Empatia: come si manifesta nel nostro cervello?

Empatia: come si manifesta nel nostro cervello?

Ultimo aggiornamento: 04 giugno, 2016

Uno degli strumenti più potenti che gli esseri umani usano per comprendere i molteplici cambiamenti sociali che attraversano è la empatia. Essere empatici ci dà una capacità cognitiva assolutamente incredibile, quando sappiamo impiegarla in modo adeguato a beneficio di tutti.

Essere empatici significa che una persona si identifica e capisce i sentimenti di qualcun altro, tenendo in considerazione le sue circostanze specifiche e agendo di conseguenza. L’empatia è possibile grazie all’enorme potere della nostra mente di separare i nostri sentimenti da quelli degli altri e di usare un modo diverso di ragionare a seconda del “luogo sentimentale” in cui ci stiamo mettendo.

Ciò ci permette di adattarci all’ambiente circostante. L’empatia consente alle persone di avvicinarsi al dolore o alla sofferenza di qualcun altro, così come alla sua allegria o felicità. Ma siamo tutti empatici allo stesso modo?

“Se non siete capaci di controllare le vostre emozioni stressanti, se non siete empatici e non sapete instaurare vere relazioni personali, non importa quanto siete intelligenti: non potete andare lontano”.

(Daniel Goleman)

L’empatia genera cambiamenti nel nostro cervello

Sono in molti quelli che ancora si chiedono “siamo tutti empatici allo stesso modo e con la stessa intensità?”. La risposta è no: gli studi ci dicono che le persone sono diverse per quanto riguarda i livelli di empatia. Possiamo dire anche che non tutti percorrono gli stessi sentieri per essere empatici. C’è chi ha una grande relazione con il mondo emotivo e, pertanto, per costui l’empatia è naturale.

empatia emotiva 2

Altre persone non possiedono questo dono, o se non altro non è così sviluppato. Per questo motivo, generano la loro empatia attraverso l’esperienza e la loro logica e coerenza sentimentale. Uno studio dell’Università di Monash, Australia, ha rivelato che il cervello delle persone razionali o logiche è fisicamente distinto rispetto a quello delle persone più emotive.

Robert Eres, l’esperto a capo di tale ricerca, sostiene che “le persone con alti livelli di empatia affettiva sono spesso quelle che provano paura quando vedono un film dell’orrore o che piangono quando vedono una scena triste. Coloro che, invece, hanno un’alta empatia cognitiva sono più razionali.”

Lo scopo di tale studio era dimostrare che l’empatia porta dei cambiamenti nel nostro corpo. Prendendo come base il nostro cervello, possiamo distinguere due tipi di empatia:

  • L’empatia affettiva è la capacità delle persone di rispondere in modo adeguato allo stato emotivo di qualcun altro.
  • L’empatia cognitiva è la capacità di comprendere e sentire ciò che sta sviluppando o pensando l’altro.

Empatia affettiva ed empatia cognitiva

La ricerca è stata realizzata sulla base di 176 partecipanti ai quali è stata misurata la quantità di materia grigia che possedevano in certe regioni del cervello, per mezzo di una morfometria basata su voxel. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista NeuroImage e ci rivela che le persone dotate di empatia affettiva hanno una materia grigia più densa nel lobo dell’insula, situato nella parte centrale del nostro cervello.

empatia emotiva 3

Le persone con un’alta empatia cognitiva, invece, possiedono più materia grigia nella corteccia cingolata, che si trova nell’area mediale del cervello, e ci permette di svolgere le funzioni basiche cerebrali del nostro sistema limbico.

Secondo gli esperti, questa ricerca “fornisce la prova che l’empatia è una costruzione di molteplici componenti, perciò l’empatia affettiva e quella cognitiva sono rappresentate diversamente nella morfometria cerebrale”. Con questi dati, possiamo comprendere la complessità fisica tipica del cervello e rispondere alla domanda “qual è la differenza a livello cerebrale tra le persone emotive e quelle razionali?”.

“Quando la gente parla, ascolta tutto. La maggior parte delle persone non ascolta mai”.

(Ernest Hemingway)


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.