Educare il bambino e l'adolescente: 3 differenze

Le strategie educative cambiano nel tempo. Conoscere e comprendere le diverse esigenze del bambino e dell'adolescente permetterà di guidare al meglio i propri figli nelle rispettive fasi di vita.
Educare il bambino e l'adolescente: 3 differenze
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Sono sempre di più genitori che preferiscono adottare uno stile educativo positivo e rispettoso nei confronti dei figli. Grazie alle raccomandazioni degli esperti, sono in tanti a ottenere grandi risultati: figli sani, felici e relazioni familiari armoniose. Tuttavia, educare il bambino e l’adolescente richiede strategie diverse, poiché nella fase della pubertà alcune potrebbero non rivelarsi più efficaci.

Ciò potrebbe causare confusione e frustrazione ai genitori che cominciano a domandarsi: “Cosa ho fatto di sbagliato? Non mi ascolta più!”, “Perché è cambiata/o? Perché è cosi ribelle e distante?”.

Nella maggior parte dei casi, i genitori non hanno commesso alcun errore e i figli non sono affatto cambiati. A volte è semplicemente difficile accettare il passaggio tra infanzia e adolescenza.

Ma quali sono le differenze a livello educativo tra i bambini e gli adolescenti? Ne parliamo in dettaglio nelle righe che seguono.

Educare il bambino e l’adolescente: perché è importante conoscere le differenze

Molti genitori vorrebbero che i propri figli restassero per sempre bambini. Gioiscono così tanto della loro compagnia, del loro amore e della loro innocenza, che al sol pensiero che un giorno cresceranno e dovranno affrontare nuove sfide, finiscono per rattristarsi. Naturalmente, fino a quando sono piccoli, è più facile proteggerli.

Tuttavia, la fase della pubertà è destinata ad arrivare, e per i figli è importante sentire che viene consentito loro crescere e cambiare; che i genitori li accettano e che sono presenti per accompagnarli in ogni tappa.

Per questo motivo, presentiamo le principali sfide che bisognerà affrontare durante questo passaggio e come modificare il proprio stile educativo, affinché si adatti alle nuove esigenze della famiglia.

Le principali differenze tra infanzia e adolescenza

Madre e figlia.

Attenzione, ma anche rispetto della privacy

Uno dei primi aspetti che i genitori di un adolescente si trovano a dover riconsiderare. È normale che durante l’infanzia il bambino abbia bisogno, rivendichi e goda della presenza e dell’attenzione dei genitori.

Ciò lo arricchisce dal punto di vista cognitivo ed emotivo, permettendogli di svilupparsi in modo sano. Al tempo stesso, molti genitori vengono sopraffatti dall’eccessiva richiesta di attenzioni da parte dei figli più piccoli.

Al contrario, l’adolescente richiede e pretende maggiore privacy. La presenza dei genitori è intesa come invadenza e ogni momento trascorso in loro assenza lo aiuta a rafforzare l’identità di sé in quanto essere indipendente.

Supervisione, ma anche autonomia

I genitori potrebbero rendersi conto che le strategie educative basate sull’eseguire gli ordini messe in atto durante l’infanzia, non funzionano più nella fase adolescenziale. Ma ciò è del tutto naturale.

I bambini hanno bisogno di supervisione, chiedono ai genitori di fornire loro un quadro d’azione, linee guida e limiti più stringenti. Al contrario, durante l’adolescenza è fondamentale favorire lo sviluppo dell’autonomia. È evidente che siano ancora necessari dei limiti, ma questi dovranno essere più flessibili.

Se quando i figli sono piccoli, i genitori fanno i compiti con loro o consentono loro di fare il bagno solo a una certa ora, una volta adolescenti dovranno acquisire una certa capacità di autoregolazione. Vale a dire, per esempio, che saranno loro stessi i responsabili dei loro compiti e della loro igiene.

In questa tappa della vita si raccoglie quanto seminato durante l’infanzia; pertanto cercare di imporre a un adolescente lo stesso controllo riservato a un bambino è del tutto inefficace e controproducente.

La famiglia, ma anche gli amici

Durante l’infanzia, la famiglia è il principale agente di socializzazione; il bambino vede i genitori come figure di riferimento essenziali per sviluppare la sua concezione di sé e del mondo.

Durante l’adolescenza, invece, è il gruppo dei pari ad assumere questo ruolo, mentre la famiglia è relegata in secondo piano. Ancora una volta, si tratta di una fase di transizione naturale e positiva, ma non tutti i genitori la accettano.

È essenziale favorire la socializzazione dell’adolescente, lasciargli trascorrere il tempo con gli amici e i compagni di scuola e non vivere tale cambiamento come una questione personale.

Manipolarlo attraverso il senso di colpa perché preferisce andare al cinema con i coetanei anziché stare con la famiglia, significa limitare e snaturare un processo necessario.

Gruppo di adolescenti.

Educare il bambino e l’adolescente: esistono anche delle somiglianze?

Sebbene sia tratti di una graduale fase di transizione, di fronte a questa valanga di cambiamenti, il genitore potrebbe avere la sensazione di aver perso il controllo. Oppure che nulla di ciò che ha imparato sulla genitorialità è valido. Tuttavia, si tratta solo di adattarsi ad alcuni cambiamenti.

I figli hanno ancora bisogno di approvazione e amore incondizionato; di alcuni limiti e di una guida e traggono ancora un grande beneficio dall’avere un forte legame emotivo con i genitori.

Sono ancora gli stessi, stanno solo evolvendosi. Piuttosto che avere paura dei cambiamenti, bisogna sentirsi orgogliosi di avere l’onore di accompagnarli in questa nuova tappa.


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  • Molinero, L. R. (2007). El adolescente y su entorno: familia, amigos, escuela y medios. Revista española de pediatría: clínica e investigación63(1), 29-37.
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