Il dolore non è un nemico, ma un maestro di vita

Il dolore non è un nemico, ma un maestro di vita

Ultimo aggiornamento: 10 luglio, 2015

“Sono un esperto dell’ombra che sono stato, l’impronta della distanza che ha segnato la mia vita e continuo a non comprendere lo scopo della mia esistenza. Chi ci ha portato qui?

Passano gli anni e cambio a seconda di dove soffia il vento, cambio a seconda dei miei successi, e quando ne ho più bisogno prego di più perché sia vero quello che mi hanno raccontato. Mi aggrappo a un’immagine, alla guida, al pilastro che sopporta il mio peso, senza rendermi conto che lo sto facendo sprofondare nella fredda e dura terra.

I giorni diventano infiniti e le notti eterne, magari avessi l’energia di una cometa, anche se mi accontenterei della stella. Perché il destino ci fa soffrire? E, cosa più triste, perché il mio destino deve far soffrire gli altri? Forse dovrei restare da solo, ma il mio egoismo me lo impedisce, ho bisogno di coprirmi con delle braccia, di riscaldarmi con il battito di un cuore e di sentire il vento del respiro di un’anima amica.

Il dolore, mi hanno insegnato, va evitato, devo sfuggirgli, negarlo. Tuttavia,il dolore ritorna, sempre più forte e non mi abbandona, si aggrappa a me…

Dolore, amaro dolore non ti voglio, lasciami, vattene.

Dolore, amaro dolore perché ti aggrappi a me?

Mi hanno insegnato a non pensare al dolore, mi hanno insegnato a trovare sempre una soluzione, mi hanno insegnato a prendere farmaci, unguenti e mille rimedi. Mi hanno detto di ignorarlo, di concentrare l’attenzione su qualcos’altro, di sfuggirgli come se dovessi scappare dal diavolo in persona“.

In alcuni momenti della vita, il dialogo di una persona che soffre, come quello che avete appena letto, può sembrarci familiare. Che si tratti di dolore fisico o psicologico, la nostra cultura ci insegna a sfuggirgli, a cercare un rimedio a qualunque costo.

A volte abusiamo dei farmaci, ne prendiamo troppi, ma i rimedi sono rimedi, non toppe, pezze con cui coprire quelle che ci spaventa.

La società moderna non ammette il dolore, lo concepisce come qualcosa contro natura ed è qui che inizia il problema. Spogliamo il dolore della sua natura e lo trasformiamo in un nemico da cui dobbiamo fuggire e non in qualcosa di fastidioso, ma naturale.

I problemi fisici hanno una soluzione, altri no, in molti casi i farmaci sono necessari, in altri casi però sviluppiamo una dipendenza e alcuni effetti collaterali generano più dolore di quello che ci affliggeva prima.

Ninfea

E per quanto riguarda i problemi psicologici? Il dolore dell’anima? Che cosa bisogna fare? Di fronte al malessere emotivo, non c’è pastiglia, terapia o rimedio in grado di curarlo, e quanto più tentiamo di sfuggirgli, ovvero meno cerchiamo di pensarci, più forte ricompare.

Per affrontare il dolore, possiamo optare per la fuga, cioè quello che le moderne terapie definiscono “sindrome dell’evitamento esperienziale” e che non fa altro che aggravare il problema rendendolo cronico, oltre ad aggiungere altri sintomi che il dolore da solo non comporta, come tristezza, angoscia, amarezza e disagio.

Questo atteggiamento, però, ci lascia senza difese. Non possiamo davvero farci niente? Sì che possiamo, possiamo considerare il dolore non come qualcosa contro natura, né come qualcosa da cui fuggire, ma come una cosa naturale che fa parte della vita.

Questo è un modo diverso di vedere il dolore, cioè guardandolo negli occhi , senza pregiudizi, osservandolo per quello che è, senza pensieri, con piena attenzione, senza giudicarlo, senza concedergli parole o emozioni, solo guardandolo e imparando da esso, senza evitarlo, senza sfuggirgli, smontandolo poco a poco, senza pretendere di controllarlo.

In definitiva, bisogna imparare che il dolore è solo dolore e che la sensazione di sollievo dipende solamente da come lo affrontiamo, cercando di sfuggirgli oppure accettandolo come una cosa naturale della vita.

Il dolore è come una marea, va e viene. Bisogna imparare a conviverci, non con la sottomissione, non senza difese, ma accettandolo e lottando per la vita in modo attivo.

Per vincere il dolore, non bisogna scappare, ma imparare ad affrontarlo, anche se in molti casi è difficile o sembra impossibile. Si può imparare a convivere con il dolore, a godersi il momento e le altre cose belle della vita.

Ed è proprio quando distogliamo l’attenzione dal dolore, dandogli il giusto peso, che sembra fare meno male.

“E alla fine ho imparato qualcosa grazie al dolore, anche se all’inizio non ho saputo apprezzarlo, mi ha aiutato a crescere come persona… E sono maturato.”

Immagine per gentile concessione di Leon Chong.


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