Il cervello può vivere senza il corpo?
Il cervello non può essere trapiantato, almeno fino ad oggi. È la centrale operativa del nostro corpo che gestite la maggior parte delle attività consce e inconsce che svolgiamo. Ma il cervello può vivere senza il corpo?
Studi recenti mettono in discussione il fatto che il cervello non possa avere una vita propria dopo la cessazione delle attività del corpo. Il cervello può “resuscitare”? Scopriamo qualche informazione in più al riguardo.
I neuroni continuano a vivere per un po’ dopo la morte
Una ricerca condotta da diversi laboratori di Berlino e da vari centri di ricerca negli Stati Uniti ha studiato l’attività dei neuroni in persone con danni irreversibili al cervello. Gli studi sono stati effettuati anche su persone a cui era stata interrotta la ventilazione assistita pochi istanti prima. Per la scienza, si trattava di soggetti ritenuti clinicamente morti.
Gli scienziati hanno osservato che, come previsto, i neuroni hanno cessato di funzionare a causa della mancanza di ossigeno. Tuttavia, l’aspetto sorprendente è stato osservare che anche in assenza di ossigeno i neuroni hanno ripreso una certa attività (chiamata depolarizzazione). Questa attività è durata per un po’ di tempo anche in assenza di ossigeno senza causare danni irreversibili ai neuroni. In seguito, si entrava in una situazione critica che causava danni irreversibili.
Questa scoperta ci indica che i neuroni sopravvivono anche in assenza di ossigeno per un periodo di tempo abbastanza prolungato. Questo accadeva nonostante le registrazioni dell’elettroencefalogramma non mostrassero alcun segno di attività cerebrale o del cuore (che si era fermato per sempre). Questi dati ci invitano a riflettere sui limiti della vita oltre la morte.
Il cervello vive fuori dal corpo
In un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, si è riusciti a mantenere vivo il cervello di alcuni maiali anche fuori dal corpo. I ricercatori hanno isolato i cervelli dei maiali macellati e, dopo quattro ore fuori dal corpo, li hanno inseriti in un sistema che permetteva la somministrazione di nutrienti e ossigeno attraverso i vasi sanguigni cerebrali.
Sei ore dopo questa operazione, si è osservato che i neuroni avevano recuperato le loro funzioni metaboliche, consumavano zuccheri, e che il sistema immunitario aveva ripreso a funzionare. In seguito, i ricercatori sono riusciti anche a stimolare elettricamente i neuroni che hanno così recuperato la capacità di comunicare tra loro.
Possiamo resuscitare il cervello dopo l’arresto cardiocircolatorio e recuperare indirettamente l’attività del corpo? Ci troviamo di fronte alla possibilità di effettuare dei trapianti di cervello in futuro?
Un aspetto affascinante è stato osservare che la reazione dei neuroni non era simultanea. Ciò indicherebbe che ogni neurone ha agito in maniera autonoma indipendentemente dagli stimoli selettivi. È come se avessero recuperato le loro funzioni utilizzando una certa “coscienza”.
Il cervello può vivere senza il corpo: la questione etica è ancora aperta
I ricercatori hanno interrotto l’attività cerebrale dopo sei ore a causa di problemi etici. Il loro scopo non era quello di ottenere la “resurrezione della coscienza”. Volevano trovare un modello di studio per analizzare gli effetti dei farmaci o di altri trattamenti sull’attività cerebrale.
Tuttavia, questi risultati hanno aperto un dibattito sulla vita della coscienza dell’individuo oltre la morte. Nella maggior parte dei paesi, un individuo è considerato legalmente morto quando cessa l’attività del cuore o dei polmoni. Per vivere, il cervello ha bisogno di un’enorme quantità di ossigeno, sangue e nutrienti, quindi, fino a questo momento, si ritiene che la sua resurrezione di tale organo sia irrealizzabile.
È possibile resuscitare il cervello dopo un arresto cardiocircolatorio e recuperare indirettamente l’attività corporea? Avremo in futuro più possibilità per scoprire come eseguire i trapianti di cervello? Il dibattito su queste affascinanti domande è ancora aperto…
Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- García JL, Anderson ML. Circulatory disorders and their effect on the brain In: Davis RL, editor; , Robertson DM, editor. , eds. Textbook of neuropathology. Baltimore, MD: Williams & Wilkins, 1997:715–822.
- Hochachka PW, Buck LT, Doll CJ, Land SC. Unifying theory of hypoxia tolerance: molecular/metabolic defense and rescue mechanisms for surviving oxygen lack. Proc Natl Acad Sci U S A 1996;93:9493–9498.
- Nozari A, Dilekoz E, Sukhotinsky I, et al. Microemboli may link spreading depression, migraine aura, and patent foramen ovale. Ann Neurol 2010;67:221–229.
- Evans JJ, Xiao C, Robertson RM. AMP‐activated protein kinase protects against anoxia in Drosophila melanogaster. Comp Biochem Physiol A Mol Integr Physiol 2017;214:30–39.