Come funziona la comunicazione subdola?

Come funziona la comunicazione subdola?

Ultimo aggiornamento: 23 febbraio, 2017

Per destabilizzare qualcuno, non è necessario creare un conflitto diretto oppure esercitare violenza fisica: l’uso dell’ironia, delle prese in giro e di insinuazioni fa parte di un tipo di comunicazione tra pari da cui un individuo esce danneggiato.

La comunicazione subdola fa riferimento ad una tortura psicologica verso un proprio simile; essa non è eclatante, ma destabilizza e confonde il soggetto verso cui è diretta. Tutto può avere inizio con una banale mancanza di rispetto, accompagnata dall’assenza di un senso di colpa da parte di chi la causa.

Per esercitare questo tipo di comunicazione, basta che qualcuno prenda in giro i gusti musicali di un suo compagno, che si beffi dei suoi successi o delle sue aspettative, sia in privato che in pubblico. È anche frequente che lo privi della facoltà di esprimersi e di chiarire il suo punto di vista.

Un altro caso è quando una persona smette di rivolgere la parola a qualcuno, nonostante i costanti tentativi di chiarimento della vittima, che vuole capire se il suo compagno lo stia ignorando senza motivo. Normalmente, tali azioni vengono accompagnate da una comunicazione non verbale composta da sguardi altezzosi o pesanti sospiri.

“Una parola al momento giusto può uccidere o umiliare senza sporcarsi le mani”.

(Pierre Desproges)

L’ironia e la presa in giro: due forme di comunicazione subdola

L’ironia e la presa in giro sono due armi maneggiate da una determinata categoria di persone e determinano l’essenza delle relazioni. A prima vista, questo atteggiamento può far sembrare un individuo forte, dato che lo fa apparire come “colui che sa”.

Persistere in quest’atteggiamento porta alla credenza collettiva che quella persona sia così, punto e basta. Nella sostanza, tale comportamento dà vita ad un clima sgradevole e ad un’atmosfera inopportuna e contribuisce ad ostacolare la nascita di spazi di comunicazione sinceri ed intimi.

In questo modo, l’interlocutore finisce per permettere il sarcasmo, l’indifferenza e il disprezzo del partner, dell’amico o del collega, come se quello fosse il prezzo da pagare per avere un rapporto con lui, una persona interessante, ma estremamente complicata.

Il sarcasmo e il lieve disprezzo sono frecciatine che infastidiscono l’altro, spesso in presenza di altra gente. Inoltre, di frequente, nel gruppo c’è anche un complice che rincara la dose. L’aggressione è così minacciosa che il bersaglio non capisce se si sta parlando sul serio o se si tratta di un semplice scherzo che va accettato.

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Il circolo vizioso di queste relazioni tossiche

Questi gesti sono così quotidiani che sembrano essere la cosa più normale del mondo. Hanno inizio con una semplice mancanza di rispetto, che, però, sfocia in continui attacchi che porteranno a pesanti conseguenze per la salute mentale della vittima.

Si tratta di un fenomeno talmente sleale e, allo stesso tempo, quotidiano, che le vittime finiscono per accettarlo: ammirano l’artefice di quella comunicazione con la ferma certezza che sia meglio stare con lui che contro di lui. Ciò porta ad una vera e propria distorsione della relazione.

Marie-France Irigoyen è esperta di questo tipo di violenza, che cresce in maniera molto insidiosa e graduale, e che porta le vittime a non reagire o contrattaccare, ma a manifestare proprio l’atteggiamento che più di tutti alimenta le aggressioni celate dell’altro: l’eccessiva amabilità. Credono che, se riescono a piacere al loro intrattabile interlocutore, questo diventerà più cortese.

Se, ad un certo punto, la vittima decide di ribellarsi e di reagire in modo diverso, l’altro si incaricherà di frenarla, eliminando ogni sua capacità di pensiero critico e facendole perdere la nozione della sua identità.

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Come evitare le relazioni di questo tipo?

Le persone piuttosto insicure di se stesse sono facili vittime dei manipolatori. Le persone di questo tipo danno la precedenza alle opinioni altrui rispetto alle proprie, perché credono che questi ne sapranno sempre più di loro.

Ora, dopo questa lunga analisi, sapreste dire chi è il vero insicuro? Il manipolato o colui che ha bisogno di manipolare per sentirsi forte nelle situazioni quotidiane? È chiaro che c’è una necessità di educare i figli, sin dalla tenera età, a rispettare gli altri. Dobbiamo capire che ogni individuo è unico ed irripetibile e che nessuno deve essere una figura minacciosa per i propri simili.

Non vi conosco (o forse sì), ma posso dirvi che valete tanto quanto le persone che vi circondano, né più né meno. Camminate a testa alta ovunque andiate; le vostri opinioni, le vostre aspirazioni, le vostre mete e il vostro fisico sono degni di essere apprezzati.


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