Donald Winnicott, tra psicoanalisi e pediatria
Si diceva che Donald Winnicott possedesse un eccezionale genio clinico. Pediatra, psicoanalista e psichiatra inglese, ha aiutato migliaia di genitori a capire meglio l’universo emotivo dei bambini. Ha studiato i meccanismi di transizione che favoriscono il processo di individuazione del sé e ha fissato le basi del legame madre-figlio.
Il lascito teorico e pratico di Donald Winnicott ha cambiato le sorti della pediatria e della psicoanalisi. Ha saputo inserirsi con voce indipendente tra la corrente freudiana e quella kleiniana (da Melanie Klein, ideatrice della teoria del funzionamento psichico).
Nel corso degli anni ’40, Winnicott collaborò con le sue ricerche con il British Medical Journal; l’intento era di mantenere una posizione libera nel campo della psichiatria infantile e contribuirne così al progresso. Evitando per quanto possibile, di concentrarsi su un’unica scuola teorica, apportò idee innovative sulla psiche del neonato e del bambino.
I suoi libri vengono tutt’oggi ristampati periodicamente. I lettori, in particolare i genitori, continuano a leggere con interesse saggi come Gioco e realtà, I bambini e le loro madri, Il bambino deprivato.
Una madre si realizza nel migliore dei modi quando è un grado di fidarsi del proprio giudizio.
– D. Winnicott –
Donald Woods Winnicott
Donald Woods Winnicott nacque a Plymouth nel 1896. Apparteneva a una famiglia metodista dell’alta borghesia, impegnata in politica e legata alle vecchie tradizioni britanniche.
Il padre Frederick, commerciante e sindaco di Plymouth, era spesso assente. Winnicott venne allevato da una madre affettuosa, comunicativa ed empatica, due sorelle maggiori e una tata. Questo gli permise di crescere in un ambiente sicuro, in cui poter esprimere paure e preoccupazioni senza timore, sentendosi sempre protetto. Un contesto che, di certo, condizionerà i suoi studi futuri.
Studiò scienze alla Lays School e successivamente medicina al Jesus College di Cambridge. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, tuttavia, il giovane Winnicott dovette interrompere i suoi studi per servire la Marina.
La collaborazione con Melanie Klein
Chiusa la parentesi bellica, Donald Woods Winnicott riuscì a completare i suoi studi, specializzandosi in pediatria nel 1920. Scelse quindi di affinare la sua formazione a fianco di Melanie Klein; la celebre psicoanalista austriaca, partendo dalle teorie sull’inconscio di Sigmund Freud, aveva sviluppato una personale pratica clinica con i bambini. Nel tempo, tuttavia, sorsero diverse discrepanze tra i due.
- La Klein riteneva che non fosse utile coinvolgere i genitori nel percorso terapeutico. Per Winnicott, invece, era essenziale. Considerava, infatti, il genitore figura chiave per comprendere i processi patologici infantili.
- Winnicott fu influenzato da più correnti psicoanalitiche. Fu anche attratto dalle teorie di Darwin sulla sopravvivenza in ambiente ostile e giunse alla conclusione che i bambini hanno bisogno di un ambiente favorevole per sopravvivere. Una situazione di questo tipo poteva essere garantita soltanto dalla figura materna.
Le divergenze tra i due furono certo molto marcate, malgrado ciò Winnicott fece proprie diverse teorie di Melanie Klein, come il concetto di mondo interno, il potere della fantasia, il gioco come strumento per vedere nei bambini le difese primitive, le paure e stati come la depressione reattiva.
Donald Woods Winnicott offrì una base più coerente e solida alla psicoanalisi
È del 1931 il suo primo libro Clinical Notes on the Disorders of Childhood , seguito da Manic Defence e La famiglia e lo sviluppo dell’Individuo. Con questi contributi, Winnicott fornì una base più coerente e solida, ma allo stesso tempo innovativa, alla psicoanalisi.
- La sua opera rappresenta un’indiscutibile evoluzione teorica e pratica della psicologia infantile e della psichiatria.
- Winnicott mostra un’autentica preoccupazione per il mondo dell’infanzia tant’è vero che durante la Seconda Guerra Mondiale organizzò centri di accoglienza e case-famiglia per bambini.
- Offrì aiuto psicologico alle famiglie, aiutandole a superare il trauma della guerra. Fu un personaggio sempre dedito al lavoro e ai suoi ideali.
Il suo impegno fu premiato con riconoscimenti ufficiali e accademici, tra cui la presidenza della British Psichoanalytical Society. Winnicott fu per tutta la vita un eccezionale ponte tra la pediatria e la psicoanalisi; morì a 74 anni a Londra, il 25 gennaio 1971.
Principali contributi di Donald Woods Winnicott
Il lavoro di Winnicott si è concentrato quasi esclusivamente sul legame tra madre e figlio. La figura materna era per lui un supporto psicologico essenziale per lo sviluppo di un sé autentico, sano e felice. Questi i punti principali del suo pensiero:
1. Il bambino non esiste senza la madre
La presenza materna, una vicinanza assoluta, sicura e amorevole, è ciò che plasma l’entità psichica del bambino. Senza di essa, quindi, il bambino non esiste: ha bisogno di questo involucro fisico e affettivo per crescere, in tutti i sensi.
2. I fenomeni transizionali
I processi transizionali rappresentano il passaggio da un fase all’altra. Farlo in sicurezza attraverso l’aiuto dei genitori garantisce il successo. Esempi di transizione sono il passaggio dalla suzione al seno all’alimentazione solida, dalla lallazione alla parola, dal gattonare al camminare in piedi.
3. Il gioco, un bisogno vitale
Attraverso il gioco, il bambino entra in contatto con il proprio senso dell’esistenza e con la propria identità. È uno spazio in cui il bambino immagina, sperimenta, apprende, inventa, condivide. Tutto ciò che avviene all’interno di questo universo mentale favorisce la sua evoluzione.
4. Essere genitori è gioia e la madre deve avere fiducia in se stessa
Winnicott concentrò la sua attenzione soprattutto sugli aspetti positivi, gioiosi dell’educazione e della genitorialità. Mantenne sempre la convinzione che fosse necessario fidarsi dell’istinto materno. Una madre, infatti, sa sempre quello che è meglio per il figlio.
5. Il pericolo del “falso Io”
Il pericolo del falso Io sorge quando il bambino non si sente curato, amato e compreso. È a questo punto che sceglie di essere “altro”. Sarà allora un essere umano pieno di bisogni, alla ricerca continua dell’attenzione altrui. Sarà un bambino abitato da vuoti, privato dei mezzi per individualizzarsi, sviluppare la sua personalità in modo sano.
In definitiva, il contributo di Winnicott all’evoluzione della psicoanalisi è stato rappresentato dall’innovazione. Mise in evidenza i genitori (in particolare la madre) come figure chiave delle prime relazioni dell’essere umano.
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