Effetto Atir-Rosenzweig-Dunning sul sapere
Ai nomi dei ricercatori Stav Atir, Emily Rosenzweig e David Dunning si deve l’effetto Atir-Rosenzweig-Dunning. Questo curioso fenomeno si verifica quando una persona, esperta in una materia, arriva a convincersi di possedere conoscenze che in realtà non possiede.
Questo effetto è stato determinato attraverso un esperimento per cui ci si avvalse della collaborazione di persone considerate esperte in diversi ambiti. Più competenze pensavano di avere questi soggetti, maggiori erano le probabilità che arrivassero ad affermare di conoscere termini fittizi, inventati dai ricercatori.
Studi sull’effetto Atir-Rosenzweig-Dunning
Le basi di questo curioso effetto presuppongono che a mano a mano che apprendiamo e incrementiamo le nostre conoscenze, la nostra consapevolezza su ciò che conosciamo inizia a diventare sempre più offuscata. Sulla base di ciò, avere una vasta conoscenza in un determinato ambito può accrescere la fiducia in noi stessi a tal punto da farci credere di sapere tutto sulla materia in questione.
Lo studio di questi ricercatori ha permesso anche un’altra scoperta interessante, associata a un altro effetto, conosciuto come Dunning-Kruger (di cui parleremo più avanti). Per quanto riguarda gli studi su questo altro fenomeno, gli individui in terapia per l’effetto Atir-Rosenzwaig-Dunning tendevano ad affermare di conoscere fatti o concetti che in realtà non esistevano.
Eppure, altre persone dotate di un minor numero di conoscenze in un dato ambito erano più propense a dubitare di questi concetti o fatti che venivano presentati come veri; tendevano cioè a riconoscere le proprie lacune e a confessare la propria ignoranza.
Tra le persone intervistate, circa il 92% affermava di conoscere, in un certo qual modo, i termini fittizi. Nell’ambito della biologia, per esempio, gli esperti sostenevano di avere familiarità con concetti inesistenti, come “meta-tossine”, “retroplex” o “biosessuale”. In sostanza, le conclusioni di questo studio hanno stabilito che in alcuni casi avere una vasta conoscenza in un settore può accecare più dell’ignoranza.
L’effetto Dunning Kruger
L’effetto Dunning-Kruger venne individuato mediante studi precedenti a quelli già citati per descrivere l’effetto Atir-Rosenzweig-Dunning. Questo secondo fenomeno è emerso in quelle persone che affermavano di essere esperte in un determinato ambito senza avere, in realtà, nessuna competenza in merito.
A tal proposito questo effetto non induce una persona solo a parlare di un argomento che ignora, ma può anche incrementare le probabilità che cerchi di prevaricare secondo ciò che le sembra logico o che intuisce come più probabile, pur non sapendo se è così o meno.
Alla luce di ciò, l’effetto Dunning-Kruger è associato all’effetto Atir Rosenzweig-Dunning. Entrambi questi effetti sono una conseguenza della dinamica, così peculiare e affascinante -nel bene o nel male-, che determina la nostra mente.
Il “nepotismo”: l’effetto Atir-Rosenzweig-Dunning e l’effetto Dunning-Kruger
Come possiamo osservare, questi due effetti hanno una stretta correlazione con un termine che si è diffuso nel linguaggio popolare negli ultimi anni, in cui la politica si è trasformata in uno spettacolo televisivo. Stiamo parlando del trito e ritrito nepotismo, che diventa un’etichetta per coloro che sviluppano teorie sulla base di una scarsissima (o parziale) conoscenza.
Il termine -come facilmente intuibile- è associato alla figura del nipote, identificato come quel membro della famiglia che riceve sempre lezioni dagli altri, i quali difendono le proprie convinzioni come fossero universali. Nel suo rapporto con gli affetti, lo stereotipo del nipote incarna gli effetti degli atteggiamenti descritti. Così l’atteggiamento che ne deriva potrebbe in parte derivare dell’effetto Dunning-Kruger.
Eppure, visto che il nepotismo si basa -almeno in parte- sulla convinzione di sapere ciò che non si sa, esso è associato anche all’effetto Atir-Rosenzweig-Dunning. A ogni modo, si tratta di un comportamento particolarmente fastidioso, soprattutto quando queste persone cercano di imporre le proprie idee su argomenti che, in quanto controversi e oggetto di polemica, possono risultare scabrosi, come la politica o il femminismo.
Alla luce di ciò, bisogna pensare che riconoscere le nostre lacune può essere un atteggiamento molto più intelligente piuttosto che cercare di ingigantire, nonostante i limiti del nostro punto di vista, le conoscenze in nostro possesso. Questo atteggiamento ci consentirà di apprendere e di sostenere dibattiti molto più proficui, oltre a non farci crogiolare sostenendo tesi che, per quanto logiche possano sembrare, non reggono.