Gli introversi non sono noiosi, bisogna scoprirli
Nn tutti sono in grado di apprezzare chi parla a malapena e passa inosservato durante una festa o altri eventi sociali. C’è chi reputa gli introversi timidi, poco affabili e perfino asociali. Allo stesso modo, spesso li considerano noiosi e persone con cui non è possibile divertirsi.
Si dice che Agatha Christie evitava qualsiasi evento pubblico e sociale. Aveva paura di sembrare, usando le sue parole, una “timida idiota”. Ma non era timida, bensì introversa e faceva sempre fatica a gestire la sua vita pubblica. Il suo rifugio era la scrittura, e in quel mondo alternativo trovò la sua felicità.
Creò creato personaggi con una personalità molto diversa dalla sua. Miss Marple era la classica donna determinata, ficcanaso, loquace e intelligente a cui non mancava nulla. Hercule Poirot era il chiaro esempio di persona sicura di sé. Agatha Christie ha tracciato un universo dominato dal mistero e da personalità indimenticabili.
Di certo in più di un’occasione sarà stata descritta come noiosa, non esattamente l’anima della festa. Nessuno, tuttavia, poteva negare che dietro quel comportamento poco effusivo o frizzante, vi fosse una potente luce interiore.
Generalizzare e attribuire all’introversione termini negativi come insicurezza, antipatia, freddezza, mancanza di entusiasmo o carisma è un errore e una forma di discriminazione.
Gli introversi non sono noiosi, sono solo più silenziosi
Sono passati decenni da quando Carl Jung ha reso popolari i termini introversione/estroversione nel suo libro Tipi psicologici. La premessa di base è che le persone introverse generalmente non hanno bisogno di stimoli esterni per stare bene.
Tuttavia, se l’amato psichiatra svizzero desse un’occhiata al nostro presente, probabilmente si indignerebbe per la scarsa importanza data oggi a questa personalità (almeno per quanto riguarda la psicologia popolare).
Jung definì l’introversione come un tipo di coscienza che tutti possiamo sperimentare in determinati contesti e situazioni. In altre parole, ognuno di noi è più o meno introverso a seconda di diverse variabili, come il contesto in cui si muove.
A ciò si aggiunge la tendenza ad attribuire tratti e caratteristiche a ciascuna sfera in modo parziale. Uno studio condotto presso l’Università dell’Essex rivela che la maggior parte della popolazione pensa che gli introversi manchino di senso dell’umorismo, siano noiosi, ostili e alquanto incompetenti.
Sicuramente Carl Jung si arrabbierebbe per queste attribuzioni errate… Perché gli introversi non sono noiosi. È la cultura che tende a valutare positivamente la personalità espansiva e chiassosa rispetto a quella più calma.
Tendiamo a vedere l’introversione come l’opposto dell’estroversione (e viceversa). Tuttavia, non sono due tratti opposti. In realtà, ci muoviamo tutti lungo un continuum in cui a volte siamo più introversi e altre volte meno.
Quando l’esibizionismo psicologico trionfa e va in cerca di Mi piace
Viviamo in una società in cui trionfa chi si esibisce; chi è molto estroverso, aperto e loquace attira l’attenzione. Nell’universo dei social network abbonda l’esibizionismo psicologico. Chi espone la sua vita, i suoi pensieri e i suoi bisogni attira subito l’interesse di migliaia di utenti.
Questo spiega il successo dei reality show o degli instagramer che rendono pubblico il loro quotidiano. Dinamiche sorprendenti e mancanza di privacy che intrattengono, piacciono e ottengono successo. Gli introversi, a cui non piace mettersi in mostra, non hanno spazio in questi media, perché chi non fa rumore semplicemente non esiste.
Accade lo stesso fuori dai confini del territorio digitale. Nel mondo reale, le presenze calme passano inosservate e questo fa sì che i più assertivi, entusiasti e impulsivi conquistino, in un primo momento, la fiducia di chiunque. Tuttavia, nel tempo e giorno dopo giorno, si può scoprire che chi non è altrettanto chiassoso nasconde valori straordinari.
Gli introversi non hanno bisogno o vogliono l’attenzione di altre persone su di loro in ogni momento. A loro piace osservare piuttosto che essere osservati. Ma attenzione, perché anche loro hanno bisogno di essere riconosciuti.
Gli introversi non sono noiosi, ma hanno paura di annoiare gli altri
Gli introversi non sono noiosi, ma temono spesso di annoiare gli altri. Questo timore è il risultato dei pregiudizi che aleggiano sulla loro personalità.
Viene attribuito un tale valore alla personalità estroversa, alla persona carismatica, loquace e audace, che chi non presenta questi tratti si sente in difetto.
Non dominando il terreno in cui l’estroverso si muove come un pesce nell’acqua, l’introverso fa fatica a restare a galla. Perché preferisce la calma alla baldoria. Perché non è diretto e ha bisogno di un certo di tempo per aprirsi agli altri. Infine, non sempre padroneggia le abilità sociali in modo efficace, come l’assertività.
Più tranquilli, sì; meno interessanti, no
Secondo le regole che governano il mondo di oggi, è difficile che una persona introversa sia considerata divertente. Tuttavia, questa personalità racchiude grandi tesori, valori e il desiderio di instaurare legami forti e significativi.
Bisogna solo essere pazienti, sensibili e curiosi di fronte alle persone che, sebbene parlino poco oppure a bassa voce, hanno molte cose interessanti da dire.
Come affermava Carl Jung, l’introverso apprezza una vita più semplice ed è più riflessivo. Ciò lo allontana senz’altro dalle attuali dinamiche sociali così orientate al rumore, all’esibizione e alla comunicazione impulsiva e non riflessiva.
È ora di smettere di vedere l’introversione come una debolezza, un difetto o mancanza di carattere. Le persone introverse hanno molto da esprimere e possono contribuire in modo significativo.
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