Gli archetipi del sé per Carl Jung

Gli archetipi del sé differiscono dagli altri archetipi proposti da Jung in quanto, secondo lo psicoanalista svizzero, hanno un impatto maggiore sullo sviluppo individuale. Da essi prenderebbe forma la psiche umana.
Gli archetipi del sé per Carl Jung
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 07 marzo, 2023

Gli archetipi del sé sono noti anche come archetipi superiori o principali. Si tratta di una rappresentazione inconscia che ha un grande impatto sullo sviluppo della psiche umana, secondo la psicologia analitica di Carl Jung.

In termini generali, gli archetipi sono modelli universali che fanno parte dell’inconscio collettivo. In altre parole, tratti inconsci comuni a tutta l’umanità che determinano specifici modi di essere.

Carl Jung è ricorso alla religione e alla mitologia per definire questi modelli. Tuttavia, al loro interno ce ne sarebbero cinque di particolare importanza. Questi sono chiamati archetipi del sé.

“La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia.

-Carl Gustav Jung-

I 5 elementi dell’archetipo del sé

Anima

L’anima è uno degli archetipi del sé secondo la psicologia analitica di Carl Jung. Il termine deriva dal latino anima e corrisponde all’immagine dell’eterno femminino nell’inconscio di un uomo.

È legato al principio dell’eros e definisce o riflette la natura delle relazioni che un uomo instaura con le donne. Per Jung, questo archetipo presenta quattro fasi di sviluppo, o quattro livelli di evoluzione:

  • Primo grado. Corrisponde alla funzione biologica fondamentale del femminile, il cui ruolo è quello di essere fecondato. L’archetipo di base sarebbe Eva o Gaia.
  • Secondo grado. L’istinto di base acquisisce nuove sfumature che lo avvicinano al bello e al romantico. L’archetipo essenziale sarebbe Elena di Troia.
  • Terzo grado. Spiritualizzazione o maternità spiritualizzata. Corrisponde al modello della Vergine Maria.
  • Quarto grado. La saggezza o saggezza dell’eterno femminino. Corrisponde a Sofia, la dea greca della saggezza.

Gli archetipi del sé: Animus

L’animus diventa la controparte dell’anima e corrisponde all‘immagine dell’eterno maschile nell’inconscio di una donna. Fa riferimento al concetto di “spirito” ed è governato dal principio del logos.

È legato al mondo delle idee e a quello spirituale. Sia in questo caso, come nel precedente, l’identificazione inconscia con il rispettivo archetipo provoca un sentimento di disillusione nei confronti del sesso opposto. Secondo Jung, anch’esso presenta quattro stadi:

  • Primo stadio. È la rappresentazione della potenza fisica, dell’atleta. Il paradigma sarebbe Ercole.
  • Secondo stadio. Iniziativa e slancio, rappresentati nella figura mitologica di Apollo.
  • Terzo stadio. Le virtù si trasformano in parole e poi appare il sacerdote o il maestro.
  • Quarto stadio. La più alta manifestazione del maschile. È quello che riconcilia il conscio e l’inconscio. È rappresentato dalla figura di Hermes.
Rappresentazione degli archetipi del sé: Hermes.

Persona

All’interno degli archetipi del sé proposti da Jung, questo rappresenta l’area inconscia che si vuole condividere con gli altri.

È paragonabile all’immagine pubblica, composta da elementi inconsci, ma che si armonizzano con elementi coscienti ed è per questo che vogliono farsi conoscere agli altri.

Allo stesso modo, l’archetipo della persona coincide con la radice latina della parola, che nel suo significato originario significa “maschera”.

La persona come archetipo, dunque, riguarda il sé sociale e le molteplici sfaccettature che assume a seconda delle circostanze. È governato dal principio di adattamento.

Gli archetipi del sé: Ombra

L’ombra sarebbe l’opposto della persona. Jung lo definisce come segue: <<l’immagine di noi stessi che scivola dietro di noi quando camminiamo verso la luce>>.

È uno degli archetipi più interessanti del sé e corrisponde alla parte nascosta di un individuo, al suo “volto altro”, quello di sé che si nasconde agli occhi degli altri, ma anche a se stesso.

L’ombra è quella zona oscura della personalità alla quale nemmeno noi stessi abbiamo accesso. Le caratteristiche della stessa, di fatto, non vengono riconosciute come proprie, sebbene lo siano.

Questi contenuti vengono rifiutati inconsciamente, ma se acquistano forza, diventano antagonisti del sé. L’archetipo dell’ombra è governato dal principio del caos.

L'uomo con la sua ombra.

Per Jung, il sé è l’archetipo essenziale dell’inconscio collettivo. Rappresenta la totalità, o la massima espressione, dell’essere umano: “l’unione degli opposti per eccellenza”.

Rappresenterebbe una sorta di ultimo passo nel processo evolutivo dell’uomo o, come diceva Jung, del processo di individuazione.

La totalità a cui si riferisce questo archetipo si manifesta come potere transpersonale. Include il centro della psiche, ciò che governa una persona e il destino a cui è diretta, che ne sia consapevole o meno. È determinato dal principio di coerenza e struttura che configura l’equilibrio.


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