Endocannabinoidi, molecole simili alla marijuana

Gli endocannabinoidi sono presenti nella pianta della marijuana, ma anche il cervello produce queste sostanze. Grazie a esse modula il piacere, così come il dolore e perfino l'impatto dello stress.
Endocannabinoidi, molecole simili alla marijuana
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

La memoria, il riposo, la riproduzione, il piacere e anche la regolazione dello stress… Gli endocannabinoidi sono  affascinanti molecole che il corpo produce per modulare il sistema endocannabinoide (SEC).

Potrebbe stupire o destare inquietudine sapere che buona parte del nostro organismo è “inondato” da queste sostanze chimiche. Queste piccole sostanze sono una parte fondamentale del sistema di ricompensa del cervello.

Grazie a esse il nostro cervello porta a termine innumerevoli meccanismi e qualsiasi scompenso può minare il nostro benessere. In questo senso, recenti studi dimostrano che qualsiasi alterazione nei livelli degli endocannabinoidi può essere legata a stress e ansia.

È anche interessante sapere che sebbene si tratti di elementi endogeni, ovvero prodotti dal cervello, si possono trovare anche in natura. Infatti anche la pianta della marijuana li contiene. Ma il dato sorprendente che dovremmo ricordare è che tutti noi abbiamo il nostro sistema cannabinoide.

Collegamenti tra neuroni.

Cosa sono gli endocannabinoidi?

Gli endocannabinoidi sono uno dei componenti attivi della pianta della marijuana. Ma, come anticipato, anche il cervello li produce. Essi sono presenti nell’organismo e circolano nel flusso sanguigno.

Si tratta di molecole di lipidi (grassi) che hanno un ruolo decisivo nel favorire la comunicazione fra neuroni. Il lavoro di ricerca condotto dal dipartimento di scienze psicologiche e cerebrali dell’Università dell’Indiana (Stati Uniti) ci indica dati importanti in merito.

Fino a oggi sono state identificati solo due tipi di queste sostanze chimiche, l’anandamide (AEA) e l’arachidonoilglicerolo (2-AG). Quando agiscono sui recettori endocannabinoidi, si regolano molteplici meccanismi di base della nostra quotidianità, come l’apprendimento, la memoria, il sonno, l’appetito e perfino lo stato d’animo.

È altrettanto importante ricordare che queste molecole svolgono un’altra funzione fondamentale. Gli AEA e il 2-AG modulano il circuito di ricompensa del cervello. Lo fanno stimolando la produzione di dopamina, che regola la motivazione e gli stati di piacere.

Che funzioni hanno gli endocannabinoidi?

Nonostante siano stati individuati solo due tipi di cannabinoidi, si crede che possano esisterne molti di più, date le loro molteplici funzioni.

D’altra parte, bisogna ricordare che i cannabinoidi endogeni sono neurotrasmettitori naturali. Ciò significa che agiscono come messaggeri chimici nel corpo, ovvero inviano segnali fra le cellule nervose. Vediamo le loro funzioni.

Regolano la nostra energia

Queste molecole regolano il riposo notturno e anche i momenti di attività. Sono determinanti nel conciliare il sonno, ma a volte possono attivare la nostra motivazione, motivo per cui proviamo piacere quando lavoriamo per un obiettivo.

Stimolano l’appetito

Il sistema endocannabinoide centrale ricopre  un ampio spettro di processi fisiologici, di cui l’appetito è uno dei più  importanti.

Un dato curioso è che anni fa la scienza ha scoperto che il principale costituente psicoattivo della cannabis, il delta 9-THC, agisce sul nostro sistema endocannabinoide. Questa scoperta è stata sfruttata per aumentare la sensazione di appetito in soggetti con anoressia o cancro.

Circolazione del sangue

Fra i due endocannabinoidi scoperti, il 2-AG è uno dei più importanti del cervello, del fegato e dei polmoni. In questi organi produce acido arachidonico, impiegato nella sintesi delle prostaglandine.

Grazie a esse, sono possibili funzioni come la pressione sanguigna, la coagulazione del sangue o perfino la risposta infiammatoria allergica.

Regolazione del dolore

È importante sapere che il sistema endocannabinoide è una parte fondamentale della comunicazione intercellulare. Ma come se non bastasse, è coinvolto in una vasta gamma di processi fisiologici, come la regolazione della percezione del dolore.

Quando il cervello scopre uno stato infiammatorio o la presenza di una ferita o di un urto, si attivano immediatamente gli endocannabinoidi per ridurre la sofferenza.

Memoria e apprendimento

Da anni le neuroscienze ci stanno fornendo dati su questi composti chimici. Uno dei più rilevanti è il fatto che esistono recettori di endocannabinoidi nell’ippocampo e nella corteccia, che favoriscono i processi di memoria e di apprendimento.

Amici si abbracciano contenti.

Gli endocannabinoidi e le esperienze sociali piacevoli

Tutto il corpo è “inondato” da queste sostanze chimiche. Ma da uno studio pubblicato dall’Università di Muenster (Germania), emerge un altro dato. Gli endocannabinoidi AEA e 2-AG sono fondamentali nel piacere che proviamo grazie alle relazioni sociali quotidiane.

Ogni volta che realizziamo qualcosa che il cervello interpreta come socialmente positivo, queste sostanze chimiche endogene facilitano il rilascio di dopamina nei centri di ricompensa del cervello. Un abbraccio, una chiacchiera con i nostri amici davanti a un caffè, una passeggiata con il partner, giocare con i nostri figli, etc.

Queste esperienze riempiono il flusso sanguigno di queste sostanze simili alla marijuana che ci donano piacere, benessere e felicità. Non esiste modo migliore per ridurre lo stress e l’ansia che godere di questi istanti di equilibrio e complicità con le persone che amiamo di più.


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