I pensieri irrazionali non sono positivi

I pensieri positivi possono essere altrettanto irrazionali e controproducenti come quelli negativi. In questo articolo spiegheremo l'importanza della ristrutturazione cognitiva e i pericoli di un pensiero positivo alterato.
I pensieri irrazionali non sono positivi

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

Dal disturbo d’ansia sociale alla violenza nelle relazioni interpersonali fino ad arrivare allo stress post-traumatico. Il dialogo socratico sui pensieri irrazionali e la loro modificazione diventa la base di tutte le visite psicologiche.

La ristrutturazione cognitiva è una delle tecniche per antonomasia di ogni trattamento psicologico. Sembra aver superato i ben definiti confini delle diverse correnti psicologiche, sempre in conflitto tra loro per dimostrare qual è la più legittima, la più utile o la più efficace.

Con la ristrutturazione cognitiva, che può essere utilizzata in base alle valutazioni dello psicologo ed essere utile fino alla fine della terapia, si cerca di individuare i pensieri irrazionali del soggetto e trovare dei pensieri alternativi che possano sostituirli. La cosa più importante è che la persona sia capace di comprendere l’impatto negativo dei pensieri irrazionali sul suo umore, sul suo modo di pensare e sui suoi comportamenti.

Durante la terapia con la ristrutturazione cognitiva, il soggetto sarà in grado di individuare i suoi pensieri irrazionali e sostituirli con altri più appropriati.

Tuttavia, quando è il momento di analizzare questi pensieri, le persone spesso si confondono elaborando dei pensieri positivi invece di pensieri razionali.

Donna con pensieri irrazionali

Differenze tra pensieri irrazionali e razionali

I pensieri irrazionali producono delle risposte emotive molto spiacevoli. Queste possono andare dalla rabbia all’amarezza, fino al terrore. Di solito, durano parecchio tempo e vengono espresse utilizzando dei termini assoluti (ad esempio, con l’uso di avverbi come “mai” o “sempre”). A sua volta, questi pensieri e le conseguenti reazioni si relazionano a quello di cui una persona ha bisogno per essere felice; cosa dovrebbe fare o avere, cioè a delle richieste autoimposte.

Nella maggior parte dei casi, sono pensieri non dimostrabili e non verificabili. Al contrario, i pensieri razionali sono verificabili e generano emozioni meno intense. Al posto della rabbia, il dispiacere; invece dell’amarezza, la rassegnazione; al posto del terrore, la paura. In genere, non si utilizzano dei verbi imperativi, ma dei condizionali che allontano i nostri pensieri dal concetto di necessità.

È importante sottolineare che la rabbia non si sostituisce con la felicità, l’amarezza non può essere rimpiazzata dalla soddisfazione o il coraggio non prende il posto del terrore. Un pensiero razionale deve essere realistico e adeguato alla situazione. Elaborarlo in termini eccessivamente positivi potrebbe trasformarlo in un pensiero irrazionale.

Inoltre, se durante le sedute il soggetto interpreta i pensieri positivi come pensieri alternativi e razionali, quasi sicuramente non sarà in grado di produrli. Il suo particolare stato d’animo e la sua visione negativa renderanno questo compito molto difficile.

Un esempio pratico di pensieri irrazionali: Patrizia viene licenziata

Immaginiamo che una donna di 40 anni di nome Patrizia perda il suo lavoro in banca. I pensieri irrazionali che possono turbare Patrizia sono: “Non troverò mai più un lavoro”, “Sono inutile”, “Avrei dovuto lavorare di più”. Come abbiamo già visto, utilizza dei termini assoluti senza una base empirica dimostrabile. Inoltre, il tutto è vissuto in un contesto di necessità e dovere.

Con la pratica, Patrizia può sviluppare dei pensieri razionali alternativi più appropriati come ad esempio: “Non so se troverò di nuovo un lavoro, ma farò tutto il possibile per trovarlo”; “Ho perso il lavoro, ma non per questo sono una persona inutile, mi hanno semplicemente licenziata, ma ciò non ha nulla a che fare con il mio valore come persona”. Oppure, “Avrei potuto lavorare più ore, ma non so se è questo il motivo che ha causato il mio licenziamento”.

Come potete vedere, non utilizza dei termini assoluti e non giunge a delle conclusioni affrettate dandosi delle etichette negative a causa di un evento esterno.

Donna stressata

Il pensiero positivo alterato

Può anche accadere che Patrizia non sappia come sostituire i pensieri irrazionali in modo appropriato o che non abbia compreso le spiegazioni e le linee guida che le sono state date. Potrebbe credere che, in questa situazione, l’alternativa ai pensieri irrazionali sia: “Domani troverò un lavoro e guadagnerò come in banca”; “Sono la migliore lavoratrice che esista e le mie capacità superano di gran lunga quelle degli altri” oppure “Sono sicura che lavorare più ore non ha nulla a che fare con il mio licenziamento. È avvenuto solo perché non piaccio al mio capo”.

Contrariamente a quello che si possa credere nella cultura popolare, pensare positivo non significa che tutto andrà come si spera. Pensare in questo modo nasconde delle trappole.

Autori come Barbara Ehrenreich o Derren Brown ci parlano della parte negativa di un pensiero estremamente positivo. A volte, come abbiamo detto, questi pensieri nascondono delle trappole. Possono creare delle idee sbagliate basate su delle illazioni che non hanno nessuna base empirica.

Razionale vs positivo, qualcosa su cui lavorare durante la terapia

È di vitale importanza formulare dei giudizi in maniera adeguata. In pensieri irrazionali possono essere negativi (e in parte lo sono), ma anche positivi.

Mentre i primi possono causare delle risposte emotive esagerate, i secondi possono provocare delle reazioni intense quando non è possibile soddisfarli, perché basati su fatti o informazioni poco veritieri. In questi casi, si generano delle aspettative eccessive e si ragiona in termini assoluti.

È anche importante che, durante la terapia, si dedichi particolare attenzione al paziente in modo che possa comprendere i parametri sui quali si basa il pensiero razionale. A tale scopo, in un primo momento, si consiglia di iniziare le sedute con degli esempi e delle metafore per poi lavorare sui pensieri irrazionali della persona.

È dunque importante iniziare fornendo al paziente una formazione preliminare in modo che possa essere capace di formulare, giorno dopo giorno, dei pensieri alternativi nel modo più corretto, efficace e utile.


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  • Ehrenreich, B. (2009). Sonríe o muere. La trampa del pensamiento positivo. Madrid: Turner.

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