Fibromialgia e probiotici: qual è la correlazione?
Uno studio dell’Università di Almería ha analizzato la relazione tra fibromialgia e probiotici. Diverse ricerche hanno dimostrato che il consumo di determinati batteri da parte dei pazienti affetti da fibromialgia può migliorare in modo significativo la loro qualità di vita.
La fibromialgia è una malattia cronica dall’etologia sconosciuta e caratterizzata da un dolore muscoloscheletrico generalizzato e diffuso. Così, oltre al dolore fisico, i pazienti sperimentano una certa difficoltà a livello psicologico ed emotivo. Si stima che questa malattia colpisca il 2,7% della popolazione mondiale.
La psicoterapia e pratiche come la meditazione rappresentano di solito un aiuto per le persone affette da fibromialgia, perché insegnano loro a gestire diverse difficoltà. Ciononostante, secondo gli ultimi dati, sembra che anche i probiotici siano una valida alternativa a queste pratiche. A seguire, analizzeremo la relazione tra fibromialgia e probiotici. Vediamo di cosa si tratta.
I probiotici migliorano le funzioni cognitive complesse
I probiotici sono batteri vivi che offrono diversi benefici all’organismo. Per esempio, l’equilibrio della flora intestinale, il miglioramento del sistema immunologico e una migliore digestione. Lo studio condotto da alcuni gruppi di ricerca dell’Università di Almería è riuscito a isolare gli effetti provocati da quattro ceppi di probiotici su individui che soffrono di fibromialgia.
A seguito di questi studi clinici, gli scienziati hanno constatato che i probiotici, somministrati nelle giuste quantità, agiscono direttamente sul miglioramento delle funzioni cognitive complesse, che in questi pazienti di solito risultano alterate. Questo risultato può essere un’eccellente integrazione ad altri studi di ricerca relativi alla condotta alimentare nelle persone con fibromialgia.
Gli studiosi hanno lavorato sulla base dell’ipotesi secondo cui i probiotici apportino diversi benefici nei casi di fibromialgia. La maggior parte di questi benefici sono relativi alle funzioni cognitive ed emotive dei pazienti. Secondo Pablo Román, uno dei ricercatori dell’Università di Almería, lo scopo iniziale dello studio era verificare se i batteri contribuissero a ridurre l’intensità del dolore e l’ansia e la depressione tipica di questi soggetti. Lo scopo era anche verificare se gli effetti avessero ripercussioni a livello cognitivo.
I ricercatori hanno somministrato ai pazienti questionari e test sperimentali al fine di ottenere un’autovalutazione. Gli studiosi sono quindi riusciti a raccogliere informazioni utili sfruttando criteri quali il grado di dolore, la qualità della vita e del sonno e l’incidenza e la gravità dei sintomi della fibromialgia; sono anche stati considerati criteri quali la depressione per identificare i sintomi emotivi e l’ansia di cui soffrono i pazienti affetti da fibromialgia.
I risultati dello studio di ricerca
I risultati ottenuti sottolineano che l’ingestione di microrganismi non colpisce l’area del cervello responsabile delle funzioni motorie. Invece, attacca l’area incaricata di controllare la capacità di adattamento a uno specifico compito e, oltretutto, questo succede senza che i pazienti manifestino sintomi di stanchezza.
I ricercatori hanno osservato che i pazienti a cui erano stati somministrati i probiotici prendevano decisioni in modo meno impulsivo e impiegavano meno tempo ad arrivare a una conclusione.
L’effetto placebo nello studio della relazione tra fibromialgia e probiotici
Per ottenere questi risultati sulla relazione tra la fibromialgia e probiotici, gli esperti hanno eseguito esperimenti clinici su circa 60 pazienti con fibromialgia. I soggetti erano principalmente donne, dato che questa malattia colpisce soprattutto il sesso femminile.
Prima del trattamento, è stata eseguita una valutazione individuale sui partecipanti. Durante questa valutazione, si è tenuto conto -mediante lo svolgimento di compiti specifici e il completamento di questionari- della loro capacità cognitiva, e di altri fattori relativi allo stato fisico ed emotivo. Per due giorni, gli scienziati hanno misurato l’intensità e la tipologia di dolore, così come la presenza di ansia e altri sintomi tipici della depressione.
Successivamente, i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: al primo sono stati somministrati probiotici per via orale per otto settimane; al secondo è stato somministrato un medicinale dall’effetto placebo per lo stesso arco di tempo. Ogni dose prevedeva quattro compresse al giorno; sia quelle contenenti i batteri sia quelli contenenti sostanze innocue avevano lo stesso aspetto, lo stesso sapore e lo stesso odore.
Una volta concluso l’esperimento, i ricercatori hanno nuovamente somministrato un questionario ai pazienti per valutare e confrontare tra loro i risultati ottenuti nella fase precedente e in quella posteriore alla terapia. I pazienti a cui sono stati somministrati i medicinali placebo non hanno mostrato alcun segno di miglioramento. Al contrario, quelli a cui sono stati somministrati probiotici hanno evidenziato in diversi test sull’impulsività che la propria elasticità cognitiva era aumentata rispetto a quanto mostrato prima della somministrazione dei microrganismi. L’effetto placebo è stato così scartato dalle ipotesi sui risultati del trattamento.
Questo gruppo multidisciplinare formato da infermieri, fisioterapisti, psicologi e neuroscienziati continuerà ad approfondire nuove ipotesi di ricerca con i probiotici per verificare se i benefici sono validi anche per altre malattie. Al momento sembrano essere stati ampiamente dimostrati gli effetti positivi della relazione tra fibromialgia e probiotici.