Il bias della responsabilità esterna

Il bias della responsabilità esterna ci porta a pensare che ci sono poteri superiori pronti a decidere per il nostro destino. Questi poteri ci liberano dell'angoscia che deriva dal dover decidere e ci proteggono dall'insoddisfazione provocata dai nostri errori e dai nostri passi falsi.
Il bias della responsabilità esterna
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2023

Il bias della responsabilità esterna è uno dei più diffusi. In buona sostanza, consiste nel riconoscere certe cause esterne come i fattori scatenanti di determinati eventi. Esso prende forma per mezzo di convinzioni e dottrine che ruotano proprio intorno a questa idea.

Ricordiamo che un tratto cognitivo è una deviazione della logica. Si tratta di un’interpretazione errata della realtà che induce una distorsione degli eventi; un tratto che in fondo deriva da una realtà distorta. Cognitivo perché consiste in un ragionamento che si basa sulla logica, pe quanto distorta.

Sia il tratto di responsabilità esterna sia gli altri tratti cognitivi servono da supporto in molte decisioni. Di conseguenza, questi ragionamenti provocano una catena di errori, ma ciononostante si sostengono perché costituiscono una sorta di scorciatoia mentale che favorisce la comprensione della realtà.

Nessuno può sapere al posto tuo. Nessuno può credere per te. Nessuno per cercare al posto tuo. Nessuno può fare per te ciò che dovresti fare tu. L’esistenza non ammette rappresentanti.

-Jorge Bucay-

Uomo con la testa tra le nuvole.

Il tratto della responsabilità esterna

Il tratto della responsabilità esterna è la convinzione di non essere responsabili delle proprie azioni, e che esse dipendono da un agente esterno scatenante.

Questo agente esterno può essere un dio, il destino, gli astri, il karma, la società, un leader o qualsiasi altre realtà potente e incontrollabile a cui poter attribuire questa responsabilità.

Il bias della responsabilità esterna infonde tranquillità in quanto fasi carico degli eventi provoca angoscia e preoccupazione. Attribuire ad altro la responsabilità di quello che facciamo rende più difficile lottare con l’incertezza. Se sbagliamo, insomma, è perché “Dio ha voluto così” o perché “Mercurio non era allineato”.

Pensare sulla base di bias della responsabilità esterna spinge la persona a sentirsi protetta, a pensare che ci sia una realtà superiore che si occupa di tutto. Si tratta di un modo per estendere l’infanzia, fase in cui erano i nostri genitori a guidare le nostre vite e potevamo fare ben poco al riguardo.

La libertà di scelta

La libertà di scelta in molti casi può generare angoscia, poiché molte persone temono di incontrare se stesse. La difficoltà risiede nel riconoscere i propri errori in modo tale che il concetto di sé non ne risenta. Un esercizio che non è semplice. Il bias potrebbe sostituire noi stessi, permettendoci di astenerci da questo compito.

Secondo gli antropologi, il bias della responsabilità esterna -e simili- nasce come una risposta alla paura, alla morte e al dolore. Molte religioni insistono sul fatto che chi crede nel potere superiore di un dio possa sottomettersi a esso ed evitare castighi, sopravvivendo all’ira e alla vendetta di quell’essere supremo.

La libertà di scelta è vista come un pericolo per tutti coloro che vogliono incarnare o che incarnano quel potere superiore. I poteri assoluti sono l’estremo opposto della suddetta libertà, per cui la storia è piena di eroi tragici che hanno osato affrontare quell’essere superiore per essere poi da lui severamente puniti.

Donna che riflette.

La logica del leader assolutista

I leader politici e religiosi assolutisti dipendono perlopiù dal bias della responsabilità esterna. La loro caratteristica principale è proprio questa: si propongono come deus ex machina capaci di assumersi la responsabilità delle sorti di ogni singolo individuo, ma anche anche del gruppo di appartenenza.

Questi leader sono dei motivatori e dei manipolatori al tempo stesso. Utilizzano un linguaggio fortemente emotivo, in cui la presenza di una grave minaccia è sempre dietro l’angolo.

Ovviamente si incaricano di fronteggiare la minaccia con un’unica condizione: che gli altri affidino a loro la gestione delle proprie vite e del loro destino, rinunciando a ogni forma di controllo.

Questi leader in genere si presentano in tempi incerti. Proprio quando gli individui sentono che la realtà sta sfuggendo al loro controllo e che non ci sono alternative per influenzarla o per dare una svolta alla situazione. Allo stesso modo, compaiono in momenti della vita individuale segnati da un senso di sfiducia verso le proprie abilità e capacità.

Il bias della responsabilità esterna ci protegge dall’incertezza e ci rasserena. In cambio, però, perdiamo i beni più preziosi propri della specie umana: la libertà, l’autonomia, il senso di responsabilità. Senza dubbio, uno baratto non equo.


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  • Navas, L., Sampascual, G., & Castejón, J. L. (1995). La teoría atribucional de Weiner y los sesgos atributivos: hacia la integración de un desencuentro. Revista de Psicología Social, 10(2), 205-218.


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