Il contatto visivo prepara alla connessione
È noto a tutti il potere del contatto visivo con un altro essere umano. Si tratta di un gesto speciale che aiuta a comunicare e che, al tempo stesso, ci dice molto dell’altra persona. Quando stabiliamo un contatto visivo, dividiamo con quella persona uno stato affettivo e mentale.
I buoni amici hanno solo bisogno di incrociare gli sguardi per comunicare. Perdersi negli occhi della persona amata significa entrare nel suo mondo. Il contatto visivo attiva il nostro cervello sociale, le nostre intenzioni e le nostre emozioni.
Ora, un nuovo studio condotto con risonanza magnetica per immagini ha rivelato molti dati relativi alle aree cerebrali attivate dal contatto visivo in tempo reale e in differita. Il primo dato ci dice che quando stabiliamo il contatto visivo, sincronizziamo il movimento delle nostre palpebre con quelle dell’altra persona. Ma c’è dell’altro. Scopriamo di cosa si tratta.
Sbattere le palpebre durante il contatto visivo
A quanto sembra, il contatto visivo attiva la parte sociale del cervello e sincronizza i movimenti oculari e il battito delle palpebre. Questo significa che vi è un’attivazione neurale che riorganizza la nostra risposta nei confronti di altre persone.
Il contatto visivo è una mimica automatica tra le più evidenti. È anche un modo per dire all’altro che lo capiamo. Favorisce l’interazione sociale e promuove la comunicazione efficace. Sbattere le palpebre esprime inoltre una forza cognitiva che proietta il proprio mondo interiore.
Fino a oggi gli studi per immagini erano riusciti solo a studiare l’attività del cervello di una persona per volta. Ma l’equipe di Norihiro Sodato, dell’Istituto Nazionale di Scienze Fisiologiche in Giappone, ha iniziato a lavorare su una tecnica innovativa nota come iperscan.
Lo studio
I risultati di questo esperimento ci mostrano quanto avviene nel cervello in tempo reale quando due persone si guardano negli occhi per la prima volta. L’iperscan ha permesso di osservare il cervello di due persone all’unisono mediante dispositivi diversi per la risonanza magnetica funzionale.
L’equipe di Sadato ha analizzato 32 persone, suddividendole in coppie e sottoponendole all’esame di due macchinari di RMF nello stesso istante.
L’esperimento non poteva essere eseguito su soggetti che si guardavano di presenza occhi negli occhi, perché l’elaborazione delle immagini della risonanza magnetica presuppone che gli individui debbano trovarsi all’interno di un macchinario e rimanere fermi.
Ogni scanner è stato dunque dotato di uno schermo video e di una telecamera. I partecipanti non si conoscevano, per cui il contatto visivo avveniva per la prima volta. Lo sbattere delle palpebre è stato utilizzato come indicatore di sintonia tra i partecipanti.
L’esperimento è servito a quantificare l’attività cerebrale dei soggetti in due diverse fasi. Nella prima veniva loro mostrato uno schermo bianco; in un secondo momento osservavano l’immagine del partner durante l’esperimento (persona che non conoscevano), prima in tempo reale e poi con 20 secondi di ritardo nell’elaborazione dell’immagine.
Sono state date loro le istruzioni per concentrarsi su ciò a cui stava pensando l’altra persona per scoprire qualcosa sulla sua personalità e su come stava.
I risultati dello studio sul contatto visivo
Sono innanzitutto state osservate differenze significative riguardo l’attivazione cerebrale del contatto visivo in tempo reale e di quello dopo qualche istante di ritardo. Risalta, inoltre, una connessione più intensa nel sistema dello specchio limbico, una maggiore attivazione del cervelletto.
Lo studio ha dimostrato che il contatto visivo prepara il cervello sociale a sviluppare empatia e attiva le stesse aree cerebrali nelle due persone. L’attivazione del cervelletto aiuta a prevedere le conseguenze sensoriali delle azioni.
Le nostre scoperte suggeriscono che l’interazione percettiva e motoria avvengono inconsapevolmente durante il contatto visivo.
-Norihiro Sadato-
L’incredibile abilità del nostro cervello
Il sistema limbico è associato alla nostra capacità di condividere e individuare le emozioni, il che risulta fondamentale affinché si produca empatia. Sembra esistere una forte influenza reciproca tra due persone che sbattono le palpebre non appena si produce un contatto visivo.
Questo significa che il contatto visivo prepara il cervello sociale a condividere gli stati mentali di altre persone ed è alla base di una efficace comunicazione sociale.
Infine, è stato dimostrato che il nostro cervello opera una distinzione tra immagini in tempo reale e immagini registrate e che lo fa in modo totalmente inconsapevole. Un dato che emerge come il più significativo tra tutti.
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- Takahiko K, Motofumi S, Eri N, Shuntaro O, Norihiro S.What Makes Eye Contact Special? Neural Substrates of On-Line Mutual Eye-Gaze: A Hyperscanning fMRI Study. eNeuro [Internet]. 2019 [consultadoo el 8 de julio de 2022]; 6(1). Disponible en: https://doi.org/10.1523/ENEURO.0284-18.2019