EDTP: approccio trasversale al trattamento dei disturbi emotivi
Aumentano ogni giorno i casi di disturbi emotivi a carico dei bambini, soprattutto l’ansia, con una prevalenza che raggiunge il 15%. Con l‘Emotion Detectives Treatment Protocol, o EDTP, è possibile insegnare a bambini e adolescenti a gestire le emozioni e le situazioni critiche della vita quotidiana.
Il ritmo di vita frenetico, la pressione scolastica, lo stress dei genitori e la predisposizione genetica ai disturbi di tipo emotivo sono alcuni dei fattori che portano il bambino a soffrire di problemi psicologici. Al momento sono disponibili diverse terapie.
Fino a oggi potevamo contare su terapie cognitivo-comportamentali mirate a ogni tipo di patologia. Per esempio, per la depressione infantile, la psicologia offriva il programma PEAC di Méndez o l’ACTION di Stark, per citare alcuni dei più importanti.
Negli ultimi tempi, grande attenzione è rivolta a un approccio trasversale. Il presupposto è che molti di questi disturbi condividano un nucleo comune. Di questo tipo, e rivolto ai pazienti adulti, possiamo ricordare il Trattamento Transdiagnostico di Norton o il Protocollo Unificato di Barlow.
In entrambi i programmi si individuano i fattori comuni alle diverse patologie emotive (ansia, depressione, disturbi somatomorfi, etc). Lo scopo è affrontarle in modo sinergico con le tecniche e le strategie più efficaci. Si tratta di una pratica in espansione nell’ambito della psicologia infantile, con programmi testati come l’EDTP.
Caratteristiche dell’EDTP (protocollo trasversale per la gestione delle emozioni)
Jill Ehrenreich, psicologa presso l’Università di Miami e direttrice del Child and Adolescent Mood and Anxiety Treatment Program, ha sviluppato e testato con successo un nuovo programma trasversale per il trattamento dei disturbi emotivi infantili. Si tratta dell’EDTP.
Parte dal principio che la linea che separa i diversi disturbi infantili è molto sottile. Così come avviene nel mondo degli adulti, infatti, è molto frequente che l’ansia e la depressione siano disturbi concomitanti.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista web Cognitive and Behavioral Practice, l’EDTP è in grado di ridurre in modo significativo il livello di ansia e depressione nei bambini.
Obiettivo principale dell’intervento è individuare i punti deboli del paziente; inoltre tracciare un piano affinché questi non siano di ostacolo nella risoluzione dei problemi. Il nuovo programma è basato soprattutto su tecniche cognitive, ma anche su strategie comportamentali. I punti su cui poggia sono:
- Educare alle emozioni. Imparare a identificarle e a riconoscere il ruolo che svolgono.
- Gestione delle emozioni. Apprendere la relazione esistente tra pensiero, emozione e comportamento. Capire che intervenire su uno dei tre aspetti ha effetti sugli altri.
- Capacità di risolvere i problemi. Acquisizione della tecnica di risoluzione dei problemi di D’Zurilla e Goldfried, ma applicata ai bambini.
- Valutazione corretta delle situazioni. Saper identificare quando la situazione è positiva, neutra o negativa.
- Training dei genitori. A volte i problemi infantili sono favoriti dall’atteggiamento in famiglia, soprattutto mediante rinforzo negativo. Il ruolo assegnato ai genitori nel controllo di questa variabile è quindi essenziale.
- Attivazione del comportamento. È una strategia classica utilizzata nel trattamento della depressione. Lo scopo è aumentare i rinforzi positivi della persona nel suo ambiente.
Sviluppo dello studio
Per realizzare questo studio, i ricercatori hanno lavorato con ventidue bambini tra i 7 e i 12 anni. Tutti i bambini avevano ricevuto una diagnosi principale di disturbo ansioso e un problema secondario di depressione.
Una volta alla settimana, i bambini hanno partecipato a una terapia di gruppo di EDTP, per un totale di 15 settimane. I risultati hanno indicato che, dei diciotto bambini che hanno completato il programma, quattordici non soddisfacevano più i requisiti per i disturbi d’ansia. Inoltre, solo 1 su 5 bambini con disturbo depressivo lo ha mantenuto dopo il programma.
Uno dei risultati più sorprendenti è stato il miglioramento della depressione in comorbidità con l’ansia. È tipico che la depressione, quando unita a un altro disturbo emotivo, rallenti o renda difficile il trattamento. Si tratta di un problema molto sentito, dal momento che le terapie attuali non sono pensate per trattare insieme diversi problemi emotivi.
L’ipotesi dei ricercatori, basata sui risultati di Peter Norton, era che se il disturbo principale viene affrontato in una prospettiva più ampia, includendo le strategie mirate alla depressione, migliora anche quest’ultima. La soluzione, come sottolinea Norton, è trovare il nucleo soggiacente a tutti i disturbi e respingere le “distinzioni artificiali”.
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- Rattue, G. (2012). Novel Intervention Helps Kids Suffering From Depression And Anxiety. Medical News Today