittori, scrittori, musicisti… Molte delle psicosi maniaco-depressive hanno permesso a molti grandi artisti di connettersi più intensamente con il mondo attraverso le loro emozioni. Quella consapevolezza interiore, quel viaggio atavico, delimitato da sentimenti contraddittori, ha portato a far pensare che creatività e disturbo bipolare sono strettamente correlati.
Prima di tutto, è importante chiarire un aspetto: la maggior parte delle persone creative non soffre di disturbi dell’umore. Ora, se esiste un punto medio tra tradizione e romanticismo, è quello che spinge a pensare che una buona parte degli artisti più famosi abbia mostrato quel legame che molti chiamano (e chiamavano) “la follia del genio”.
Il Lunatico, l’Amante e il Poeta son fatti tutti d’immaginazione.
Shakespeare
Il disturbo bipolare, e questo è importante sottolinearlo, non è facile da diagnosticare. Non è pertanto possibile azzardare nel dire con assoluta certezza che Van Gogh, Virginia Woolf o Ernest Hemingway abbiano sofferto, tutti, di questa sindrome.
Tuttavia, i tristi risultati della loro vita sono davanti agli occhi di tutti. Così come gli indizi che ci hanno lasciato nelle loro opere indimenticabili. Spesso cadiamo in facili etichettature: la relazione tra genio e follia sembra quasi necessaria, scontata.
Nella relazione tra creatività e disturbo bipolare, quest’ultimo è visto come un dono, ma nessuna di queste valutazioni è corretta. Il disturbo bipolare non è un regalo, è una malattia dura da affrontare. Non bisogna nemmeno dimenticare che non è corretto accusare di follia chi cerca supporto dallo psicologo o dallo psichiatra.
Al contrario, si tratta di persone dall’immensa percezione, troppo sensibili. Persone che entrano in contatto con le loro emozioni in modo sbilanciato, intenso e, a volte, incontrollato.
Esiste una relazione diretta tra creatività e disturbo bipolare? Ecco cosa dice la scienza
Se desiderate approfondire la relazione tra creatività e disturbo bipolare, vi consigliamo di leggere Kay Redfield Jamison. Questo psichiatra e professore alla School of Medicine dell’Università di Harvard offre una testimonianza diretta, netta ma rivelatrice, di questa malattia e delle sue conseguenze.
Lei stessa soffre di questa condizione e l’analisi professionale offerta in libri come Una mente inquieta è arricchita da un punto di vista personale, umano e clinico. Da quando la malattia è esplosa nella sua adolescenza, la vita della dottoressa Redfield è stata stravolta.
Ha vissuto stagioni di completa esaltazione maniacale, settimane in preda a rabbia, euforia, sintomi psicotici floridi e grande creatività artistica. Ha poi varcato la soglia della depressione e con essa sono arrivati diversi tentativi di suicidio. Sebbene molti possano pensare che il disturbo bipolare favorisca un genialità prodigiosa e la creatività, chi soffre di questa condizione spesse finisce per togliersi la vita.
Nessun regalo merita un prezzo così alto. La dottoressa Kay Redfield lo sa bene e per questo motivo ha dedicato la sua vita professionale a questa malattia, con l’obiettivo di capire la relazione tra creatività e disturbo bipolare. Vediamo, allora, cosa ci dice la scienza al riguardo.
Il primo studio sulla creatività e i disturbi mentali
Negli Anni ’70 venne condotto il primo studio empirico sulla creatività e il suo rapporto con i disturbi mentali. L’Università dell’Iowa, negli Stati Uniti, dimostrò che la schizofrenia è legata alla creatività. Per giungere a tale conclusione, si fece uso di un campione eterogeneo formato da artisti, scrittori e musicisti famosi.
I risultati non sarebbero potuti essere più rivelatori: la schizofrenia non aveva alcun legame con questa abilità. Erano invece i disturbi dell’umore, come la depressione e la mania, a dare un risultato significativo. Quasi la metà del campione, non a caso, dimostrò di soffrire di tali condizioni.
L’euforia della mania e un cervello più connesso
La dottoressa Redfield ha iniziato i suoi studi e le sue ricerche sul disturbo bipolare negli Anni ’90. Grazie ai suoi sforzi e in collaborazione con diversi ospedali, è finalmente riuscita a stabilire cinque capisaldi nella relazione tra creatività e disturbo bipolare:
- Gli stati d’animo molto intensi stimolano il processo creativo.
- Nelle fasi di mania ed entusiasmo, l’energia e la fiducia in sé aumentano. Allo stesso modo, anche il cervello subisce un cambiamento: si assiste a una maggiore velocità di pensiero, una maggiore capacità di creare associazioni e di generare nuove idee.
- Le persone si sentono più libere di andare oltre quanto stabilito e di sperimentare. Insomma, di mettere da parte un mondo grigio senza confini, di plasmare un mondo con più possibilità.
- Le persone con mania o ipomania non sentono quasi alcun bisogno di dormire, sono sopraffatte dall’euforia, dal benessere e da emozioni tanto intense quanto impegnative.
- Durante questa fase maniacale e creativa, le persone riescono a soffocare l’angoscia depressiva. Il tentativo di silenziarlo o dissuaderlo conduce verso un ulteriore processo di creazione.
Non tutte le persone con disturbo bipolare sono altamente creative
Tutti gli studi sulla connessione tra creatività e disturbo bipolare hanno sottolineato che non tutti coloro che soffrono di questa condizione sono creativi. Oltre a ciò, molte persone con un alto potenziale creativo non soffrono di disturbi mentali.
Tuttavia, è sorprendente notare come a volte le opere pittoriche più straordinarie o le composizioni musicali provengano da persone affette da questa malattia.
Nelle analisi di Kay Redfield Jamison spicca il seguente dato: le persone a cui viene diagnosticato il disturbo bipolare dichiarano che la loro creatività migliora molto durante i periodi di remissione o quando i sintomi sono lievi o assenti.
Come mai? Quando sono depresse, non riescono a lavorare e durante gli episodi maniacali o psicotici la mente va troppo veloce, è caotica e incoerente. La creatività, per raggiungere l’eccellenza, ha bisogno di una mente sveglia, ma soprattutto lucida, centrata e rilassata. Il caos, come stato, in nessun modo favorisce la vita e ancor meno la creatività.