Le nostre critiche riflettono i nostri limiti
I limiti e le restrizioni che incontriamo lungo il nostro cammino molto spesso sono auto-imposti. La frustrazione che ne consegue, insieme al non volerci rendere conto della cruda realtà, si manifestano sotto forma di critiche rivolte agli altri.
Ma perché vogliamo frenare noi stessi? Per paura, ma soprattutto per tutte le convinzioni a cui ci afferriamo e che non abbiamo mai voluto o saputo mettere in dubbio. Tuttavia, ciò riecheggia nella nostra vita sotto forma di problemi. Possiamo trovare la soluzione in noi stessi.
Ogni volta che critichiamo qualcuno, chiediamoci: questa cosa che vedo negli altri, ce l’ho anche io?
La parabola dei due monaci
Vediamo a seguire i limiti che imponiamo a noi stessi attraverso la parabola dei due monaci. Tale parabola racchiude un insegnamento molto profondo e ci permette di vedere in un’ottica diversa tutte le critiche che rivolgiamo agli altri.
“C’erano una volta due monaci zen, Tanzan ed Ekido, di rientro al loro monastero dopo un lungo viaggio. Aveva piovuto, dunque la strada era pieno di fango. Quando passarono vicino ad un piccolo villaggio, incontrarono una donna che indossava uno splendido kimono dorato.
Per proseguire nel suo cammino, la giovane doveva attraversare una enorme pozza d’acqua. Dinanzi a questo ostacolo, la ragazza si paralizzò pensando che se avesse bagnato il suo kimono, lo avrebbe rovinato e sua madre l’avrebbe sgridata molto severamente. Senza esitare nemmeno per un attimo, Tanzan si avvicinò alla giovane e le offrì il suo aiuto: la portò sulle spalle fino all’altro lato della pozza. Poi, entrambi i monaci proseguirono il loro cammino.
Quando arrivarono al monastero, Ekido, che si era dimostrato infastidito per tutto il resto del viaggio, rimproverò con tono acido il suo compagno:
– Perché hai preso in braccio quella giovane? Sai che i nostri voti lo proibiscono.
Tanzan non si scompose, guardò il suo compagno di viaggio e gli rispose con un sorriso:
– Io ho caricato quella giovane alcune ore fa, ma tu ce l’hai ancora sulle spalle”.
“Giustifica i tuoi limiti e continuerai ad averli”
-Richard Bach-
Con questa parabola possiamo renderci conto del fatto che, nonostante Tenzen avesse compiuto un bel gesto, per il compagno il senso del dovere e i limiti erano più importanti. Eppure, come abbiamo visto, non proferì parola riguardo a quello che pensava fino ad alcune ore dopo.
Questo ci dà modo di riflettere sull’abitudine di rimuginare, su quei pensieri che continuano a muoversi nella nostra mente e che, in realtà, non sono per niente produttivi. La critica di Ekido esprimeva un conflitto presente nella sua mente, con il quale lui stesso si stava limitando nel fare ciò che di primo impatto aveva senz’altro pensato anche lui, ovvero di aiutare la giovane.
Grandi lezioni per disfarsi dei limiti
Vi è capitato qualche volta di criticare qualcuno per non essersi vestito in modo corretto? Sicuramente una parte di voi vorrebbe non averlo fatto, perché forse non vi sentite a vostro agio con i vostri stessi abiti. A volte non ci rendiamo conto che le nostre critiche riflettono limiti che ci siamo imposti. Perché indipendentemente dalle regole, da ciò che è “accettabile”, l’ultima parola spetta sempre a noi.
Per disfarci dei limiti e per iniziare a leggere le critiche come un modo di vedere parte di noi stessi, è importante pensare al presente. Se vogliamo fare qualcosa o comportarci in un determinato modo, non fermiamoci a pensare se andrà bene, se ci guarderanno male o altro.
Facciamolo e poi estraniamoci dalla situazione, così come ha fatto Tanzan. Perché se ci fermiamo ad ascoltare i nostri stessi limiti, finiremo per caricarci di un peso inutile. Non possiamo nemmeno dimenticare che questo peso aumenterà a mano a mano che si ripresenteranno situazioni simili.
È importante anche imparare a mettere in dubbio le nostre convinzioni. Pensiamo, infatti, che ci rendano persone migliori se le seguiamo alla lettera. Tuttavia, le azioni hanno più peso. Avere convinzioni molto rigide ci impedirà di essere liberi di agire nel modo richiesto dal momento. Creeremo barriere, ci auto-limiteremo e, di conseguenza, non staremo bene.
Smettete di fare domande quali: “devo o posso farlo?”. Iniziate a dare la priorità alla domanda: “voglio farlo?”.
Le convinzioni esistono per essere messe in dubbio, le critiche per aiutarci a vedere aspetti di noi che non conosciamo. Tutto questo non è un’occasione per negare quello che non vogliamo accettare, ma per imparare e maturare. Abbiamo tutti dei limiti, ma molti di essi ce li siamo imposti da soli. Molto spesso ci capita di rimanere bloccati nei nostri pensieri invece di agire come vorremmo in quel preciso momento.