Cute aggression: aggressività tenera

La vista di un adorabile bambino o di un tenero cucciolo può farci venire voglia di pizzicarli o strizzarli forte. Questa aggressività apparentemente contraddittoria svolge una funzione. Vi invitiamo a scoprire il fenomeno della Cute aggression.
Cute aggression: aggressività tenera
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Avete mai avuto voglia di pizzicare le guance di un adorabile bambino? Di solito stringete i pugni per l’eccitazione quando vedete un cucciolo per strada? Vi è capitato di mordere il partner in segno d’amore? Le suddette reazioni si devono alla cosiddetta cute aggression e rispondono a un fenomeno psicologico a dir poco curioso.

Questi comportamenti “aggressivi” si verificano alla vista di una persona, un animale o anche un oggetto che definiremmo carino, adorabile o tenero.

L’emozione prodotta dalla contemplazione ci porta, inconsapevolmente, a emettere una risposta che sembra irragionevole e contraddittoria. Tuttavia, è molto comune e ha una spiegazione che spieghiamo nelle righe che seguono.

Che cos’è la cute aggression?

Il termine “cute aggression” potrebbe essere definito come aggressività verso cose carine o adorabili. Si caratterizza da un comportamento compulsivo e superficialmente aggressivo che si manifesta alla vista di qualcosa che suscita tenerezza.

Possiamo emettere risposte come stringere i denti o i pugni, pizzicare o mordere la persona, abbracciarla o stringerla molto forte. Il tutto senza alcuna intenzione di causare danni.

Questo fenomeno è stato analizzato per la prima volta dalle dottoresse Rebecca Dyer e Oriana Aragón, ricercatrici nel dipartimento di psicologia dell’Università di Yale. Nel loro studio hanno proposto il termine cute aggression per designare questa espressione dimorfica.

Cucciolo bianco.

La funzione regolatoria delle espressioni dimorfiche

Le espressioni dimorfiche sono reazioni emotive contraddittorie rispetto allo stato emotivo provato. Per esempio, quando ridiamo per i nervi o piangiamo di gioia. Il pianto è associato a un’emozione opposta: la tristezza, ma può anche apparire prima della felicità come meccanismo compensatorio e regolatorio.

Si è riscontrato che questa reazione si presenta quando l’emozione è travolgente a causa della sua intensità. In tal caso, un’altra emozione sembra bilanciare quello che si sta provando. Così, di fronte a un’improvvisa e incontrollabile sensazione di felicità, il pianto ci aiuta a regolarci. E lo stesso accade nel fenomeno della cute aggression.

In questo caso, lo stimolo provoca una tale eccitazione emotiva che si manifesta un’espressione emotiva opposta (aggressività) per ripristinare l’equilibrio. Questo meccanismo consente un recupero più rapido. I dati indicano, di fatto, che l’emozione positiva diminuisce dopo cinque minuti grazie all’effetto regolatorio della risposta aggressiva.

Vale la pena di ricordare che durante queste manifestazioni dimorfiche, le espressioni emotive sia positive sia negative si verificano simultaneamente in modo disorganizzato. In altre parole, la persona può piangere mentre sorride o sorridere mentre stringe i pugni.

Fattori coinvolti nell’esperienza della cute aggression

La scienza indica che sebbene chiunque possa sperimentare la cute aggression, alcuni individui sono più inclini di altri. C’è chi presenta emozioni dimorfiche più spesso e attraverso una varietà di situazioni; hanno maggiori probabilità di provare quell’irrefrenabile desiderio di stritolare un bambino, cucciolo oppure oggetto adorabile.

D’altra parte, sembra che troviamo più adorabili gli stimoli che presentano le caratteristiche del cosiddetto “schema del bambino. Quest’ultimo è stato definito dall’etnologo Konrad Lorenz e raggruppa un insieme di caratteristiche fisiche tipiche dell’infanzia che motivano il comportamento di cura in altri individui.

Così, alcuni tratti, come occhi grandi e sgranati, viso tondo, fronte alta o una piccola taglia, risvegliano in noi tenerezza e un istinto di cura.

Ciò sembra derivare da un istinto animale che svolge la funzione evolutiva di assicurare la sopravvivenza della prole. I bambini hanno bisogno di essere curati e protetti; quindi, presentare questi tratti considerati adorabili motiverebbe gli adulti a condurre comportamenti protettivi nei loro confronti.

Persona che pizzica le guance di un bambino.

Un fenomeno naturale e innocuo

La cute aggression non è affatto pericolosa. Il nostro desiderio di pizzicare un neonato, mordere la persona amata o tenere stretto il nostro animale domestico non va oltre queste espressioni leggermente aggressive. A volte, tuttavia, rimane solo in un impulso o un’intenzione che non si realizza.

Ora sappiamo che queste reazioni contraddittorie sono il modo in cui il cervello affronta una sensazione di tenerezza improvvisa e inaspettata.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Aragón, O. R., Clark, M. S., Dyer, R. L., & Bargh, J. A. (2015). Dimorphous expressions of positive emotion: Displays of both care and aggression in response to cute stimuli. Psychological science26(3), 259-273.
  • Glocker, M. L., Langleben, D. D., Ruparel, K., Loughead, J. W., Gur, R. C., & Sachser, N. (2009). Baby schema in infant faces induces cuteness perception and motivation for caretaking in adults. Ethology115(3), 257-263.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.