Darwinismo sociale, cos'è e perché è ancora valido

Il darwinismo sociale ha diffuso l'idea che ci sono persone o popoli naturalmente più forti di altri, il che spiegherebbe in qualche modo l'ordine sociale del pianeta. Cosa c'è di vero?
Darwinismo sociale, cos'è e perché è ancora valido
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Il darwinismo sociale è un approccio che tenta di applicare i concetti di selezione naturale a individui e società specifici. Si potrebbe dunque pensare che le regole naturali si ripetono nella società, ovvero che solo “i più forti” sopravvivono.

Il darwinismo sociale ha dato spunto a diverse teorie e politiche di dubbia validità con cui giustificare diverse forme di discriminazione. Non sono pochi i personaggi che hanno fatto ricorso, e continuano a ricorrere, a questo approccio per demeritare il valore delle persone appartenenti a una certa etnia o stato.

La manifestazione più esecrabile del darwinismo sociale è stata il nazismo che non è relegato del tutto al passato; ancora oggi, di fatto, esistono diversi gruppi neonazisti. Da questi concetti emergono le diverse forme di suprematismo che tanto danno al mondo.

“Tutti i nostri antenati umani vengono dall’Africa, da lì abbiamo iniziato a espanderci in tutto il mondo. Allora nessuno pensava di costruire un muro per impedire l’immigrazione”.

-Michel Brunet-

Ritratto digitale di Darwin.
Charles Darwin è l’autore della teoria dell’evoluzione, sebbene sia stato Herbet Spencer a portarla nel mondo sociale. Credito editoriale: roseed abbas / Shutterstock.com

Il darwinismo sociale

Charles Darwin propose la teoria dell’evoluzione e con essa rivoluzionò le conoscenze dell’epoca sulla natura. La suddetta teoria postula che specie diverse evolvono grazie alla selezione naturale. Quest’ultimo è un processo mediante il quale gli organismi più forti si adattano e sopravvivono, mentre i più deboli scompaiono nel tempo.

In questo modo, in natura c’è una continua lotta per la sopravvivenza che i più forti sono destinati a vincere. Il primo a trasferire questi concetti dal mondo naturale a quello sociale fu Herbert Spencer. Il postulato del darwinismo sociale è molto semplice: se in natura prevale il più forte, lo stesso deve accadere nel mondo umano.

Il primo problema è che questo approccio non definisce cosa significhi “forte” o “debole”. Stephen Hawking era “debole” a causa di una malattia, nonostante sia stato uno degli scienziati più brillanti del mondo? Adolf Hitler era “forte” perché ha invaso quasi tutta l’Europa anche se questo ha causato solo miseria e distruzione?

Una teoria infondata

Il darwinismo sociale non ha aiutato a classificare individui “forti” e “deboli”, bensì è servito più che altro a classificare intere società e gruppi etnici. In realtà è stato un apparato teorico per giustificare la violenza esercitata da alcuni popoli e individui su altri. Si basa, in sintesi, su ignoranza e desiderio di potere e ricchezza.

Il concetto di razza è il cavallo di battaglia di coloro i quali difendono il darwinismo sociale. La supremazia di una razza sulle altre è stata il leitmotiv di molti atti discriminatori e violenti. Spesso è anche il motivo per cui alcuni individui si sentono autorizzati ad attaccare o sminuire chi ha la pelle più scura di loro.

Già dal 1970 la scienza afferma che parlare di razze è geneticamente errato: non esistono differenze genetiche tra due persone con un diverso colore della pelle. A ciò bisogna aggiungere che discendiamo tutti dagli stessi antenati, dalla pelle nera. L’ha confermato oltre vent’anni fa il paleontologo francese Michel Brunet.

Darwinismo sociale ed evoluzione.
Il darwinismo sociale è stato orientato verso la classificazione delle società e dei gruppi etnici.

Una scusa conveniente

Il darwinismo sociale è servito come pretesto per giustificare rapine e omicidi di massa. Per esempio, se “il nero” non ha un’anima, allora viene rispettato il diritto di schiavizzarlo e appropriarsi della sua forza lavoro, in modo che generi ricchezza per gli altri per tutta la vita, senza ripagarlo per questo. Se una terra appartiene a una cultura “inferiore”, è lecito invaderla, soggiogarla e impadronirsi di tutti i suoi beni.

Anche il capitalismo selvaggio ha fatto propri alcuni aspetti del darwinismo sociale al fine di giustificare una disuguaglianza inaccettabile. Nello specifico, postula l’esistenza di persone o popoli poveri a causa della loro inferiorità. In altre parole, non conta che siano stati sistematicamente limitati da altri né che non abbiano avuto le stesse opportunità storiche.

Il darwinismo sociale serve anche ad alcuni individui per giustificare il loro narcisismo patologico. Fu il caso di Hitler e di molti altri individui che riversarono i loro desideri distruttivi sugli altri, nascondendosi dietro concetti teorici infondati. In altre parole, individui e settori che identificano la brutalità con la forza commettono gravi ingiustizie e che ne traggono un grande vantaggio privato.


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  • Barbero González, J. I. (2012). El darwinismo social como clave constitutiva del campo de la actividad física educativa, recreativa y deportiva. Revista de Educación.
  • Blázquez Ruiz, Francisco Javier (2014). Nazismo, derecho, estado. Madrid: Dykinson.

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